Trump scatena guerra commerciale, ecco i primi riflessi sui prezzi delle materie prime

Nelle ultime ore la minaccia di una guerra commerciale globale sta crescendo in maniera rilevante. Già nel fine settimana l’amministrazione Trump aveva confermato il suo piano di imposizione di tariffe sulle importazioni di acciaio e di alluminio, nonostante una forte opposizione da parte degli alleati degli Stati Uniti e dei gruppi nazionali. Secondo i consulenti commerciali degli Stati Uniti, la mossa aiuterebbe la sopravvivenza delle industrie nazionali dell’acciaio e dell’alluminio.

Tuttavia, considerando che nessun Paese dovrebbe essere escluso dalle tariffe, i riflessi internazionali potrebbero essere notevoli. Solo Canada e Messico potrebbero beneficiare di tariffe più basse, a patto che accettino di rinegoziare il Nafta. Al contrario, potranno essere esentati non i Paesi, ma alcuni prodotti selezionati, se ritenuti necessari all’economia degli Stati Uniti.

In questo contesto, i prezzi dello zinco sono scesi verso i livelli più bassi da inizio anno, dopo che il London Metal Exchange (LME) ha riportato un sorprendente aumento del 59% delle scorte di zinco a 209.050 tonnellate metriche, per il più grande volume di zinco in quasi tre decenni.

Ancora, per la prima volta dall’inizio del 2014, a gennaio le spedizioni di nichel dall’Indonesia hanno superato i volumi dalle Filippine. In effetti, le esportazioni dall’Indonesia si stanno rapidamente riprendendo dopo l’allentamento dei divieti governativi, mentre le esportazioni dalle Filippine sono negativamente influenzate dalle ricadute stagionali.

Infine, stando a un rapporto pubblicato lunedì da S & P Global Market Intelligence, nel 2017 le aziende del settore minerario hanno incremento del 15% a / a la loro spesa in esplorazione e potrebbero spingere tali investimenti di un ulteriore 20% a / a nel 2018 grazie al crescente interesse e alla rapida adozione di nuove tecnologie nei settori automobilistico e delle batterie. L’oro ha intanto beneficiato della quota maggiore degli investimenti totali, seguito dal rame, nichel e zinco. In termini di crescita percentuale, il cobalto e il litio hanno registrato l’aumento più rapido nelle spese di esplorazione, dal momento che gli investimenti sono rispettivamente quadruplicati e raddoppiati rispetto a un anno fa.

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