
Rialzo di appena lo 0,2 per cento per le azioni Eni nel giorno in cui è stato effettuato lo stacco della prima tranche del dividendo 2026 relativo all’esercizio 2025. Il cane a sei zampe, infatti, figurava, assieme ad altre cinque quotate, nella lista dei titoli alle prese oggi 22 settembre con la remunerazione degli azionisti. Trattandosi di un quarto del dividendo complessivo, l’impatto dell’operazione di stacco sul prezzo di Eni e ancora di più sull’economia complessiva del Ftse Mib è stato molto limitato.
Per effetto della remunerazione, le quotazioni di Eni si sono portate dai 14,81 euro della chiusura dello scorso venerdì ai 14,58 euro dell’apertura di oggi. Nel complesso il titolo Eni resta negativo per il 4,41 per cento rispetto ai valori di un mese fa pur essendo in rialzo di oltre l’8 per cento da inizio anno. Classico andamento a doppia faccia, quindi, con il medio termine più incerto (anche come conseguenza dello scarso apporto del prezzo del petrolio) e il lungo termine più solido.
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Focus sullo stacco della prima tranche del dividendo Eni 2025
L’ammontare complessivo del dividendo Eni per il 2026 è già noto e ammonta a 1,05 euro per azione, suddiviso in quattro tranche. Ad essere staccata oggi è stata la prima tranche pari a 0,26 euro per azione. Da evidenziare che, a differenza di quanto accaduto per l’esercizio 2024, la divisone della cedola totale di Eni non sarà in quattro tranche di pari importo come si è soliti affermare in questi casi. Le prime tre cedole saranno pari a 0,26 euro ciascuna, mentre l’ultima raggiungerà quota 0,27 euro. Una scelta che può essere intesa come frutto della volontà del management di garantire agli investitori una remunerazione stabile, con un leggero incremento nell’ultima parte dell’anno.
Se confrontato con lo scorso esercizio, il miglioramento è evidente. Il dividendo Eni 2025, riferito al 2024, si era attestato complessivamente a 1 euro per azione, ripartito in quattro rate da 0,25 euro. L’incremento di 5 centesimi complessivi, seppur modesto, può essere considerato un segnale di continuità e crescita che, ovviamente, il mercato ha accolto con favore.
Focalizzando l’attenzione solo sulla tranche in stacco oggi, il dato più rilevante è quello del rendimento da dividendo. Considerando un prezzo di riferimento del titolo Eni a 14,8 euro, il dividend yield della singola tranche è stato pari all’1,75 per cento. Ora se si estende il calcolo all’intera distribuzione annuale, si ottiene un rendimento complessivo del 7,1 per cento, livello significativo che conferma Eni come una delle società italiane più generose in termini di payout.
Va comunque ricordato che tutti i valori indicati devono essere letti al netto della tassazione sui dividendi, attualmente fissata al 26 per cento.
Al di là dello stacco della prima trance del dividendo Eni 2026 avvenuto oggi, è tutto il tema della remunerazione a resta centrale per il colosso energetico. Negli ultimi anni Eni ha scelto di affiancare ai dividendi anche programmi di buyback con l’obiettivo di creare ulteriore valore per i propri investitori. In un contesto di volatilità dei mercati energetici, la prevedibilità e la stabilità dei flussi di cassa distribuiti agli azionisti rappresentano un fattore di fiducia.
La cedola di 0,26 euro staccata oggi da Eni sarà poi messa in pagamento da mercoledì 24 settembre.
Quale è stato l’impatto complessivo dei dividendi in stacco oggi sul Ftse Mib
Restando solo sul Ftse Mib, oltre ad Eni, a staccare oggi la cedola è stata anche STM. Pure in questo caso parliamo di un dividendo trimestrale solo che il riferimento non è ad una prima tranche ma ad una seconda.
Per la cronaca STM oggi ha remunerato gli aventi diritto con una cedola pari a 0,0762 euro (dividendo effettivo 0,09 dollari) su un totale di 0,36 dollari.
Ebbene, considerando tutte le due le cedole trimestrali, l’impatto complessivo stimato sul Ftse Mib non è andato oltre i 40 punti ossia meno dello 0,1 per cento.
L’effetto dei due dividendi staccati oggi sul Ftse Mib è quindi del tutto trascurabile.
Per la cronaca, le altre quattro quotate che hanno proceduto con la remunerazione degli azionisti sono state Piaggio, Sesa, De’ Longhi e Poligrafici Printing.
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