Titoli di stato: rendimento BTP a 10 anni crolla ai minimi da maggio 2018

Costi in picchiata per la carta italiana. Il rendimento del BTP a 10 anni è precipitato sotto al 2 per cento per la prima volta da maggio 2018. Per i titoli di stato italiani si tratta di un vero e proprio record che dimostra come il nostro Paese sia tornato ad essere affidabile scacciado il rischio di una procedura di infrazione UE per deficit eccessivo. 

L’indicazione che emerge dal crollo del rendimento del titolo a lunga scadenza è inequivocabile: il rischio di attivazione della procedura di infrazione contro l’Italia è ai minimi e questo i mercati lo hanno capito benissimo. 

Il forte calo del costo del finanziamento per la carta italiana non è stato casuale ma bensì frutto di una tendenza ben precisa in atto da circa un mese. Come ha rilevato Bloomberg, infatti, nel corso delle ultime quattro settimane, infatti, i BTP hanno sempre chiuso un saldo positivo. Per i titoli di stato italiani si è trattato della più  lunga serie di guadagni dal mese di marzo. Ma cosa ha determinato questo andamento? Sono gli stessi analisti di Bloomberg a spiegare cosa avvenuto nell’ultimo mese affermando che il crollo dei rendimenti del decennale sotto al 2 per cento è stato frutto, da un lato, delle dichiarazioni di Draghi sulla politica monetaria e dall’altro dalla crescente convinzione che tra Italia ed Europa si stia andando verso una tregua. 

Non solo buone notizie, però, dai BTP a 10 anni. Se è vero che il rendimento è sceso sotto al 2 per cento, è altrettanto vero che i costi per il finanziamento del debito italiano continuano ad essere i più elevati nell’area Euro con eccezione della Grecia. Ad ogni modo andando a guardare alla curva è possibile rilevare alcuni aspetti molto significativi. Lo scorso autunno, infatti, il tasso del BTP a 10 anni era arrivato al 3,68 per cento (picco raggiunto nel mese di ottobre 2018) andando ad incrementare il costo che l’Italia era chiamata a sostenere per piazzare la sua carta. Oggi la prospettiva sui titoli di stato italiani è completamente cambiata. 

Che le previsioni sui bond sovrani italiani siano profondamente cambiate, lo si deduce anche da alcun stime che circolano in questi giorni. Secondo gli analisti di NatWest, in questa fase i mercati hanno molto bisogno di rendimento e proprio l’Italia è diventata “molto cheap al momento“. L’appeal è diventato talmente alto che gli analisti consigliano di comprare bond italiani a 5 anni rispetto ad obbligazioni tedesche della stessa durata. 

Dall’obbligazionario alle azioni, il trend di periodo non cambia. Grazie ai forti acquisti sulle azioni STM (ma non solo) il Ftse Mib ha iniziato la prima Ottava di Luglio in positivo. Mentre è in corso la redazione del post, il più importante indice di Borsa Italiana segna un rialzo dello 0,3 per cento a quota 21297 punti. 

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