Prezzo Oro e effetti previsioni FED: raggiunto target 2.000$/oncia

La FED influenza l'andamento del prezzo dell'oro - BorsaInside

C’è grande dinamismo nelle ultime sedute sulle quotazioni dell’oro. Il metallo giallo mentre è in corso la scrittura del post viaggia leggermente sotto quota 2.000 dollari l’oncia ma, in realtà, nei giorni scorsi proprio questo target, poco ipotizzabile fino a pochi mesi fa, era stato centrato e superato. Il fatto che la quotazione oro si mantenga su livelli molto alti non può che far piacere ai traders che hanno attivato posizioni rialziste sul gold.

Questi ultimi già da alcuni giorni trovano supporto nelle previsioni che sono arrivate dalla FED. Sappiamo che proprio l’orientamento di politica monetaria della banca centrale Usa è uno dei fattori che più condiziona le prestazioni dell’oro e di conseguenza, dal nostro punto di vista, se si intende investire sull’oro attraverso il trading non si può non tenere conto proprio di quelle che sono le indicazioni recentemente arrivate dalla banca centrale Usa nell’ambito della cosiddetta minute. Su di esse concentreremo la nostra attenzione nei paragrafi di questo post.

Impatto incertezza FED sulla quotazione dell’oro: il punto

La giornata clou per il prezzo dell’oro è stata lo scorso mercoledì, quando, nel corso della sessione asiatica di scambi, le quotazioni hanno raggiunto una certa stabilizzazione, mitigando momentaneamente l’impennata iniziale. La fiammata era stata appunto alimentata dalle speranze che la Federal Reserve statunitense potesse optare per non implementare ulteriori incrementi dei tassi d’interesse. Tale ipotesi aveva spinto flussi continui verso il prezioso metallo giallo.

Nelle fasi successive, però, il fervore di questo rally aveva dato l’impressione di perdere smalto anche perchè era nel frattempo sono anche arrivati i verbali del vertice di fine ottobre della Federal Reserve. Nella minute la banca centrale aveva confermato la sua prospettiva di tassi di interesse più elevati per un periodo di tempo più lungo.

Mentre i mercati continuavano a resta convinti che la FED non avrebbe alzato i tassi, verbali della banca centrale seminavano non pochi dubbi sull’effettivo inizio della riduzione dei tassi. Questa incertezza è stata ben fotografata dallo strumento del Fedwatch del CME Group che ha proprio rilevato come gli operatori abbiano rivalutato le aspettative, anticipando un possibile taglio dei tassi nel marzo 2024.

Con le prospettive incerte sul taglio dei tassi, i verbali inducano ad una visione più cauta per un periodo di tempo più lungo. Nonostante l’oro abbia registrato guadagni significativi nelle recenti sessioni a seguito di dati statunitensi deboli sull’occupazione e sull’inflazione, l’incertezza continua quindi a persistere.

Le proiezioni di tassi più elevati e prolungati da parte della Fed non giocano a favore dell’oro, poiché l’incremento dei tassi aumenta il costo opportunità degli investimenti nel metallo giallo. Questa dinamica ha penalizzato il valore del gold nell’ultimo anno anche perchè siamo dinanzi ad uno dei cicli di rialzo dei tassi più aggressivi mai intrapresi dalla Federal Reserve.

E’ possibile che la posizione prudente sui tassi di interesse, alla fine possa continuare a limitare i potenziali guadagni dell’oro nei prossimi mesi, almeno fino a quando la Fed non comunicherà un chiaro piano di allentamento della politica monetaria. A dimostrazione della stretta correlazione tra tutti questi temi c’è un altro fatto: sempre nella giornata di mercoledì, il dollaro ha interrotto la sua serie di perdite, recuperando leggermente dai minimi di tre mesi, e questa dinamica ha esercitato una certa pressione sui prezzi dell’oro.

Nonostante questo, come si vede dal grafico pubblicato ad inizio post, il metallo prezioso ha già registrato un aumento del 10 per cento nel 2023 grazie alla forte beni rifugio innescata dal netto peggioramento delle condizioni economiche globali. Quindi: impatto della FED sul prezzo dell’oro sicuramente si ma il metallo giallo è anche molto influenzato dalla forte situazione di incertezza globale.

Per investire sul prezzo dell’oro cavalcando la situazione di volatilità in atto in questa fase non è necessario comprare e vendere oro fisico. Per evitare problemi (e relativi costi) di custodia tipici di lingotti e monete si può optare per il trading CFD sull’oro.

I CFD (Contratti per differenza) sull’oro sono strumenti finanziari derivati che consentono agli investitori di trarre profitto dalle variazioni del prezzo dell’oro senza possedere fisicamente l’oro stesso. Con i CFD sul gold gli investitori possono speculare sull’andamento futuro del prezzo dell’oro. Se ritengono che il prezzo salirà, apriranno una posizione long (di acquisto); se ritengono che il prezzo scenderà, apriranno una posizione short (di vendita).

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