
In un contesto generale che vede il Ftse Mib perdere lo 0,7 per cento, la flessione dello 0,4 per cento registrata dalle azioni Stellantis potrebbe passare quasi inosservata. Eppure per la quotata del settore automotive oggi è una giornata da pieni riflettori. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, infatti, Sellantis potrebbe presto annunciare la sospensione del programma di Guida Autonoma Auto Drive. Se confermato si tratterebbe di una decisione significativa in quanto va a ridefinire lo stesso futuro del gruppo automobilistico italo-francese sempre più in cerca di identità una volta ridimensionare le velleità più green che fino ad appena un anno fa imperversavano in tutta Europa.
Prima di concentrare l’attenzione sulle implicazioni dello stop al programma di guida autonoma, vediamo quale è la situazione delle azioni Stellantis dal punto di vista grafico. Come abbiamo lasciato intendere, almeno per adesso, la decisione non sembra impattare più di tanto sui prezzi. Il contenimento della flessione odierna in un contesto generale che vede il Ftse Mib di nuovo in difficoltà a causa delle vendite sulle banche, permette a Stellantis di conservare il sia pur debole segno verde accumulato nell’ultimo mese. Rispetto a fine luglio, il titolo risulta essere apprezzato dell’1,3 per cento. Una magra consolazione dinanzi al -33 per cento accumulato da inizio anno e al -44 per cento registrato rispetto a un anno fa.
Tutti questi numeri confermano che il titolo resta sempre a super-sconto. Il problema è che manca la visibilità per un rilancio.
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Stellantis blocca il programma di guida autonoma?
Il sogno dell’auto che guida quasi da sola, almeno per il momento, non dovrebbe più tra le priorità di Stellantis. Secondo indiscrezioni di stampa, il gruppo automobilistico avrebbe deciso di mettere in pausa lo sviluppo del suo primo sistema di guida assistita di Livello 3, parte del programma Auto Drive, annunciato solo pochi mesi fa come fiore all’occhiello della strategia tecnologica.
La scelta non arriva a caso. Negli ultimi mesi i vertici hanno dovuto fare i conti con tre ostacoli non trascurabili: costi di sviluppo crescenti, difficoltà ingegneristiche e un interrogativo di fondo che aleggia in tutto il settore automotive: i clienti sono davvero pronti a pagare per un sistema che consente di togliere le mani dal volante solo in alcune situazioni? Le perplessità avrebbero spinto Stellantis a un passo indietro, simile a quello già compiuto con Amazon sul fronte dell’infotainment SmartCockpit.
Il Livello 3 avrebbe rappresentato un salto significativo: per la prima volta, il conducente avrebbe potuto staccare dallo stress della guida in specifici contesti, demandando quasi tutto all’elettronica di bordo. Ma se da un lato la prospettiva appare futuristica, dall’altro i costi e la complessità di certificazioni e normative rendono il traguardo più lontano del previsto.
L’azienda non ha fornito dettagli sugli investimenti sospesi, sottolineando però che le competenze acquisite non andranno perse: confluiranno nelle prossime evoluzioni della piattaforma AutoDrive. Questa, presentata nel 2021 sotto la guida di Carlos Tavares, fa parte di una più ampia architettura tecnologica – la cosiddetta STLA ABC – che comprende anche l’ecosistema software SmartCockpit e la base elettronica STLA Brain. L’idea resta quella di sviluppare un veicolo aggiornabile “over the air”, capace di evolversi nel tempo come uno smartphone.
Lo sguardo ora è rivolto ad aiMotive, la startup ungherese specializzata in intelligenza artificiale acquisita nel 2022, che dovrebbe fornire know-how cruciale per un nuovo capitolo del progetto. Rimane incerto, tuttavia, se la prossima versione comprenderà ancora funzioni di Livello 3 o se Stellantis sceglierà un approccio più graduale.
Quel che è certo è che la strategia software del gruppo non cambia: entro la fine del decennio l’obiettivo dichiarato è generare 20 miliardi di euro all’anno da servizi digitali e soluzioni connesse. La corsa alla guida autonoma potrà rallentare, ma la sfida per trasformare l’auto in una piattaforma tecnologica resta centrale.
Massima prudenza sulle azioni Stellantis per gli analisti
La parola d’ordine che circola tra gli analisti che coprono le azioni Stellantis è una sola: restare prudenti. In questo senso si sono espressi ad agosto gli esperti di Bernstein e quelli di Intesa Sanpaolo. I primi nelle scorse settimane avevano ribadito il loro rating market perform abbassando il prezzo obiettivo a 8 euro mentre la banca guidata da Messina, a inizio mese, aveva reiterato il rating neutral pur incrementando il prezzo obiettivo a 9,1 euro.
Per quello che riguarda il rating, entrambi si allineano alla valutazione media fissata dai 25 esperti che coprono il titolo a hold (mantenere). A proposito sempre di medio, il target price è pari a 9,44 euro quindi i due prezzi obiettivo assegnati ad agosto da Intesa SP e Bernstein sono inferiori rispetto a quello medio.
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