Analisi tecnica materie prime: previsioni prezzo oro e petrolio e trading system settimana 4-8 febbraio 2019

Quali sono le previsioni sul prezzo dell’oro e quali quelle sulla quotazione petrolio nella settimana dal 4 all’8 febbraio? Per trovare una risposta a queste domande, e quindi definire un’opportuna strategia trading, è necessario effettuare l’analisi tecnica sulle materie prime. BorsaInside vi offre l’analisi tecnica sul prezzo del petrolio e l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro proponendovi i rispettivi trading system. 

ANALISI TECNICA PETROLIO SETTIMANA 4-8 FEBBRAIO 2019

Punto di partenza per effettuare l’analisi tecnica sul prezzo del petrolio è ovviamente la quotazione del greggio in tempo reale. Nel corso dell’ultima settimana (quella chiusa all’1 febbraio) la quotazione petrolio ha dovuto fare i conti con la crisi in Venezuela e i dati macro Usa sugli stock di greggio. 

PREZZO DEL PETROLIO IN ASCESA SU AVVIO SANZIONI USA VERSO OUTPUT VENEZUELANO E CALO MAGGIORE ATTESE SCORTE USA

Ancora un’ottava positiva per il prezzo del petrolio WTI, che a fronte di una chiusura settimanale a quota 55,34 dollari mette a segno un rialzo a cinque sedute di poco superiore ai 3 punti percentuali. Prezzo del greggio che ha trovato un buon supporto sul minimo a cinque sedute pari a 51,33 dollari. La chiusura di Venerdì 1 Febbraio, vicino ai top plurisettimanali, toccati a quota 55,66 dollari, fa inoltre presupporre che gli acquisti sul petrolio potrebbero continuare anche nelle prossime sedute.

LE NOTIZIE PIU’ SENSIBILI PER IL PREZZO DEL PETROLIO

Andamento a due velocità per il prezzo del WTI, parzialmente limitato ad inizio settimana dal nuovo record fatto registrare dalla produzione statunitense, salita ad 11,9 milioni di barili giornalieri, e dalla crescita del numero degli impianti di trivellazione nel Nordamerica aumentato ad 862 unità.

Prezzi che sono invece ritornati a salire dopo che il presidente Trump ha minacciato sanzioni contro la produzione venezuelana, colpendo la principale società statale, Petroleos de Venezuela. Il paese latinoamericano è un membro dell’ OPEC che esporta principalmente verso gli Stati Uniti. Le sanzioni mirano ad indebolire la leadership del presidente Maduro, considerato che gli USA importano 500 milioni di barili al giorno di materia prima grezza proveniente dal Venezuela. L’ output venezuelano nell’ ultimo anno è già crollato ad 1 milione di barili al giorno nel2018, da 1,6 milioni di barili giornalieri del 2017.

I DATI SULLE SCORTE SETTIMANALI DI PETROLIO USA

Quotazioni del WTI che hanno inoltre beneficiato della lettura migliore delle attese, relativa alle scorte settimanali di petrolio statunitense, che secondo la stima diffusa dall’ EIA ( Energy Information Administration ), nell’ ottava terminata il 25 Gennaio sono aumentate di circa 0,9 milioni di unità. I pronostici degli analisti, invece, indicavano un maggior aumento, pari a +3,1 milioni di unità. Le scorte di benzina sono invece diminuite di 2,2 milioni di unità, contro un incremento di circa 2,7 milioni di unità atteso dal mercato. Gli stock di distillati hanno invece evidenziato una contrazione di 1,1 milioni di unità, a dispetto di un calo di 1,2 milioni di unità atteso dagli analisti. Le anticipazioni diffuse dall’ API ( American Petroleum Institute ) davano invece scorte in ascesa di 1 milione di barili; stock di benzina in aumento di 2,15 milioni di unità e scorte di distillati in ascesa di 0,2 milioni di unità

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SUL PETROLIO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro sistema operativo con sottostante il WTI che ha centrato 5 dei 7 target price pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday e 3 nella versione Over; nonché 4 obiettivi indicati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday e 2 nella versione Over.

La visione rialzista suggerisce di aprire posizioni Long nel caso in cui si registri un close orario maggiore di 55,53 $; Target Price attesi in area 55,87 e 56,40 dollari; Stop Loss nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 54,97 $. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 56,40 $, per sfruttare possibili allunghi fino a 56,75 e 57,30 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 55,87 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora Long sulla forza, in caso di break-out rialzista di 57,30 $ confermato in chiusura oraria, per accompagnare gli acquisti fino a 56,67 e 57,90 dollari, estesi a 58,25 $; Stop Loss in caso di ritorno sotto 56,75 $ in chiusura di candela oraria. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 52,38 $, per sfruttare possibili veloci rimbalzi in area 52,70 e 53,23 dollari, estesi a 53,90 $, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 51,85 $.

La visione ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 54,97 $, per sfruttare eventuali discese in 54,65 e 54,11 dollari; Stop Loss in caso di ritorno oltre 55,53 $ in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera inferiore a 54,11 $, per anticipare possibili cali fino a 53,90 e 53,57 dollari; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 54,65 $. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione in vendita dovesse spingersi sotto 53,57 $ in chiusura di candela oraria, per accompagnare le vendite fino a quota 53,23 e 52,70 dollari, estese a 52,38 $; Stop Loss in caso di ritorno oltre 54,11 $ in close orario. Suggeriti Short Speculativi in caso di allungo in area 58,25 $, per cercare di sfruttare eventuali pull-back di prezzo in area 57,90 e 57,30 dollari, estesi a 56,75 $; Stop Loss nel caso in cui si registri una chiusura oraria oltre quota 58,85 $.

ANALISI TECNICA PREZZO ORO SETTIMANA 4-8 FEBBRAIO 2019

Di seguito l’analisi tecnica sul prezzo dell’oro per la settimana dal 4 all’8 febbraio.

ORO TOCCA NUOVO MASSIMO DA GIUGNO 2018 OLTRE QUOTA 1.330 DOLLARI

La quotazione oro per la seconda settimana consecutiva consolidano sopra la soglia tecnica e psicologica rappresentata da area 1.300 dollari. Dopo aver raggiunto un nuovo massimo a quasi otto mesi, spingendosi fino ad un top a quota 1.331,10, il prezzo dell’ oro ha conclusogli scambi settimanali a quota 1.322,10 ( -0,23% ), facendo registrare una performance a sette sedute pari a +1,35%.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER LE QUOTAZIONI DELL’ ORO

Il prezzo dell’oro ha accelerato al rialzo dopo che la Fed, come previsto, al termine del primo meeting del 2019, ha mantenuto inalterati al 2,25%-2,50% i tassi d’ interesse. Nel comunicato diffuso al termine della riunione, il FOMC ha rivelato un atteggiamento più prudente, da “colomba “, rispetto al recente passato, facendo sapere di essere paziente nel decidere se ulteriori aumenti saranno appropriati o meno. Le manovre al rialzo previste per l’anno in corso scendono a due, da tre rialzi precedentemente indicati, rallentando il ritmo rispetto alle quattro manovre in aumento di un quarto di punto ciascuna messe in atto nel 2018.

Oro in frenata dai massimi settimanali, dopo che il Dipartimento per il Lavoro USA ha reso noto, che a Gennaio il saldo dei nuovi occupati nei settori non agricoli statunitensi è balzato a +304 mila unità. Battute nettamente le attese degli analisti, che invece si aspettavano un valore pari a +165 mila unità, in calo dalle 222 mila unità della stima finale di Dicembre, a sua volta rivista da +312 mila unità della prima comunicazione.

Il tasso di disoccupazione è invece inaspettatamente salito al 4%,in crescita dal +3,9% della precedente stima mensile, mentre gli analisti avevano indicato un valore stabile al 3,9%. Sempre a Gennaio, i salari medi orari hanno mostrato un incremento dello 0,1%, rallentando rispetto al +0,4% evidenziato il mese precedente. Deluse le attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un aumento dello 0,3%. Su base annua, i compensi orari medi si sono portati al 3,2%, come da consensus, evidenziando una lieve frenata dal +3,3% della precedente stima di Dicembre, corretta al rialzo dal +3,2% della lettura flash.

Come consuetudine il dato relativo alle cosiddette Non-Farm Payrolls era stato preceduto dalla stima dei nuovi occupati nei settori privati, elaborata da ADP ( Automatic Data Processing ). Anche l’ indagine curata dall’ azienda statunitense che fornisce servizi di amministrazione e gestione risorse umane, avvalendosi dei dati sulle buste paga di circa 500 mila aziende USA, aveva indicato un forte incremento oltre le attese dei nuovi occupati a Gennaio, pari a +213 mila unità ( consensus +181 mila unità ).

L’ apertura della settimana macro statunitense ha visto l’ indice manifatturiero diffuso dalla Federal Reserve Dallas, assestarsi ad 1 punto nel mese di Gennaio, in deciso miglioramento rispetto ai -5,1 punti della precedente stima mensile. La lettura dell’ indicatore che misura l’ andamento del settore manifatturiero nel distretto federale della citta Texana , lo scorso mese, ha inoltre superato i pronostici degli analisti, che invece avevano indicato una ripresa più modesta, pari a -2,7 punti. La Fed di Dallas ha inoltre reso noto che l’ indice relativo ai servizi, a Gennaio, ha subito un calo a 4,8 punti, in lieve miglioramento rispetto ai -5 punti della precedente rivelazione mensile.

Il Chicago Fed National Activity Index, nel mese di Dicembre, ha invece fatto registrare un progresso a 0,27 punti dai 0,21 punti di Novembre ( rivisto da 0,22 punti della prima lettura ). Il risultato dell’indicatore CFNAI, elaborato dalla Fed di Chicago, consiste nel risultato della media ponderata di ben 85 diversi indicatori. La sua lettura rispecchia la tendenza dell’attività economica nazionale statunitense. Una lettura di neutrale indica che l’ economia USA sta crescendo in linea con il ritmo storico; una lettura di segno negativo è sinonimo di espansione inferiore alla media, mentre un risultato di segno positivo indica un’ espansione superiore alla media storica.

In frenata a Gennaio, l’ indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi elaborato dal Conference Board, assestatosi a 120,2 punti, rallentando rispetto ai 126,6 punti di Dicembre. Deluse le attese degli analisti, che invece si aspettavano un minor calo, a 124 punti.

Rallentano anche i prezzi delle case nelle città più importanti degli Stati Uniti nel mese di Novembre. L’ indicatore S&P Core Logic Case-Shiller National Home Price Index, nel periodo in esame, si è infatti portato a +5,2% su base annua, contro il +5,3% di Ottobre. Da ulteriori dettagli è inoltre emerso che il suddetto indice, nelle 10 principali città degli USA, sempre a Novembre, è aumentato ad un tasso del 4,3%, in flessione dal +4,7% della precedente stima mensile. L’ indicatore composito, relativo alle 20 città metropolitane degli USA ha invece evidenziato un aumento del 4,7% su base annua, rilevando un lieve rallentamento rispetto al +5% di Ottobre.

Molto ricca di indicazioni anche la settimana macro che ha riguardato il settore immobiliare a stelle e strisce. Nella settimana terminata il 25 Gennaio, la Mortgage Bankers Association ( MBA ) ha rivelato che il saldo dei nuovi mutui ipotecari è sceso del 3%, peggiorando rispetto al -2,7% della precedente ottava. L’ indicatore che rileva le vendite di case in corso, il cosiddetto pending home sales, diffuso dal NAR ( l’ Associazione degli operatori immobiliari ), a Dicembre, si è portato a 99 punti dai 101,2 punti precedenti. Lettura inferiore alle attese degli analisti, che invece avevano indicato un incremento dell’1,1%. Il Census Bureau USA ha invece reso noto che le vendite di nuove case, a Novembre, sono aumentate del 16,9% a 657 mila unità, in crescita rispetto alle 562 mila unità della precedente stima mensile.

In decisa frenata la crescita nel settore manifatturiero nella regione di Chicago, che secondo la lettura PMI del comparto, a Gennaio, si è assestata a 56,7 punti, dai 63,8 punti di Dicembre ( rivista da i 65,4 punti della stima preliminare ). La mediana delle attese degli analisti era per un minor rallentamento, 61,5 punti. Il suddetto indicatore rimane ben saldo oltre i 50 punti che indicano espansione.

Il Dipartimento per il Lavoro USA ha inoltre rivelato che nell’ ottava terminata il 26 Gennaio, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono aumentate a 253 mila unità, oltre le 215 mila unità stimate dal consensus ed alle 200 mila unità del precedente saldo settimanale. La media mensile, indicatore meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, è scesa di 5 mila unità, assestandosi a 220.250 unità. Il totale delle richieste di indennizzo, al 19 Gennaio, invece, è cresciuto a 1,782 milioni di unità, in aumento dall’ ultima lettura, pari a 1,713 milioni di unità. Gli analisti, invece, avevano indicato una stima pari a 1,721 milioni di unità.

Inversione di rotta per l’ attività manifatturiera statunitense a Gennaio, che secondo la stima curata dall’ Institute for Supply Management ( ISM ) è aumentata a 56,6 punti dai 54,3 punti della stima finale di Dicembre, a sua volta rivista al rialzo dai 54,1 punti della precedente rivelazione preliminare. I pronostici degli analisti non si spingevano oltre i 54 punti.

Ulteriori segnali positivi per l’ economia statunitense sono arrivati con l’incremento evidenziato dall’ indice che misura la fiducia dei consumatori, che a Gennaio nella stima finale diffusa dall’ Università del Michigan si è assestata a 91,2 punti rispetto 90,7 punti della lettura preliminare

Corretta al rialzo anche la componente relativa alle aspettative che si è portata a 79,9 punti da 78,3 punti della lettura flash. Rivista al ribasso, invece, la voce relativa alla condizione attuale, scesa a 108,8 punti dai 110 della prima comunicazione.

La rivelazione finale dell’ Indice Pmi Manifatturiero curato da Markit, per il mese di Gennaio si assestata a 54,9 punti, in miglioramento rispetto ai 53,8 del mese precedente. Lettura, tuttavia, in linea con la stima preliminare e con quanto atteso dagli analisti.

QUADRO GRAFICO DELL’ORO SUL BREVE-MEDIO PERIODO E MEDIO-LUNGO PERIODO

Sotto l’aspetto tecnico, l’ andamento dei prezzi dell’ oro nel 2018 era stato principalmente caratterizzato dalla mancata rottura della forte area di resistenza di medio-lungo periodo individuata in area 1.360-1.370 dollari, che lentamente aveva spinto le quotazioni alla base di partenza, ripiegando inesorabilmente, prima in area 1.300 dollari e successivamente scendendo sul supporto di medio periodo che passava in area 1.290-1.280 dollari.

La discesa settimanale al di sotto dell’ importante supporto individuato in area 1.220 dollari aveva innescato ulteriori affondi sui minimi da Gennaio, in area 1.160 dollari, con step intermedio in area 1.200 dollari; nonché importante supporto di lunghissimo periodo, sotto il quale il prezioso metallo giallo avrebbe corso il pericolo di scivolare nuovamente a 1.120 dollari. Sul breve periodo, lo stabile recupero di area 1.220 dollari, accompagnato dal ritorno in area 1.250 dollari, invece, ha allentato la pressione ribassista, favorendo il ritorno in un primo momento verso area 1.330 dollari e successivamente sui recenti massimi in area 1.330 dollari. Lo scenario rialzista, sul medio-lungo periodo, tuttavia, si rafforzerà soltanto in caso di deciso break-out della forte resistenza in area 1.360-1.370, attivando obiettivi di lungo periodo posti in area 1.400 – 1.450 dollari, mentre il sentiment di brevissimo potrebbe ritornare in fase neutrale soltanto in caso di ritorno oltre area 1.280-1.250 dollari. Con i mercati azionari globali che lasciano intravedere segnali di debolezza, il deciso turn-over verso un asset storicamente difensivo come l’ oro, sul lungo periodo, potrebbe non essere lontano.

PREVISIONE SETTIMANALE DI TRADING SULL’ ORO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante l’ oro, che ha preso profitto su 5 target price pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday e 3 nella versione Over.

Lo scenario rialzista prevede l’ apertura di posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1.326,78 $ e prevede i primi due obiettivi a 1.331,85 e 1.335 dollari, Stop Loss in caso di close orario minore di 1.318,60 dollari. Mantenere le operazioni al rialzo nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera oltre 1.335$, per sfruttare possibili allunghi in area 1.338,15 e 1.343,25 dollari; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1.322,10 $ in chiusura di candela giornaliera. Long sulla forza in caso di rottura della resistenza a 1.343,25 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di assecondare il movimento rialzista fino a 1.348,25 e 1.351,45 dollari, esteso a 1.359,80 $; Stop Loss in caso di perdita di 1.335 $ in chiusura giornaliera. Long speculativi in caso di affondo in area 1.289,45 $ per sfruttare possibili rimbalzi in area 1.297,45 e 1.300,50 dollari, estesi a 1.305,50 $; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1.276,50 $ in chiusura di candela giornaliera.

La visione ribassista, invece, suggerisce di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1.318,60 $; Target Price previsti a 1.315,50 e 1.313,60 dollari, Stop Loss in caso di close orario maggiore di 1.326,78 $. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 1.313,60 $, per cercare di anticipare possibili cali in area 1.310,50 e 1.305,50 dollari; stop Loss in caso di ritorno sopra 1.322,10 $ in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Short nel caso in cui la pressione ribassista dovesse spingersi anche sotto quota 1.305,50 $ in chiusura oraria o daily, per cercare di ricoprirsi a 1.300,50 e 1.297,45 dollari, ed in caso di ulteriori discese a 1.289,45 $; Stop loss in caso di ritorno sopra 1.318,60 $ in chiusura di candela giornaliera. Short Speculativi in caso di allunghi in area 1.340,85 $, per cercare di sfruttare probabili pull-back in area 1.332,60 e 1.327,85 dollari, estesi a 1.322,85 $; Stop Loss nel caso in cui il movimento rialzista dovesse estendersi oltre 1.355 $ in chiusura giornaliera.

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