Ancora un crollo per la Borsa di Wall Street. Dopo i pesanti ribassi ad inizio Ottava, la borsa Usa è stata nuovamente massacrata dalle vendite tanto che si è nuovamente parlato di sell-off e panic-selling. Dopo una sedute pesantissima, tutti gli indici azionari americani hanno chiuso con cali molto vistosi. Le dimensioni del nuovo crollo di Wall Street sono tutte in questi numeri: il Dow Jones ha preso il 4,15% a 23.860,46 punti, il Nasdaq ha chiuso con un calo del 3,90% a 6.777,16 punti e l’S&P 500 è crollato del 3,75% a quota 2.581 punti. Nessun indice si è salvato dall’ondata di vendite che, come già avvenuto ad inizio settimana, ha un solo responsabile: il “terrore” di un veloce aumento dei tassi di riferimento da parte della FED a causa dell’incremento dell’inflazione. Questa preoccupazione ha del resto determinato la corsa del rendimento dei titoli di Stato americani che ieri sono saliti ai livelli massimi da quattro anni, toccando un picco al 2,88%. In reatà al di là di questi motivi che vengono identificati dallo scorso venerdì come i risponsabile del sell-off, sulle reali cause del crollo di Wall Street c’è ancora molta confusione. 

Gli effetti del nuovo crollo della borsa Usa si sono già visti sulle borse asiatiche. La borsa di Tokyo oggi ha chiuso la seduta con un Nikkei crollato del 2,32%, ovvero 508,24 punti a quota 21.382,62 punti. Molto male anche il più ampio indice Topix che ha invece perso l’1,91% a quota 1731,97 punti. A causa del nuovo forte ribasso, la performance negetiva di entrambi gli indici nipponici si è ora allargata a dismisura. Nell’ultima Ottava, infatti, l’indice Nikkei ha perso l’8,13% mentre il Topix è crollato del 7,09%. Al di là dei dati della giornata, quello che preoccupa soprattutto è il sentiment degli investitori. Secondo Hikaru Sato, analista tecnico senior presso Daiwa Securities, “a meno che le azioni degli Stati Uniti non si stabilizzino, è difficile che cambi il sentiment del mercato”. Una frase chiarissima che dimostra come il crollo dei mercati giapponesi e dei mercati globali sia dovuto alla fase estremamente negativa di Wall Street. Proprio sulla base di questa considerazione si può ritenere che anche la Borsa Italiana oggi sia destinata a muoversi in ribasso se non a crollare proprio. Stesso discorso vale ovviamente anche per tutte le altre borse europee. Il panic selling parte della borsa Usa ma poi si estende sull’azionariato globale. 

Dinanzi a questa situazione i traders stanno inziando a chiedersi se non è il caso di preoccuparsi. Non bisogna infatti dimenticare che finoi a pochi mesi fa in molti parlavano di una possibile e imminente bolla di Wall Street dovuta alla corsa senza freni che l’azionariato Usa aveva messo a segno dal giorno dell’elezione di Trump alla Casa Bianca. In realtà, al di là del sell-off in corso, il quadro non sembra poi essere così negativo. Secondo William C. Dudley, presidente della Federal Reserve di New York, i mercati si stanno adeguando a un miglioramento dell’outlook globale e che il recente crollo di Wall Street (e di tutti i mercati globali) “non è fonte di preoccupazione per le banche centrali“. Dudley ha iniltre ribadito che la stima di tre rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve nel corso del 2018 è “ragionevole”.

Insomma motivi di preoccupazione non ve ne sono e quindi, il tonfo di Wall Street e il possibile crollo della Borsa Italiana di oggi diventano soprattutto occasione per fare trading attarverso i CFD. 

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