La tregua Stati Uniti – Cina è destinata a durare?

Nel corso del recente G20 di Buenos Aires, in Argentina, l’incontro tra il Presidente statunitense, Donald Trump, e quello cinese, Xi Jinping, ha fornito dei risultati migliori di quelle che erano le principali attese.

Il risultato di tale meeting è infatti che, con il 1 gennaio 2019, si eviteranno nuove fasi della trade war e, dunque, nessuna nuova applicazione tariffaria all’import / export tra le due principali economie del mondo.

Ma durerà questo clima positivo?

Secondo Schroders, in una nota a cura di Keith Wade, Chief Economist & Strategist, emerge un diffuso scetticismo nei confronti delle prospettive di un accordo di lungo termine su questioni quali i diritti sulla proprietà intellettuale. Dunque, è molto probabile, per Schroders, che nel corso del 2019 le tensioni si faranno sempre più evidenti, e che le ostilità possano riprendere.

Come abbiamo peraltro più volte sottolineato su queste pagine, è possibile che l’atteggiamento di Trump rifletta il risultato delle elezioni di Mid-Term, con il presidente dell’amministrazione a stelle e strisce ora più consapevole dei danni che possono causare i dazi, in un contesto in cui le sue leve fiscali sono più limitate.

Di certo vi è, secondo Schroders, che questi sviluppi ridurranno l’impatto immediato dei dazi più elevati del 2019 sull’inflazione, che a sua volta potrebbe generare uno scenario utile alla Federal Reserve per mettere in stand by il percorso sui tassi. Un sospiro di sollievo potrebbe essere tratto anche dalle aziende, evidentemente sollevate dal fatto di non dover affrontare un’ulteriore escalation nei costi alle importazioni.

Insomma, fattori per il momento positivi per l’economia, che dovrebbe perdere slancio l’anno prossimo, man mano che gli stimoli fiscali scemeranno.

La vera questione è dunque quanto sia o meno longeva tale ondata di positività. La risposta è… che probabilmente la serenità finirà presto. Gli Stati Uniti hanno ad esempio già sottolineato che i dazi al 25% verranno imposti se non sarà raggiunto un accordo dopo 90 giorni, e la Cina ha parlato di ridurre i dazi esistenti.

Insomma, traendo le conclusioni: è vero che l’esito delle negoziazioni è stato migliore delle attese, ma è anche vero che le divergenze su alcuni temi come la proprietà intellettuale e il trattamento della tecnologia in Cina, probabilmente rappresenteranno degli ostacoli considerevoli per un accordo duraturo.

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