Prezzo Petrolio WTI buca i 40 dollari dopo decisione OPEC+ e ora cosa succederà?

Tutti entusiasti per le decisioni adottate dall’OPEC+ nelle riunione di sabato 6 giugno. A festeggiare sono sia gli analisti, convinti che la strada dei tagli alla produzione sia la sola perseguibile per mantenere su livelli accettabili il prezzo del petrolio, che i traders che, nelle ultime ore, hanno visto la quotazione petrolio salire su livelli che mancavano da tempo.

In particolare, a fare impressione, è stato soprattutto il contratto sul WTI che a New York ha sfondato il muro dei 40 dallari. Profitti su profitti, quindi, per tutti quegli investitori temerari che a fine aprile avevano comprato future sul WTI in un momento in cui i prezzi dei contratti erano precipitati a livelli catastrofici e che oggi si ritrovano con derivati prezzati a oltre 40 dollari. Ottimo il WTI, quindi, ma molto bene anche il contratto sul Brent che è oramai stabilmente sopra i 43 dollari al barile. Nel grafico seguente è indicato l’andamento della quotazione petrolio in tempo reale. 

Prezzo petrolio e decisioni OPEC+

Chi è solito investire sul prezzo del petrolio sa perfettamente che ogni qualvolta ci sono delibere dell’OPEC+, i mercati tendono a reagire sempre allo stesso modo. Solitamente, infatti, c’è una prima fase di euforia a cui fa poi seguito un momento di maggiore riflessione.

Oggi il prezzo del petrolio è in forte rialzo e nessuno può negare che per tutta la giornata odierna sia l’oil che i titoli petroliferi (guarda, a tal riguardo l’andamento di Borsa Italiana oggi 8 giugno) potrebbero anche registrare un ulteriore apprezzamento. E’ quindi doveroso tenere in considerazione questa stima intraday quando si elabora la propria strategia trading sul petrolio. A tal riguardo approfitto per ricordare che puoi investire sul prezzo del petrolio attraverso i Contratti per Differenza.

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Ma domani cosa avverrà alla quotazione petrolio? Secondo gli analisti di Goldman Sachs è molto probabile che l’OPEC resti concentrato “sull’aumento sostenibile dei ricavi attraverso una combinazione di prezzi più alti ma anche di quote di mercato più elevate“. 

Una cosa però sono le parole e un’altra le decisioni concrete. Sabato scorso è stato si deciso l’allungamento dei tagli alla produzione (come puoi leggere anche nell’articolo resoconto del summit OPEC+), ma non è affatto detto che i paesi produttori mantengano fede fino in fondo alle promesse fatte. Secondo Helima Croft, responsabile della strategia globale delle materie prime di RBC Capital Markets, il mantenimento concreto dell’accordo resta un punto critico.

E’ possibile che questa criticità che oggi, considerando l’andamento delle quotazioni petrolifere in tempo reale, sembra passare in secondo piano, sia destinata ad aver più risalto nei prossimi giorni determinando un ridimensionamento dei prezzi del greggio.

Per Helima Croft, i paesi produttori che devono fare i conti con finanze più deboli (è il caso di Iraq e Nigeria) “hanno promesso di raggiungere il 100% dei tagli e di compensare fra luglio e settembre la precedente sottoperformance. Tuttavia riteniamo che continueranno probabilmente ad avere problemi nel mantenere le promesse nel corso dell’estate“. 

Insomma niente è scritto perlomeno sul lungo termine. E’ per questo motivo che la prudenza è necessaria soprattutto se decidi di operare con orizzonte temporale più lungo dell’intraday.

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Secondo Bjornar Tonhaugen, head of oil markets di Rystad Energy, l’accordo che è stato raggiunto sabato dall’OPEC+ è certamente qualcosa di positivo che rappresenterà la base sulla quale ricostruire il recupero del settore energetico. Per l’esperto, però, un elemento di disturbo che farebbe saltare la strategia dell’OPEC+, potrebbe essere una eventuale seconda ondata di coronavirus. 

Anche per questo motivo, quindi, la prudenza è necessaria. 

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