
Il ribasso dello 0,9 per cento messo a segno oggi dalle azioni Eni non deve trarre in inganno perchè il bilancio settimanale della quotata del settore petrolifero resta comunque positivo. Mentre è in corso la redazione dell’articolo il titolo del Cane a sei zampe scambia a 15,23 euro contro i 14,91 euro della chiusura della scorsa ottava. C’è quindi un rialzo dell’1,5 per cento rispetto a cinque sedute fa e anche la prestazione mensile (+1,8 per cento) non è male.
In questo contesto, e tenendo anche conto della progressione di oltre 14 punti percentuali messa a segno da inizio anno, la flessione di oggi può essere considerata frutto di naturali prese di profitto. L’appeal sul titolo oil resta comunque alto anche perchè tra poche settimane ci sarà uno degli eventi in assoluto più attesi dagli investitori: la pubblicazione dei conti del terzo trimestre 2025 (primi nove mesi dell’anno).
Proprio in vista di questo appuntamento, già iniziano a circolare le previsioni degli analisti. Queste stime della vigilia non sono assolutamente da prendere sottogamba e questo per due ragioni: perchè permettono di farsi un’idea su quelli che poi potranno essere i conti reali e perchè possono essere sfruttate per procedere con quello che tecnicamente si chiama trading sulle trimestrali.
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Le previsioni di Equita sulla trimestrale di Eni
Tra gli ultimi analisti a prendere la parola in vista dei conti trimestrali di Eni ci sono stati quelli di Equita. Secondo la sim milanese, il gruppo guidato da Claudio Descalzi dovrebbe mettere a segno una buona performance operativa rispetto al trimestre precedente, pur in un contesto ancora sfidante sul confronto annuale.
Venendo ai numeri, Equita prevede per Eni una produzione media di circa 1,718 milioni di barili equivalenti al giorno, in aumento del 3% sia su base annua che rispetto al secondo trimestre del 2025. Il risultato dovrebbe riflettere la stabilità dei prezzi delle materie prime energetiche e l’efficacia delle recenti strategie di ottimizzazione dei giacimenti.
Proprio grazie a questa crescita, gli analisti prevedono un incremento dell’utile operativo proforma del 16% trimestre su trimestre.
L’andamento positivo, però, non dovrebbe essere uniformato tra le varie divisioni. Ai buoni segnali che potrebbero arrivare dalla divisione E&P e raffinazione si potrebbero contrapporre infatti quelli meno incoraggianti di Plenitude e soprattutto di Versalis.
Nel dettaglio, la divisione Exploration & Production (E&P) dovrebbe registrare un risultato operativo di circa 2,74 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto al trimestre precedente; la divisione Gas & Power (GGP) dovrebbe restare sui 272 milioni di euro grazie a un mercato più equilibrato e a contratti di lungo termine favorevoli mentre le prospettive per Plenitude, la controllata dedicata alle energie rinnovabili non dovrebbero andare oltre i 90 milioni di euro e quelle su Versalis sono addirittura negative essendo attesa una perdita di 167 milioni di euro. Il peggioramento della performance del segmento petrolchimico, comunque, non dovrebbe stupire essendo oramai assodata la debole domanda europea sui questo fronte (tra l’altro molti impianti Versalis sono stati anche chiusi per questo motivo).
Per finire, Equita, ritiene possibile una ripresa del segmento raffineria e della business unit ENIlive, grazie a margini migliori sui prodotti petroliferi e al contributo positivo della rete di distribuzione carburanti. I risultati attesi si dovrebbero attestare rispettivamente a 140 milioni e 225 milioni di euro.
Generazione di cassa robusta e outlook 2025
Dal punto di vista finanziario, Equita prevede poi una generazione di cassa operativa di circa 2,86 miliardi di euro, in miglioramento del 3% rispetto al trimestre precedente, a fronte di investimenti per 2,1 miliardi di euro. Il free cash flow dovrebbe beneficiare della cessione di una quota del progetto Baleine in Costa d’Avorio, stimata in circa 1,4 miliardi di dollari, cifra che contribuirà a sostenere il programma di remunerazione agli azionisti, composto da dividendi e buyback per un ammontare analogo.
Allargando poi l’orizzonte a tutto l’esercizio 2025, gli analisti ritengono possibile un rialzo dell’outlook relativo proprio alla generazione di cassa da 11 a 12 miliardi di euro e un parallelo rafforzamento del piano di riacquisto azioni proprie fino a 200-300 milioni di euro aggiuntivi.
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Valutazione in borsa delle azioni Eni: margine di rialzo potenziale del 7%
Tenendo conto di queste stime, gli analisti di Equita hanno ribadito la loro raccomandazione bullish sul titolo Eni fissando il target price a 16,5 euro per azione. Il messaggio che arriva dalla sim è quindi molto chiaro: le azioni Eni saranno si cresciute nel 2025 ma hanno ancora spazio di upside (circa il 7 per cento rispetto alle quotazioni correnti) e quindi sono da comprare. La solidità dei flussi di cassa, la disciplina negli investimenti e una politica di dividendo crescente sono i tre fattori che potrebbero sostenere questo apprezzamento.
Si tratta di una valutazione che pecca di ottimismo in vista della trimestrale? Non è da escludere visto che la maggior parte dei giudizi sul Cane a sei zampe è più prudenziale (c’è una netta prevalenza di rating hold e neutral) e tenendo anche conto che il target price medio è di 15,5 euro, non distante dai valori correnti ma di certo lontano dal target di Equita.
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