Azioni Poste Italiane non sono prezzate correttamente dai trader?

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Quella in corso non è una settimana positiva per il titolo Poste Italiane. Mentre lo scorso giovedì, la quotata scambiava a 11,94 euro, oggi le quotazioni oscillano in area 11,2 euro. Come si può vedere dal grafico che riportiamo in basso, la fase negativa ha avuto inizio lo scorso venerdì quando il titolo ha chiuso la seduta a 11,19 euro per poi scendere sotto quota 11 nella successiva sessione di lunedì.

L’impatto di questa settimana di debolezza che il titolo Poste Italiane ha vissuto si vede tutto nel riassuntivo mensile. Rispetto ad un mese fa, infatti, la performance di Poste Italiane è più debole del 3,2 per cento. Operativamente, il ribasso registrato dalla quotata gialla può essere sfruttato per entrare sul titolo a prezzi convenienti.

Comprare azioni quando i valori sono più bassi della media è sempre una strategia trading valida. Tra l’altro oggi, grazie alle proposte di broker come ad esempio eToro (qui la recensione di Borsa Inside) è anche possibile fare trading online senza commissioni (vai al sito ufficiale da qui). 

Certo è necessario tenere in considerazione quelle che sono le prospettive future per capire se ci sono o no i presupposti per comprare a prezzi bassi oggi in vista di un rialzo domani.

Proprio di questo parleremo in questo articolo. Il recente ribasso del titolo giallo ha messo in evidenza quello che, spesso, è un problema del mercato: la difficoltà a dare il giusto peso agli eventi e quindi la definizione di prezzi che rispecchiano poco il reale valore di un asset.

In poche parole, le azioni Poste Italiane sono prezzate correttamente o no dai trader? 

Per rispondere a questa domanda facciamo un passo indietro. Il titolo Poste Italiane si è mostrato debole nell’ultima Ottava per un motivo ben preciso: la decisione della società di bloccare le pratiche relative al Super Bonus. La scelta del managament ha fatto molto discutere non solo l’opinione pubblica ma anche gli analisti. In quanto società, Poste è liberissima di fare ciò che meglio crede ma soprattutto è libera di stoppare per vederci più chiaro anche alla luce delle notizie sugli scandali su Super Bonus 110 per cento di cui tanto si è parlato. 

Non è invece comprensibile la decisione di quei broker che hanno colto la palla al balzo per abbassare il loro target price sul titolo giallo. Insomma per alcuni analisti la decisione del management di Poste Italiane sul Super Bonus 110, implica addirittura un cambio di prospettiva. 

Non condividiamo questo approccio che tende ad enfatizzare il peso delle pratiche Super Bonus 110 sul business totale di Poste Italiane. 

La società gialla è da tempo più una banca che una impresa di pacchi. Un dato su tutti: ben il 60 per cento del fatturato di Poste arriva dall’attività commerciale di prodotti finanziari ed assicurativi. Pacchi e telefonia sono marginali. Ecco perchè una decisione come quella adottata dal management sul blocco temporaneo delle pratiche previste nell’ambito del Super Bonus 110 per cento, è destinata ad avere un impatto del tutto trascurabile sui conti della quotata. 

Insomma ciò che vogliamo dire è che bisognerebbe valutare più attentamente i prezzi che meglio rappresentano le prospettive di un titolo. Punire Poste per una sacrosanta decisione del management a seguito di noti fatti di cronaca, è eccessivo e strategicamente poco sensato. 

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Ci sono tutta una serie di elementi che, nel corso del 2022, potrebbero garantire a Poste Italiane buoni margini di visibilità. Il rialzo dei tassi di riferimento (con conseguente incremento dei margini) e il generale miglioramento della situazione economica italiana, potrebbero permettere alle azioni Poste di apprezzarsi nel corso del nuovo anno. 

Staremo a vedere. 

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