La riunione OPEC di luglio 2021 come spartiacque dell’andamento della quotazione petrolio? Per adesso non è possibile dirlo ma è evidente che, prima del summit, il prezzo del petrolio seguisse un trend rialzista mentre, a seguito della conclusione del meeting tra i paesi produttori, siano le vendite a dettare leggere.
Cosa è successo? Non è necessario essere degli esperti di finanza per capire che il cambio di tendenza è stato una conseguenza delle decisioni adottate nel corso della riunione mensile di Vienna.
Intendiamoci: nel day after non è in corso alcun crollo del valore del greggio ma bensì un semplice assestamento al ribasso dopo il rally precedente al meeting. Mentre è in corso la redazione del post, il prezzo del petrolio Brent è attestato a 75,63 dollari al barile, lo 0,28 per cento in meno rispetto a ieri mentre il valore del WTI è a 75,13 dollari al barile, lo 0,13 per cento in meno rispetto al riferimento precedente.
Nulla di trascendentale, quindi, eppure quanto in atto potrebbe essere il primo segnale di un cambio di rotta. In effetti la rottura al ribasso dei 76 dollari al barile da parte del Brent potrebbe configurarsi come iniziale avvisaglia di una vera correzione. Poichè questa possibilità c’è, è bene capire cosa è successo di così grave durante il meeting OPEC da spingere al pessimismo gli investitori.
Cosa è successo alla riunione OPEC di luglio?
Le previsioni sull’esito della riunione OPEC di luglio sono rimaste ottimiste fino agli ultimi minuti di summit. Le attese erano per un accordo sui livelli di produzione tra tutti i paesi membri ma, proprio nel corso delle battute finali, i rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti hanno fatto saltare il tavolo. A differenza di quanto avvenuto negli ultimi mesi, a luglio non è stato trovato alcun accordo di garanzia per tutti sui livelli produttivi. Risultato: tutto rimandato ad un prossimo summit.
La domanda che a questo punto è lecito porsi è cosa avverrà nelle prossime settimane in assenza di accordo. Visto il clima, è altamento probabile che possa essere deciso un mantenimento dei prezzi sui livelli attuali per non scontentare nessuno.
Prima dello scontro in seno all’OPEC, i paesi produttori si erano trovato daccordo su un progetto che prevedeva l’aumento della produzione di 400 milioni di barili al giorno da agosto a dicembre. Il veto degli Emirati Arabi è quindi un passo indietro che potrebbe mettere in discussione il clima di collaborazione che aveva caratterizzato le ultime sedute.
Dal punto di vista operativo, quanto avvenuto nella riunione di ieri, potrebbe innescare una certa volatilità dei prezzi del greggio, creando interessanti occasioni di ingresso che possono essere sfruttate attraverso il CFD Trading. Per operare è consigliabile usare solo broker autorizzati, come ad esempio eToro, ed avere così subito la demo gratuita per fare pratica.
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Possibile un accordo in extremis? Come investire
Nel caso in cui l’OPEC non dovesse riuscire a ricucire lo strappo, il rischio che il prezzo del petrolio possa salire ancora di più si farebbe molto concreto. Come si può vedere dai grafici, per il greggio quello che si è chiuso ieri l’altro è stato il miglior semestre dal 2009. Secondo gli analisti di Citigroup, però, il mercato continuerà ad essere in uno stato di profondo deficit anche nel terzo trimestre e nonostante il possibile aumento della produzione.
In realtà gli analisti non sembrano credere più di tanto alla possibilità che si possa andare ad uno scontro frontale come quello che a suo tempo oppese la Russia e l’arabia Saudita. In una intervista a Bloomberg, Vandana Hari, founder della società di consulenza petrolifera Vanda Insights, ha affermato che una implosione dell’OPEC+ come quella di aprire è improbabile poichè c’è stato troppo lavoro dietro le quinte per poter ipotzzare che le lancette possano tornare indietro all’epoca dello scontro. Più possibile è che vengano fatte delle concessioni agli Emirati Arabi.
Premesso questo, come investire sul prezzo del petrolio nel medio termine? Grazie al CFD trading è possibile operare sia al rialzo che al ribasso usando la stessa piattaforma. Questo è un vantaggio dei broker online che, nel caso di eToro, diventa doppio poichè questo intermediario permette anche di copiare dai traders migliori.
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Dal punto di vista tecnico, nella giornata di giovedì i tre time-spread più vicini sulla curva WTI sono arrivati a 1 dollaro al barile mettendo in evidenza come il mercato sia sempre più in ansia per la mancanza di offerta. Il future del Brent di settembre costa 90 cent al barile di più rispetto al contrato di ottobre. Un dato in aumento rispetto aigli 80 cent di più di una settimana fa.
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