Analisi tecnica previsioni prezzo oro e petrolio e strategia trading settimana 24 – 28 dicembre

Quali sono le previsioni sul prezzo dell’oro per la fine dell’anno? E quali quelle sul petrolio? Per rispondere a queste domande è necessario fare riferimento all’analisi tecnica. 

ANALISI TECNICA PETROLIO SETTIMANA 24 – 28 DICEMBRE

Non si arresta il crollo verticale del prezzo del barile, che nella versione WTI quotata a New York, scivolando fino ad un minimo intraday settimanale a 45,13 dollari, ha toccato il livello più basso da Luglio 2017. Chiusura d’ ottava a quota 45,41 dollari, che pertanto non lascia intravedere segnali di recupero, nonostante il -11% subito soltanto nelle ultime 5 sedute.

LE NOTIZIE PIU’ RILEVANTI PER IL PREZZO DELPETROLIO

La quotazione petrolio ha accelerato al ribasso, rompendo inesorabilmente un supporto dietro l’altro, dopo che il mercato è venuto a conoscenza dei livelli record raggiunti dalla produzione di Stati Uniti, Russia ed Arabia Saudita. In particolar modo le agenzie hanno fatto sapere che l’ output statunitense ha superato quello arabo, balzando a 11,7 milioni di barili giornalieri. Pertanto gli USA sono diventati il maggior produttore di petrolio al mondo, sulla spinta del forte incremento delle trivellazioni nei sette grandi bacini di Shale OIL, il cui apporto, secondo fonti EIA ( Energy Information Administration ) è previsto, entro la fine del 2018, a 8 milioni di barili al giorno. Molto attiva anche la produzione russa, balzata su un nuovo record storico a 11,42 milioni di barili giornalieri, scalzando dal secondo gradino più alto del podio l’ Arabia Saudita. La forte crescita dell’ output ha avuto un forte impatto negativo sui prezzi poiché il taglio alla produzione pari a 1,2 milioni di barili al giorno è sembrato poca cosa, in quanto rappresenta soltanto l’1% della domanda e sarà attivo soltanto a partire dall’1 Gennaio 2019.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Giù le scorte di petrolio USA, che secondo la consueta stima diffusa dall’ EIA, nella settimana terminata lo scorso 14 Dicembre, sono diminuite di 0,497 milioni di barili, scendendo per la terza ottava consecutiva. Le stime degli analisti, tuttavia, davano una maggiore contrazione, pari a -2,437 milioni di barili. In controtendenza, invece, gli stock di benzina che sono aumentati di 1,766 milioni di barili, assestandosi oltre i +1,2 milioni di barili indicati dagli analisti. In flessione, invece, le scorte di distillati in calo di 4,237 milioni di barili, contro l’ aumento di 500 mila barili atteso dal mercato. Nonostante il calo minore delle attese il prezzo del greggio ha reagito dopo il forte calo del 7% della seduta precedente, in quanto si è trattata di una lettura nettamente migliore delle anticipazioni diffuse dall’ API ( American Petroleum Insitute ), che invece avevano rivelato scorte do petrolio in aumento di 3,45 milioni di barili e riserve di benzina in crescita di 1,76 milioni barili.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Ottima la performance settimanale realizzata dal nostro sistema operativo con sottostante il WTI, che ha preso profitto su tutti i target price pronosticati dalla strategia Short ( 7 su 7 ), pertanto sia nella versione Intraday che Over. Chiusa in stop loss la posizione Long Speculativa.

La visione rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 45,76 $; Target Price attesi in area 46,04 e 46,50 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 45,30$. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 46,50 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 46,78 e 47,47 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 45,76 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 47,47 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 47,76 e 48,24 dollari, estesi a 48,72 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 46,78 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 42,88 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 43,58 e 44,12 dollari, estesi a 44,57 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 42,40 $.

La visione ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 45,30 $, per sfruttare eventuali discese in 45,02 e 44,57 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 45,76 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 44,57 $,per anticipare possibili cali fino a 44,12 e 43,85 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 45,30$. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 43,85 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 43,58 e 43,15 dollari, estese a 42,88 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 44,57 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 48,72 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 48,24 e 47,76 dollari, esteso a 46,78 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota49,20 $.

ANALISI TECNICA ORO SETTIMANA 24 – 28 DICEMBRE

Di seguito l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro nella settimana 24 – 28 dicembre. 

ORO BALZA SU NUOVI MASSIMI DI PERIODO IN AREA 1.270 DOLLARI DOPO MEETING FEDERAL RESERVE

Grazie decisa riconquista di area 1.250 dollari, la quotazione oro si è riaffacciata per la prima volta dopo quasi sei mesi oltre area 1.270 dollari, facendo registrare un massimo intraday a quota 1.270,30 dollari l’oncia. Il bilancio a cinque sedute, nonostante la seduta di Venerdì 21 Dicembre sia terminata con un calo dello 0,71%, ha tuttavia evidenziato una crescita dell’1,4%.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER LE QUOTAZIONI DELL’ ORO

Le quotazioni del metallo giallo nel corso dell’ ottava appena archiviata hanno beneficiato di diversi fattori: tra cui il cosiddetto “ risk off “ sui mercati azionari, in preda a forti cali; la debolezza del biglietto verde e la decisione della FED di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi, da tre a due manovre, per il 2019, dopo aver provveduto, come da attese, a mettere a segno il quarto aumento dello 0,25% del 2018.

La settimana macro USA ha esordito con il rallentamento fatto registrare dal comparto manifatturiero. La stima preliminare dell’ indice Empire State di New York ha infatti rivelato una forte frenata a 10,90 punti dai 23,30 punti della lettura finale del mese di Novembre. Nettamente deluse le attese degli analisti che invece avevano pronosticato un calo più modesto, a 20,10 punti.

Segnali contrastanti sono invece arrivati dal settore immobiliare a stelle e strisce, dove in primis, la lettura dell’ indice NAHB, ovvero l’ indicatore che tasta il polso alla fiducia dei costruttori immobiliari statunitensi, a Dicembre è sceso a 56 punti dai 60 punti di Novembre. Il consensus medio degli analisti, invece, dava un miglioramento a 61 punti. Segno “ più “, invece, per i nuovi cantieri avviati nel mese di Novembre, aumentati del 3,2%, assestandosi a 1,256 milioni di unità da 1,217 milioni di unità di Ottobre. La lettura ha superato le attese degli analisti, che invece si aspettavano una stima pari a 1.225 milioni di unità. Inversione di tendenza, invece, per le richieste di nuovi mutui ipotecari, che nella settimana terminata il 14 Dicembre sono diminuite del 5,8%, evidenziando una netta battuta d’arresto rispetto al +1,6% del precedente saldo settimanale diffuso dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ).

Si è allargato nel terzo trimestre dell’anno in corso il deficit delle partite correnti negli USA, salito a 124,8 miliardi di dollari, dai 101,2 miliardi di dollari del trimestre precedente. La rivelazione diffusa dal Bureau of Economic Analysis ( BEA ) è stata lievemente maggiore anche alle attese degli analisti, che avevano pronosticato un aumento a 124,3 miliardi di dollari.

In frenata anche la stima del Philadelphia FED Index, ovvero l’indicatore che misura la fiducia commerciale dei produttori nel distretto federale della città Pennsylvania, sceso nel mese di Dicembre, a 9,4 punti, dai 12,9 punti della precedente rivelazione. I pronostici degli analisti, invece, erano per un miglioramento a 15 punti. Il suddetto indicatore, conosciuto anche come Philly FED Index, assume una rilevanza molto importante a livello macro, poiché tasta il polso al settore manifatturiero, in quello che rappresenta il terzo distretto federale per grandezza negli Stati Uniti. Il dato viene elaborato attraverso un’ indagine condotta dalla locale FED, con cui i partecipanti riferiscono dei cambiamenti rispetto alla precedente stima e forniscono le previsioni per i successivi sei mesi. Un valore superiore la soglia zero indica che il comparto manifatturiero è in espansione, mentre una risultato inferiore a zero è sinonimo di contrazione.

Il Dipartimento per il Lavoro, invece, ha reso noto che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, al 15 Dicembre, hanno evidenziato un lieve calo a 214 mila unità, in discesa da 215 mila unità della precedente ottava. La media mensile, valore più affidabile, in quanto meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, si è assestata a 222.000 unità, in discesa di 2.750 unità rispetto all’ ottava precedente. Il saldo relativo al totale dei richiedenti sussidio, all’8 Dicembre, invece, si è assestato a 1,688 milioni di unità, in crescita rispetto a 1,661 milioni di unità della precedente rivelazione. Le aspettative degli analisti erano per un minor aumento a 1,665 milioni di unità.

Supera le attese, nonché la precedente rivelazione mensile ( +0,1% ), il Leading Index del Conference Board USA, che a Novembre ha mostrato un incremento dello 0,2%. I pronostici, invece, davano una lettura invariata.

In miglioramento, invece, l’ indice della fiducia dei consumatori del mese di Dicembre, che nella stima finale dell’ Università del Michigan si è assestato a 98,3 punti, in crescita dai 97,5 punti della stima flash e dai 97,4 punti del consensus medio degli analisti.

Lettura al di sotto dei pronostici, invece, per la stima sul reddito personale di Novembre, aumentata dello 0,2% su base mensile, ma in frenata rispetto al + 0,3% atteso dal mercato ed a fronte del +0,5% di Ottobre. Lievemente oltre le aspettative, invece, le spese per i consumi personali, aumentate dello 0,4% su base mensile, mentre gli analisti avevano indicato un aumento dello 0,3%. La lettura ha tuttavia mostrato un rallentamento rispetto al +0,8% della precedente stima mensile, rivista al rialzo da +0,6% della prima comunicazione. I due dati macro diffusi dal Dipartimento per il Commercio USA sono due indicatori molto seguiti dalla FED, poiché influiscono direttamente sulla formazione del Prodotto Interno a stelle e strisce.

Rivista lievemente al ribasso la lettura finale del Prodotto Interno Lordo USA del terzo trimestre, assestatosi a +3,4% annualizzato rispetto ai tre mesi precedenti. La seconda lettura aveva infatti evidenziato un valore pari a+3,5%. Deciso il rallentamento rispetto al +4,2% della stima finale del secondo trimestre, causato principalmente dal calo dei consumi e dell’ export.

Inversione di rotta per gli ordinativi di beni durevoli, che nel mese di Novembre sono balzati dello 0,8%, in netta ripresa rispetto al -4,3% della rivelazione di Ottobre. Deluse, tuttavia, le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato un maggior incremento, pari a +1,3%.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Dopo la mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, il prezzo dell’ oro è ritornato lentamente alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari. La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari ha innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo potrebbe correre il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari. Lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, potrebbe allentare la pressione ribassista e favorire un ritorno in area 1.270-1.280 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo si rafforza soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di breve potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Buono il bilancio settimanale del nostro trading system con sottostante l’ oro che ha preso profitto su 5 dei 7 target price pronosticati dalla strategia rialzista : 2 nella versione intraday e 3 nella versione Over.

Lo scenario rialzista prevede l’ apertura di posizioni al Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.261 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.264 e 1.268,80 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.256,20 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.268,80 $, per sfruttare possibili allunghi in area 1.276,65 e 1.281,50 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.261 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.281,50 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.286,40 e1.294,35 dollari, esteso a 1.302,35 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.268,80 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.218,95 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.223,65 e 1.228,35 dollari, estesi a 1.238,90 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.210 $ in chiusura di candela giornaliera.

Lo scenario ribassista, invece, suggerisce di aprire Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.256,20 $; Target Price previsti a 1.251,40 e 1.243,65 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.261 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.243,65 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.238,90 e 1.231,25 dollari; Stop Loss; in caso di ritorno sopra 1.256,20 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.231,25 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.228,35 e 1.223,65 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.218,95 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.243,65 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.302,35 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.294,35 e 1.286,40 dollari, estesi a 1.281,50 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.310,50 $ in chiusura giornaliera.

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