
Apertura di scambi pesantissima per il titolo Leonardo che ha inaugurato il mese di ottobre nel peggiore dei modi. A causa di forti vendite che si sono accanite sul titolo fin dal primo minuto di contrattazioni, già mezzora dopo l’avvio il titolo della difesa si colloca sul fondo del Ftse Mib con un ribasso del 3,33 per cento a 52,22 euro. Il crollo di Leonardo è tra i maggiori responsabili dell’andamento negativo di tutto il paniere di riferimento che apre ottobre con una flessione dello 0,5 per cento. Nonostante l’entità del ribasso registrato dalla quotata guidata da Cingolani, non ci sono ripercussioni sulle sue performance settimanali e mensili che restano positive per lo 0,6 per cento e per il 2,9 per cento. Al tempo stesso, però, l’entità della flessione è tale da spingere gli investitori ad interrogarsi su cosa stia causando una simile situazione.
Prima di scendere in spiegazioni che riguardano il campo dell’analisi fondamentale, ci preme però evidenziare un aspetto: è vero Leonardo oggi crolla ed è la peggiore della seduta, tuttavia il titolo della difesa era reduce da una lunga serie di ribassi. La flessione marcata di oggi è di certo facilitata dal recente apprezzamento. Gli investitori stanno quindi prendendo profitto.
Ovviamente in questo sono facilitati dai giusti spunti.
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Leonardo al centro di forti polemiche in Italia: cosa sta succedendo
Il caso di Brunello Cucinelli è la dimostrazione di quanto importante sia per le società quotate mantenere un certo livello di affidabilità di brand. Ebbene sia pure per questioni del tutto diverse, Leonardo in Italia sta rischiando di ritrovarsi in una situazione molto simile.
La Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese ha infatti lanciato al gruppo di Cingolani la pesantissima accusa di commerciare armi con Israele. Non solo ma il colosso della difesa per evitare problemi è stato costretto ad annullare la sua partecipazione al Festival della Scienza dio Genova. Tutto questo mentre si intensificano picchetti a manifestazioni sotto le sedi della stessa Leonardo.
All’offensiva scatenata contro l’immagine del gruppo della difesa, ha risposto lo stesso Cingolani affermando che le accuse di rifornire Israele di armi sono del tutto false. Non solo il manager in una intervista a tutto campo sul Corriere della Sera, si è detto indignati per “quello che sta succedendo a Gaza e per la reazione spropositata di Israele” al feroce attacco terroristico del 7 ottobre.
Insomma un duro butta e risposta e tutta una serie di critiche che potrebbero alla lunga creare un ambiente poco favorevole anche ad una quotata che, comunque, si occupa di difesa e armi e quindi di fatto è “coinvolta” in operazioni che di pacifico non hanno nulla. Il punto, però, è che con le vicende di Gaza, Leonardo rischia di ritrovarsi associata ad un genocidio ed è questo che Cingolani, con una dura e argomentata replica alle parole della Albanese, vorrebbe evitare.
Ma il target price sulle azioni Leonardo resta alto
Fatto il punto su quelle che potrebbero essere le ragioni alla base della pioggia di realizzi sulle azioni Leonardo, ci preme però evidenziare che il posizionamento degli analisti sul titolo della difesa continua ad essere positivo. Proprio nella giornata di ieri UBS ha confermato il rating neutral sulle azioni Leonardo alzando il target price a 55 euro.
Se la view degli analisti resta neutrale e quindi di fatto l’approccio rimane prudente, il fatto che il target price sia stato aumentato è un buon segnale. In precedenza gli analisti elvetici ritenevano che i prezzi delle azioni Leonardo potessero spingersi fino a 50 euro, ora a 55. Nonostante la crescita registrata, quindi, c’è sempre spazio per un potenziale rialzo e, a conti fatti, agli investitori è soprattutto questo che dovrebbe interessare.
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