
Le offerte pubbliche di scambio incrociate tra le banche italiane continuano a movimentare l’estate di Piazza Affari. Ieri è stato il primo giorno dell’OPS di Monte dei Paschi su Mediobanca. Premesso che l’operazione avrà termine addirittura l’8 settembre, l’avvio dell’offerta ha avuta meno eco del previsto. Complici anche l’euforia per la riuscita di un’altra OPS, quella di BPER Banca su Banca Popolare di Sondrio e il sempre alto appeal per la controversa OPS di Unicredit su Banco BPM, l’inizio dell’OPS MPS su Mediobanca non ha interessato più di tanto il mercato. E puntuale riscontro, infatti, si è avuto oggi con la pubblicazione dei risultati sulle adesioni di ieri. Borsa Italiana ha infatti reso noto che nel primo giorno di OPS risultano essere state portate in adesione appena 928 azioni di Piazzetta Cuccia, pari allo 0,0001 per cento delle azioni oggetto dell’offerta. In pratica un avvio di OPS solo sulla carta visto il numero davvero minimo di titoli portati in adesione.
Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che alla base di un inizio così freddo non c’è solo il lungo periodo di tempo che gli azionisti hanno a loro disposizione per aderire (a la riguardo ricordiamo che nella comunicazione di Borsa Italiana sui risultati dell’offerta, è stato ribadito che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta), ma soprattutto le perplessità del mercato per i termini dell’operazione. Se il trend delle adesioni dovesse essere confermato, sarebbe il segnale che gli investitori attendono un gesto da parte di MPS per rendere più appetibile l’adesione.
Insomma un’OPS che, così come è strutturata adesso, incorpora uno sconto del 4,6 per cento rispetto agli ultimi valori delle azioni Mediobanca in borsa, non è proprio il massimo per spingere gli investitori ad aderire.
Se i termini dell’OPS dovessero migliorare (sia direttamente quindi con aumento del prezzo offerto che, come vedremo dopo, indirettamente) allora anche i titoli delle due banche interessate potrebbero diventare appetibili stimolando l’appeal speculativo, ora esercitabile anche con il nuovo servizio di trading nazionale lanciato dal broker eToro.
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Cosa serve per la riuscita dell’OPS di MPS su Mediobanca
Occorrono fatti concreti per la riuscita dell’OPS di Monte dei Paschi su Mediobanca altrimenti il periodo di adesione può essere ancora più lungo di quello fissato (già al massimo delle disposizioni di legge) ma l’appeal tra gli investitori resterebbe basso. E del resto il numero uno di Piazzetta Cuccia Nagel è stato molto chiaro su questo punto affermando che, così come è strutturata, l’offerta non può ritenersi neppure un minimo soddisfacente.
Tre gli eventi che potrebbero dare uno slancio all’OPS: il primo dipende in modo diretto da Monte dei Paschi mentre gli altri due sarebbero effetti indiretti del mercato.
Iniziamo il nostro rapido esame con l’azione diretta di Monte dei Paschi: se il prezzo riconosciuto da MPS dovesse aumentare, gli azionisti Mediobanca potrebbe aver un miglior occhio di riguardo. Ma di quanto dovrebbe salire il corrispettivo riconosciuto a chi porta azioni in adesione all’offerta per dare più chance di riuscita all’OPS? Il nodo è tutto qua. Secondo gli analisti il capitale in eccesso disponibile che è pari a 2,8 miliardi di euro potrebbe essere usato per migliorare le condizioni dell’offerta. Tra l’altro la cifra che il management della banca toscana dovrebbe mettere sul piatto potrebbe anche non essere impossibile. Obiettivo di MPS è infatti assumere il controllo del 35 per cento del capitale di Mediobanca. Ora, i primi due attuali soci di Piazzetta Cuccia, assieme, sono già a quasi il 30 per cento. Se non ci dovessero essere bastoni tra le ruote da parte della Banca Centrale Europea, lo sforzo economico aggiuntivo che MPS dovrebbe mettere in campo per riuscire nell’operazione, non sarebbe improponibile.
Ma la banca toscana potrebbe anche non fare nulla e quindi lasciare tutto così come è se si dovessero verificare due eventi alternativi: un calo delle azioni Mediobanca o un rally delle azioni MPS. In entrambi i casi sarebbe quindi il mercato e rendere più appetibile l’attuale proposta di Siena.
Vediamo nel dettaglio.
Le azioni MPS scambiano in rialzo del 5 per cento da inizio anno a quota 7.06 euro mentre quelle di Mediobanca sono in progressione del 30 per cento da inizio 2025 a quota 18,38 euro (ma nell’ultimo mese hanno perso il 5 per cento). Ebbene un possibile rialzo delle azioni MPS, magari effetto di acquisti condotti dai soci più forti che puntano a rafforzare la loro quota nel capitale di Monte dei Paschi mettendo la banca toscana nelle condizioni di riuscire nella conquista del salotto buono della finanza italiana, renderebbe l’OPS più stimolante agli occhi degli investitori.
Ma lo stesso effetto ci sarebbe nel caso in cui i prezzi di Mediobanca dovessero segnare un ribasso tale da portare l’attuale sconto in contrazione. E quando ci sarebbero le condizioni per un calo delle quotazioni di Mediobanca? Risultato simile sarebbe possibile semplicemente se azionisti come Mediolanum, Gavio e Monge dovessero vendere. Attenzione perchè in questo caso, il management di Mediobanca non che è se ne starebbe con le mani in mano a vedere le quotazioni calare e quindi l’OPS di Monte dei Paschi diventare più appetibile. E’ altamente probabile, infatti, che dinanzi a forti vendite, i vertici di Piazzetta Cuccia adottino le loro contromisure ad esempio con un piano di acquisto di azioni proprie.
Delle strade per la riuscita dell’OPS, quella dell’aumento del prezzo offerto da parte di MPS sembra essere la più efficacie. Di certo tutte e tre le opzioni porterebbero in alto l’appeal sul dossier e quindi la visibilità dei titoli coinvolti per la gioia dei trader.
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