Salvataggio Banca Carige: quanto costerà agli italiani? Banco BPM e Unicredit tra i possibili acquirenti

Il giorno-dopo la decisione del governo italiano di salvare Banca Carige con un apposito decreto, la domanda che molti investitori si pongono è la seguente: quanto costa il salvataggio di Banca Carige da parte del Tesoro? In altre parole quanti soldi pubblici (ossia di tutti) saranno necessari per salvare Banca Carige? Lasciando da parte la polemica politica che vede i rappresentanti del governo Lega 5 Stelle parlare di intervento necessario per salvare i risparmiatori nonostante il decreto di salvataggio di Banca Carige sia praticamente uguale a quello varato da Gentiloni ai tempi della crisi di Monte dei Paschi, sono alla fine i numeri a parlare e a dire le cose come stanno. Tali numeri non sono campati in aria ma sono invece scritti invece nel decreto di salvataggio di CariGenova.

In pratica il governo italiano ha messo sul piatto qualcosa come 1,3 miliardi di euro. E’ questa la cifra indicata all’interno di una legge che, a dispetto dei rapidissimi tempi di approvazione, era da tempo nei piani dell’esecutivo. Il salvataggio di Banca Carige da parte del governo altro non è che la concretizzazione di una sorta di piano B già nei cassetti che è stato tirato fuori a seguito del recente aggravamento della crisi dell’istituto ligure. Secondo alcune indiscrezioni che circolano negli ambienti di Borsa Italiana oggi l’improvviso aggravarsi della situazione di Banca Carige va messo in relazione con una fuga dei depositi da parte dei grandi investitori istituzionali che si sarebbe verificata subito dopo l’Epifania. La corsa a ritirare grandi somme di denaro depositate in Banca Carige avrebbe reso urgentissimo l’intervento del governo e quindi il ricorso al piano B già da tempo pronto.

Cosa prevede il decreto di salvataggio di Banca Carige? Nel provvedimento si fa riferimento al fatto che il MEF è pronto a garantire i 3 miliardi di nuove obbligazioni Banca Carige che saranno emesse nei prossimi giorni. Nel decreto si fa poi riferimento all’impegno del Tesoro a sottoscrivere fino ad un massimo di 1 miliardo di nuove azioni Carige che verrebbero emesse nel caso di aumento di capitale.

Parlando di cifre, per il 2019 il Governo italiano ha messo in campo 1,3 miliardi così costituiti: 1 miliardo di euro per l’aumento di capitale e 300 milioni di garanzie sull’emissione di passività fino a un massimo di 3 miliardi. Ovviamente questi soldi pubblici da qualche parte provengono e infatti si tratta del frutto del taglio ai fondi multilaterali di sviluppo e al fondo globale per l’ambiente. Proprio l’origine dei fondi rappresenta uno smacco per quelle che da sempre sono state le posizioni del Movimento 5 Stelle.

Il piano di salvataggio di Banca Carige è praticamente uguale a quello elaborato a suo tempo dal Partito Democratico per salvare Banca MPS. Come in quella circostanza, anche ora il piano del governo italiano dovrà attendere il via libera dell’Europa. Oggettivamente parlando non dovrebbero esserci difficoltà di sorta e quindi il piano per salvare Banca Carige non si dovrebbe configurare come aiuto di stato.

Una cosa però è chiara a tutti su Borsa Italiana oggi: senza un partner ogni piano di salvataggio di Banca Carige diventa precario. E’ appunto per questo motivo che il governo è già da tempo al lavoro per individuare una banca interessata a comprare CariGenova. Secondo Bloomberg l’esecutivo sarebbe già in contatto con almeno 10 banche potenzialmente interessate a Banca Carige. In questa short list ci sarebbero Unicredit, Banco BPM e BNP Paribas. Il cammino per una fusione è però lungo poichè, oggettivamente, nessuna banca è interessata a farsi avanti se precedentemente il carico dei crediti deteriorati non dovesse essere ridotto in modo significativo. E l’intervento del governo italiano è appunto un primo passo in tale direzione. 

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