Wall Street e crollo mercati: i retroscena del panic-selling e le previsioni di Roubini

Perchè la borsa di Wall Street è crollata generando un panic selling su tutti i mercati? Questa domanda oggi 7 febbraio vale milioni di dollari poichè i motivi del crollo della borsa Usa sono ancora avvolti nel mistero. Si conoscono al massimo i pretesti che hanno determinato il crollo dei mercati con scene di panico su tutte le borse ma è ancora presto per dire cosa realmente sia avvenuto. Essendo non definita la situazione di fondo, è ovvio che anche l’elaborazione di previsioni sull’andamento della borsa Usa nelle prossime sedute è alquanto difficile. Probabilmente bisognerà attendere la fine dell’Ottava per capire se il crollo dei mercati è stato un caso isolato o se ci sono delle notizie che, ad oggi, non sono ancora note alla massa degli investitori.

A spaventare sono soprattutto le dimensioni del movimento ribassista che si è verificato a Wall Street. Certamente c’è un problema che è dovuto al trading meccanizzato ma il quadro potrebbe essere più complesso. Oltre all’oramai noto problema dell’inflazione, tra le altre cause che vengono spesso citate per spiegare il sell-off di Wall Street, ci sono anche la fine dell’era Yellen alla guioda della FED, i petroyan e i rapporti tra le due coree. Insomma, il ventaglio delle ipotesi sui motivi del grande crollo è molto ampio.

Secondo un’analisi di eToro, dietro al panic selling ci sarebbe…la distensione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Sarebbe stato questo fattore ha innescare una reazione a catena che ha portato la borsa di Wall Street a bruciare miliardi di dollari in pochissimo tempo. L’ipotesi di eToro è suggestiva e merita di essere attenzionata poichè potrebbe creare le premesse per nuovi forti movimenti ribassisti.

Secondo Mati Greenspan, analista di eToro, ci sarebbero strane coincidenze tra il crollo di Wall Street e quanto avvenuto tra le due Coree nei giorni scorsi. “Le due Coree – afferma l’analista – hanno iniziato i colloqui lo scorso 9 gennaio, il giorno prima del sell off obbligazionario“. Certo questa coincidenza potrebbe essere solo un caso ma potrebbe pure non essere solo un caso perchè “alcuni degli investitori di maggior successo nella storia hanno fatto il loro ingresso sul mercato in concomitanza di grosse crisi o crolli significativi“.

La vulgata comune vorrebbe che il grande crollo di Wall Street sia stato originato dall’aumento dei salari orari Usa e dal conseguente rischio che l’inflazione possa crescere oltre le attese. Da qui sarebbe scaturito il panic selling che si è visto in questi giorni in Usa e non solo. C’è però un problema. L’analista di eToro ricorda che “storicamente nella maggior parte dei casi di sell-off, altri asset tendevano a crescere. L’oro di solito ne ha sempre tratto beneficio in quanto considerato porto sicuro, così come è successo più volte che dollaro Usa e yen giapponese crescessero sostenuti dalla ricerca di maggiore liquidità da parte degli investitori”. Ebbene a differenza di questa regola, il crollo di Wall Street ha trascinato tutto in ribasso e ha spinto gli investiori più esperti ad ammettere di non aver ancora capito “cosa sia successo realmente”.

Proprio in considerazione di questo vicolo cieco, Greenspan lancia la sua ipotesi: e se il crollo di Wall Street fosse dovuto al nuovo scenario coreano? Oggi la Corea del Nord e la Corea del Sud sono in guerra dal punto di vista formale ma, a causa dell’approssimarsi dei giochi olimpici, hanno avviato contatti diplomatici. Ebbene, secondo l’analista di eToro, non appena sono partiti i contatti, i mercati sono stati travolti dalle vendite.

Fanta-finanza? E’ possibile come è pure possibile che non ci sia un solo motivo ben preciso alla base del crollo di Wall Street. Secondo Nouriel Roubini, il sell-off è il segnale che la luna di miele tra Trump e i mercati sia avviata alla conclusione. Se quindi ci sarà un forte ritracciamento di Wall Street, quale sarà la direzione dei mercati. Per Roubini, “con l’economia americana già vicina alla piena occupazione, gli stimoli fiscali di Trump stimoleranno l’inflazione più di quanto faccia la crescita. L’inflazione a sua volta costringerà la Fed ad alzare i tassi di interesse più presto e in modo più veloce rispetto a quanto avrebbe fatto, e ciò sosterrà ulteriormente i tassi di interesse di lungo termine e il valore del dollaro”. Insomma lo stesso quadro di riferimento starebbe per cambiare.

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