Cosa attendersi dall’andamento del prezzo del petrolio e dell’oro nella settimana corrente? Utili indicazioni su quale strategia trading adottare sulle materie prime nella settimana dal 17 al 21 dicembre possono arrivare dall’analisi tecnica. 

PREZZO DEL PETROLIO TORNA SCENDERE: PESANO TIMORI CALO CONSUMI E SCORTE DI GREGGIO IN CALO MENO DELLE ATTESE

Torna a scendere la quotazione petrolio nella versione WTI, che hanno ceduto poco più del 2%, rispetto alla precedente chiusura settimanale. La sessione di Venerdì 14 Dicembre si è infatti conclusa a 51,47 dollari, mentre il massimo a 5 sedute non si è spinto oltre quota 53,27 dollari, a fronte di un minimo toccato a quota 50,35 dollari.

LE NOTIZIE PIU’ RILEVANTI PER LE QUOTAZIONI DEL PETROLIO

Prezzo del greggio che in apertura di ottava era stato sostenuto dal ribasso delle esportazioni libiche dovute al sequestro del più grande sito di estrazione del Paese nonché dal riflesso dell’accordo sui tagli alla produzione raggiunto la scorsa settimana tra i membri OPEC e quelli non facenti parte del cartello, capitanati dalla Russia. La nuova intesa per rilanciare i prezzi del petrolio, che prevede una riduzione dell’ output per 1,2 milioni di barili giornalieri, entrerà in vigore il primo Gennaio 2019 per un periodo di sei mesi. Anche il Canada ha deciso di limare le proprie forniture.

Le quotazioni del petrolio hanno inoltre beneficiato delle indicazioni arrivate dal bilancio preconsuntivo 2018 elaborato dall’ Unione Petrolifera, da cui è emerso che quest’ anno per la prima volta nella storia la domanda ha superato la fatidica soglia dei 100 milioni di barili al giorno. La punta massima è stata toccata a 101 milioni di barili giornalieri nel mese di Agosto, mentre per l’ intero 2018 la domanda aggregata è risultata in aumento dell’1,3% a 99 milioni di barili. Da ulteriori dettagli si è inoltre appreso che la Cina è il maggior consumatore mentre gli Stati Uniti sono saliti sul più alto gradino del podio dei maggiori produttori, con un output giornaliero volato a 15,4 milioni di barili, scalzando Russia ed Arabia Saudita. Gli USA dal 2010 ad oggi, grazie allo sviluppo della rete estrattiva dello Shale Oil hanno quasi raddoppiato i volumi di estrazione ( +97% ), contro un aumento di appena l’11% della Russia e dei Paesi OPEC.

Tuttavia per il prossimo anno, sulla crescita domanda incombe lo spettro del rallentamento della crescita globale causato dalle dispute tra Stati Uniti ed i propri partner commerciali, che a sua volta potrebbe provocare un consistente rallentamento dei consumi. L’ EIA ( Energy Information Administration ) per il 2019, tuttavia, prevede una crescita di 1,2 milioni di barili al giorno per la domanda mondiale di petrolio, in aumento di circa 100 mila barili al giorno rispetto alla media del 2018.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Quotazioni del petrolio in calo dopo il calo minore delle attese relativo alle scorte di greggio statunitense, che nella settimana terminata il 7 Dicembre, secondo la consueta stima diffusa dall’ EIA hanno subito una flessione di circa 1,2 milioni di barili, mentre il mercato si aspettava un calo di circa 3,2 milioni di barili. Ancor più deludente la lettura sulle scorte rispetto al calo di ben 10,2 milioni di barili indicato con qualche giorno di anticipo dall’ API ( American Petroleum Institute ). In crescita, invece, gli stock di benzina, aumentati di circa 2,1 milioni di bari, oltre gli 1,9 milioni di barili indicati dagli analisti e la contrazione di 2,5 milioni di barili pronosticata dall’ API. In controtendenza le scorte di distillati che secondo la fonte EIA sono diminuite di 1,5 milioni di barili contro un aumento di circa 1,5 milioni di barili stimato dagli analisti e l’aumento di 0,7 milioni di barili indicato dall’ API.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro sistema operativo con sottostante il WTI, che ha preso profitto su tutti due target price pronosticati dalla strategia Long Intraday; nonché su tre obiettivi indicati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

La strategia rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 51,70 $; Target Price attesi in area 52,01 e 52,54 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 51,37 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 52,54 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 52,74 e 53,05 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 51,70 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 53,05 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 53,55 e 53,89 dollari, estesi a 54,44 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 52,54 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 48,23 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 48,75 e 49,05 dollari, estesi a 49,55 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 47,55 $.

La strategia ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 51,37 $, per sfruttare eventuali discese in 50,87 e 50,35 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 51,70 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 50,35 $,per anticipare possibili cali fino a 50,05 e 49,55 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 50,87 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 49,55 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 49,05 e 48,75 dollari, estese a 48,23 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 50,88 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 54,44 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 53,89 e 53,05 dollari, esteso a 52,54 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 55 $.

ANALISI TECNICA ORO

Di seguito l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro per la settimana dal 17 al 21 dicembre.

ORO SCIVOLA SOTTO AREA 1.250 DOLLARI CONDIZIONATO DA PRESE DI BENEFICIO DOPO LA RECENTE SALITA

Pausa di consolidamento per la quotazione oro, che dopo aver toccato un nuovo top a 5 mesi a quota 1.256,60 dollari ha chiuso l’ottava a 1.242,30 dollari l’ oncia. Chiusura settimanale pertanto al di sotto dell’ importante soglia tecnica rappresentata da area 1.250 dollari, il cui stabile superamento potrebbe favorire un ulteriore recupero delle quotazioni. Il bilancio delle ultime 5 sedute ha invece evidenziato un calo di poco superiore allo 0,80%, dopo che le prese di beneficio hanno trovato supporto su un minimo a quota 1.236,50 dollari.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL PREZZO DELL’ORO

L’ottava macro negli USA si è aperta con la lettura in chiaroscuro dell’ indice grezzo dei prezzi alla produzione, che nel mese di Novembre, pur evidenziando un aumento dello 0,1%, hanno rallentato rispetto al +0,6% della precedente stima mensile. Una rivelazione comunque lievemente migliore della variazione nulla stimata dagli analisti. Su base annua, il suddetto indice ha invece mostrato un progresso del 2,5%, ma anche in questo caso in frenata rispetto alla precedente lettura di Ottobre, quando il PPI aveva evidenziato un aumento del 2,9%. L’ indice dei prezzi alla produzione “ Core “, ovvero filtrato dai prezzi di beni alimentari ed energetici, ha invece mostrato un incremento dello 0,3% sul mese precedente ( consensus +0,1% ) ed un +2,7% su base annua ( attese +2,5% ).

Oro in lieve ripresa dopo che l’ inflazione statunitense nel mese di Novembre è rimasta stabile sui precedenti valori mensili, segnando il passo rispetto al +0,3% della stima finale di Ottobre. Su base annua, invece, l’ indice dei prezzi al consumo si è portato al 2,2%, in flessione dal 2,5% della precedente lettura mensile. Il cosiddetto “ CPI Core “, ovvero l’ indice dei prezzi al consumo al netto di beni alimentari ed energetici, ha invece rivelato un aumento dello 0,2% su ottobre e del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’ anno precedente. Il rallentamento dell’ inflazione statunitense potrebbe spingere la FED a rivedere la propria strategia sul ritmo degli aumenti dei tassi per il 2019, ma non ormai per quest’ anno, in quanto un ultimo rialzo per il 2018 è ormai dato per certo.

Ancora un saldo positivo per le richieste di mutui ipotecari negli USA, che secondo la stima diffusa dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nella settimana terminata il 7 Dicembre sono aumentate dell’1,6%, ma tuttavia in lieve flessione rispetto al +2% della precedente stima settimanale.

Giù oltre le attese, il numero delle richieste di sussidio di disoccupazione, che nell’ottava che si è conclusa l’ 8 Dicembre sono scese a 206 mila unità dalle 233 mila unità della precedente ottava. Battute le attese degli analisti, che invece si aspettavano un minor calo a 226 mila unità. La media mobile mensile, indicatore meno volatile rispetto alle singole letture settimanali si è invece assestata a 224.750 unità, in discesa di 3.750 unità rispetto alla stima dell’ ottava precedente. Il totale dei richiedenti sussidio all’1 Dicembre, invece, è aumentato a 1,661 milioni di unità da 1,631 milioni della lettura finale precedente, mentre il cosensus era per un aumento più contenuto a 1,649 milioni di unità.

Netta frenata per l’ indice PMI manifatturiero del mese di Dicembre, che secondo quanto reso noto da Markit ha subito una flessione a 53,9 punti dai 55,3 punti di Novembre, mentre gli analisti si aspettavano una contrazione più lieve, a 55 punti. Battuta d’ arresto anche per l’ indice PMI relativo al comparto servizi, che sempre nel mese in corso è scivolato a 53,4 punti dai 54,7 punti della precedente stima mensile. Di conseguenza, giù anche l’indicatore PMI Composito che ha rivelato un valore pari a 53,6 punti dai 54,7 punti di Novembre.

In lieve aumento le vendite al dettaglio del mese di Novembre, che secondo le stime del Dipartimento per il commercio statunitense sono aumentate dello 0,2% su base mensile, ( attese +0,1% ) ma che hanno fatto registrare un drastico rallentamento rispetto al +1,1% del mese di Ottobre, a sua volta riviste al rialzo dal +0,8% della stima preliminare.

Torna a crescere la produzione industriale nel mese di Novembre, in ascesa dello 0,6% su base mensile, a dispetto di un aumento limitato al +0,3% indicato dagli analisti. Deciso miglioramento anche rispetto alla flessione dello 0,2% rivelata dalla stima finale del mese di Ottobre, rivista al ribasso dalla stima preliminare, pari a +0,1. Sempre secondo le stime della FED, su base annua, la produzione industriale è aumentata del 3,9%. La capacità di utilizzo degli impianti è cresciuta di 0,4 punti al 78,5%, mentre i pronostici erano per un dato pari al 78,6%. Nel periodo pre-crisi, invece, il suddetto indicatore viaggiava stabilmente sopra l’80%. In crescita anche la produzione nel settore minerario, in progresso dell’ 1,7%, mentre quella relativa al settore utility è aumentata del 3,3%. L’attività manifatturiera, invece, dopo cinque aumenti consecutivi, è rimasta invariata rispetto alla precedente stima mensile.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Dopo la mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, il prezzo dell’ oro è ritornato lentamente alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari. La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari ha innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo potrebbe correre il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari. Lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, potrebbe allentare la pressione ribassista e favorire un ritorno in area 1.270-1.280 dollari.

Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo si rafforza soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di breve potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Buono il bilancio settimanale del nostro trading system con sottostante l’ oro che ha preso profitto su 3 target price pronosticati dalla strategia ribassista : 2 nella versione intraday ed1 nella versione Over.

La visione rialzista prevede l’ apertura di posizioni al Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.245,15 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.249,90 e 1.252,85 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.240,40 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.252,85 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.255,80 e 1.260,60 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.242,30 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.260,60 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.265,40 e 1.273,20 dollari, esteso a 1.285,90 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.252,85 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.200,80 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.212,90 e 1.220 dollari, estesi a 1.228,05 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.185 $ in chiusura di candela giornaliera.

La visione ribassista, invece, suggerisce di aprire Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.240,40 $; Target Price previsti a 1.235,65 e 1.232,75 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.245,15 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.232,75 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.228,05 e 1.225,15 dollari; Stop Loss; in caso di ritorno sopra 1.242,30 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.225,15 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.220 e 1.212,90 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.200,80 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.236,50 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.285,90 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.273,20 e 1.265,40 dollari, estesi a 1.260,60 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.300 $ in chiusura giornaliera.

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