
L’apertura della borsa di Milano è subito nel segno del tracollo di Stellantis. Il colosso automotive finì dal primo istante di scambi risulta essere bersagliato da vendite molto forti. Mentre è in corso la redazione del post il passivo è già del 2,6 per cento a 7,7 euro in un contesto generale in cui il Ftse Mib cede lo 0,6 per cento. Ancora una volta le azioni Stellantis sono le peggiori di tutto il paniere di riferimento. I motivi sono però nuovi. Se nella scorsa Ottava il titolo aveva sofferto a causa del crollo di Renault a Parigi, a pesare oggi sono i conti preliminari semestrali. Come da calendario degli eventi societari, il colosso italo-francese renderà noti i conti del primo semestre 2025 il prossimo 29 luglio. Tuttavia oggi sono state fornite alcune anticipazioni su ricavi, utile e vendite. Guardando al pesante rosso che colora il titolo non c’è d avere alcun dubbio su quella che è stata la valutazione degli investitori.
Tra l’altro il nuovo crollo delle azioni Stellantis è un problema anche da un punto di vista a medio e lungo termine. A causa del nuovo ribasso, infatti, il rosso accumulato dalla quotata nel solo ultimo mese ora sale ad oltre il 5 per cento mentre il passivo su base annua viene aggiornato ad oltre il 58 per cento.
Titolo fortemente deprezzato, quindi, ma non per questo con prospettive di rialzo come sembrano proprio dimostrare i preliminari sui conti semestrali.
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La semestrale di Stellantis nel dettaglio
Saranno anche dati preliminari, ma i conti sul primo semestre 2025 che Stellantis ha comunicato oggi di certo non fanno dormire sonni tranquilli ai trader. Senza tanti giri di parole va evidenziato che la semestrale è letteralmente imbottita di segni negativi. Non solo ma spunta anche una maxi perdita.
Scendendo nel dettaglio, i ricavi al 30 giugno si sarebbero attestati a 74,3 miliardi di euro con un bilancio zavorrato da una perdita netta di 2,3 miliardi di euro.
Secondo quanto riportato dal management, il risultato negativo sarebbe stato fortemente influenzato da oneri netti per circa 3,3 miliardi di euro al lordo delle imposte. Questi costi sono stati principalmente legati alla cancellazione di programmi, alla svalutazione di piattaforme, a ristrutturazioni interne e all’impatto della nuova normativa USA. Agli effetti negativi derivanti di questi fattori si sono poi sommate le prime conseguenze dei dazi statunitensi, che hanno inciso per circa 0,3 miliardi di euro.
Male i ricavi e malissimo l’utile ma negative anche le consegue di auto. Nel secondo trimestre dell’anno, le consegne sono state stimate in circa 1,45 milioni di unità, registrando un calo del 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Il calo viene attribuito dai vertici della quotata a pause produttive causate proprio dai dazi introdotti in Nord America all’inizio del trimestre. Non solo ma anche la transizione dei prodotti nell’Europa allargata avrebbe avuto un impatto negativo sia pure più mitigato. I diversi modelli chiave sono infatti in fase di accelerazione post-lancio o in attesa dell’avvio della produzione che è previsto per la seconda metà del 2025 e ciò ha in parte impattato negativamente sulle vendite.
In questo contesto molto deludente, l’impegno di Stellantis è quello di rilanciare la produzione nella seconda parte dell’anno, facendo appunto leva sui nuovi modelli e sulla riorganizzazione strategica delle proprie piattaforme industriali. L’ostacolo maggiore alla ripresa è rappresentato proprio dalla spada di Damocle dei dazi americani. Un miglioramento delle prospettive è possibile solo se si dovesse arrivare ad un accordo tra Usa e UE entro l’1 agosto. Se invece non ci dovesse essere intesa e i dazi dovessero restare al 30 per cento, come da imposizione di Trump, per Stellantis sarebbe un problema in più.
La volatilità sembra essere il destino di questo titolo così massacrato da vendite e incertezze. Per i trader più occasioni di ingresso ma anche maggiori rischi.
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