
Quando manca oramai poco alla metà della seduta, sul fondo del Ftse Mib troviamo le azioni Unicredit. La quotata di Piazza Gae Aulenti, come del resto tutto il settore bancario di Piazza Affari, è apparsa in difficoltà fin dal momento dell’apertura degli scambi. Tuttavia, a differenza di altre banche che hanno progressivamente smussato il rosso, Unicredit lo ha allargato e da qui il poco invidiabile primato di titolo peggiore della seduta (almeno per adesso).
Come si può vedere dal grafico in basso, le azioni Unicredit scambiano a 67,5 euro con un ribasso del 2 per cento rispetto a ieri. La situazione, però, è tutto tranne che allarmante. La banca guidata da Orcel, infatti, era su livelli superiori ai 68 euro già da metà mese e infatti rispetto a un mese fa e pur considerando il profondo rosso in atto oggi, continua a spiccare un verde di oltre il 10 per cento. Questo senza scomodare il rialzo su base annua che è pari all’84 per cento.
Insomma i numeri dicono che Unicredit, dopo aver corso tanto sovra performando tutto il Ftse Mib, adesso si sta prendendo un sospiro di assestamento. Per i trader che attendevano da giorni una situazione più favorevole per valutare un ingresso, quanto sta accadendo mentre è in corso la redazione dell’articolo sembra essere quantomeno interessante.
Questo però non toglie che si debbano esaminare le ragioni alla base del ribasso registrato da Unicredit nella seduta di oggi.
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Le tre ragioni alla base delle vendite sulle azioni Unicredit
Ci sono almeno tre motivi che possono spiegare l’approccio ribassista in atto sulle azioni Unicredit. Uno è di ordine generale e quindi riguarda tutto il settore bancario nel suo insieme, uno è più specifico e il terzo è più di tipo tecnico.
Tanto per iniziare, come abbiamo accennato in precedenza, non è che Unicredit sia venduta in modo esclusivo perchè sono tutte le banche del Ftse Mib ad andare male. Per capire cosa sta accadendo è necessario andare oltre-confine. Le vendite sulle banche italiane sono un effetto domino del tracollo registrato dagli istituti francesi. La borsa di Parigi è infatti in forte difficoltà dopo che il primo ministro Francois Bayrou ha lanciato un alert sulla tenuta dell’economia francese chiedendo alle camere la fiducia su una legge di bilancio lacrime e sangue (tagli monstre alla spesa pubblica e pioggia di nuove tasse). Il voto è in programma per l’8 settembre e c’è il serio rischio che l’esecutivo possa cadere. La Francia è in piena crisi finanziaria e economica. Secondo gli analisti è probabile che la tensione resti alta almeno fino al voto di fiducia fermo restando che se il governo Bayrou sponsorizzato da Macron dovesse cadere, sarebbe fuga dagli asset francesi anche perchè, oramai da anni, Parigi è travolta dal sovraindebitamento. In questo contesto i titoli bancari francesi a partire da Societe Generale stanno andando a picco con conseguenze negative su tutto l’Euro Stoxx 600 banche.
Questa è una prima ragiona alla base della netta tendenza a vendere i bancari che è in atto oggi in borsa. Nel caso specifico di Unicredit, c’è poi anche un motivo domestico. La banca è penalizzata dalle rinnovate tensioni legate al dossier Commerzbank. Il governo tedesco ha infatti ribadito la propria ferma opposizione a un incremento della partecipazione dell’istituto di piazza Gae Aulenti nella banca di Francoforte, definendo l’atteggiamento dell’istituto italiano come “non coordinato e ostile” in riferimento alla salita al 26 per cento annunciata ieri.
La presa di posizione di Berlino non rappresenta una novità assoluta: la contrarietà a una eventuale operazione di stake building da parte di Unicredit era già nota da tempo. Tuttavia, il richiamo esplicito delle autorità tedesche ha contribuito ad alimentare i dubbi degli investitori sulle possibilità di un’evoluzione in tempi brevi.
Secondo gli analisti di Intermonte, nonostante il clima politico ostile, la banca guidata da Andrea Orcel sembra orientata a mantenere un profilo basso sul mercato tedesco, limitandosi al ruolo di investitore silente. L’obiettivo, sottolineano gli esperti, sarebbe quello di beneficiare della redditività di Commerzbank, senza tentare mosse che possano essere percepite come aggressive dalle istituzioni tedesche.
In questa prospettiva, Unicredit potrebbe continuare a osservare i progressi derivanti dall’attuazione del piano industriale già in corso a Francoforte, valutando con attenzione l’evoluzione della governance e dei conti dell’istituto tedesco. La strategia di Piazza Gae Aulenti sembra quindi improntata alla cautela: valorizzare l’investimento senza alimentare frizioni con Berlino, in un momento in cui le relazioni politiche ed economiche tra Italia e Germania restano particolarmente delicate.
Per il mercato, la vicenda rappresenta comunque un elemento di incertezza e da qui le forti vendite. Se a ciò si aggiunge il fatto (terzo motivo, quello più tecnico) che le azioni Unicredit sono reduci da una lunga fase di rialzo, si può capire perchè oggi molti trader stanno preferendo vendere. L’altra faccia della medaglia è la maggiore convenienza a comprare.
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