Tornano le indiscrezioni di stampa sulle possibili fusioni tra le banche italiane. A riportare in primo piano l’argomento è stato Il Sole 24 Ore nell’edizione di oggi 5 aprile. Pur non spingendosi troppo oltre con le ipotesi, il quotidiano di Confindustria, ha fatto il punto sulle ipotesi da tempo sul tavolo confermando quello che è oramai considerato come un dato acquisito: le banche italiane, in considerazione di una serie di elementi che vedremo dopo, non potranno che fondersi. Detto in altri termini, la fusione tra le banche italiane è inevitabile. 

I nomi degli istituti che potrebbero finire al centro del risiko fusioni sono sempre gli stessi: UBI Banca, BPER Banca, Banca MPS e Banco BPM. Lo scenario ipotizzato dal quotidiano di Confindustria è il seguente: delle quattro banche citate nè dovrebbero restare solo due. Un’aggreazione di questo tipo, secondo Il Sole 24 Ore, sarebbe molto apprezzata sia dal governo che dallo stesso mercato. In altri termini la fusione tra le banche italiane non solo non sarebbe avversata da nessuno ma verrebbe addirittura appoggiata da tutti. Il favore con il quale si potrebbe guardare alla doppia fusione tra le citate banche sarebbe causato non da un atteggiamento di benevolenza ma dalla convinzione che l’integrazione tra gli istituti medi sia, oggi come oggi, non solo auspicabile ma addirittura indispensabile. 

Sulle tempistiche dell’integrazione, Il Sole 24 Ore ha azzardato previsioni molto forti. Secondo il quotidiano economico già nei prossimi mesi potrebbero esserci novità con al centro Banco BPM, BPER Banca, UBI Banca e Monte dei Paschi. La reazione dei titoli delle citate banche alle indiscrezioni del quotidiano è molto timida a dimostrazione del fatto che lo scenario ipotizzato è dato per molto probabile. Mentre è in corso la scrittura del post, la quotazione Banca MPS segna un rialzo dello 0,55 per cento, quella di Banco BPM è in progressione dello 0,18 per cento a quota 1,95 euro e ancora BPER Banca è in rialzo dello 0,3 per cento a quota 3,71 euro e UBI Banca è in aumento dello 0,6 per cento a quota 2,52 euro su Borsa Italiana oggi. 

Ma perchè le fusioni tra le banche italiane sarebbero inevitabili? Per dare una risposta a questa domanda è necessario tenere in considerazione quello che è lo scenario di riferimento ossia le caratteristiche del sistema bancario italiano. La maggor parte degli istituti italiani sono di piccole e medie dimensioni. Questo non è stato un problema ma lo è diventato con l’esplosione della piaga dei crediti deteriorati. Dinanzi ad una situazione simile, autorità ed Europa hanno più volte suggerito la loro ricetta: servono aggregazioni per poter semplificare. In base a quanto affermato da Il Sole 24 Ore, il contesto economico sfavorevole e le basse valutazioni di mercato di BPER Banca, UBI Banca, Banco BPM e Banca MPS consentono di circoscrivere a queste quattro le bance che saranno al centro del risiko fusioni. 

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