Sell in May and go away non stato valido a Wall Street: ecco perchè

Cosa attendersi dalla borsa di Wall Street nella prossima Ottava - BorsaInside

Tutti gli investitori che hanno una certa esperienza sui mercati conoscono sicuramente il vecchio detto Sell in May and go away. Ebbene, visto che oggi è il primo giugno e che il mese di maggio è passato, possiamo tirare le somme. La domanda è semplicemente una: sui mercati il vecchio detto Sell in May and go away che spesso i traders amano citare, è stato confermato dai fatti oppure è stato smentito?

Possiamo già anticipare che una risposta univoca non c’è e tutto dipende dal mercato di riferimento (area geografica). Vedremo quindi dopo su quali borse il detto si è concretizzato e su quali indici è invece rimasto lettera morta.

Prima però facciamo un breve ripasso dalle basi.

Cosa significa nel trading online Sell in May and go away?

“Sell in May and go away” è un detto comune nel trading e suggerisce che gli investitori dovrebbero vendere le loro azioni o posizioni di trading all’inizio del mese di maggio e uscire dal mercato azionario fino a settembre o ottobre. Secondo questa teoria, i rendimenti del mercato azionario tendono ad essere più deboli nei mesi estivi, mentre i mesi autunnali e invernali presentano un potenziale di crescita maggiore.

L’espressione riflette il fatto che i mercati azionari tradizionalmente hanno mostrato una minore attività e rendimenti più modesti nei mesi estivi. Questo non è ovviamente un caso ma è frutto di una serie di fattori tipici di questo periodo tra cui il rallentamento delle attività economiche, la riduzione del volume degli scambi a causa delle vacanze estive e anche la diminuzione dell’attenzione degli investitori istituzionali.

Il detto Sell in May and go away non è un postulato e quindi non rappresenta una strategia di trading affidabile al 100%. I mercati finanziari, infatti, vengono costantemente condizionati da tutta una serie di fattori tra cui eventi geopolitici, sviluppi economici, politiche monetarie e altri eventi imprevedibili che impattano sulla direzionalità.

Detto questo come è andata a maggio 2023?

Sell in May and go away ma solo in Europa

I numeri non lasciano spazio ad interpretazioni. Il principale indice europeo, l’Euro Stoxx 600, ha chiuso il mese di maggio con un ribasso di oltre 3 punti percentuali, segnando il peggior maggio dal 2019. Tutte le borse europee sono andate male. A fare peggio è stata la piazza di Londra che ha chiuso il mese di maggio con un calo del 5,34 per cento ma anche la borsa di Parigi è andata male visto che il Cac ha perso il 5,24 per cento. Il Ftse Mib della borsa di Milano ha lasciato sul parterre il 3,79 per cento. Insomma non si è salvato nessuno e quindi sui mercati europei il detto Sell in May and go away si è effettivamente concretizzato.

A Wall Street, la storia è stata del tutto diversa. Tanto per iniziare l’S&P 500 ha messo a segno una progressione dello 0,25 per cento mentre il Nadsaq ha chiuso avanti del 7,6 per cento sfidando con eroismo la debolezza stagionale di maggio.

La performance positiva dell’S&P 500 ha confermato le statistiche storiche: in ben 14 anni su 19, maggio si è chiuso con un verde. L’incremento medio è stato dello 0,13 per cento mentre il valore mediano si è attestato all’1,07 per cento. Anche le borse europee hanno confermato la tendenza storica visto che l’indice Stoxx 600 ha chiuso maggio in verde solo 10 volte su 19, evidenziando un calo medio del -0,42 per cento e un aumento mediano del +0,75 per cento.

Questi numeri suggeriscono una sola cosa: chi volesse investire in borsa a maggio dovrebbe andare long sull’azionariato Usa e short sugli indici europei. Con i CFD si può speculare in entrambe le direzioni. Scegliendo uno dei broker migliori, come eToro, basta tra l’altro un deposito minimo di soli 50 dollari per iniziare ad operare (+ la demo gratuita).

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Maggio 2023 a Wall Street: ecco come andata

Ma vediamo più nello specifico quali sono stati i colori di Wall Street nel mese di maggio 2023. A livello settoriale c’è stato un divario importante. I comparti Growth hanno infatti sovraperformato i titoli value.

In particolare, grazie al rally delle azioni Nvidia in scia allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, il settore tech ha messo a segno una progressione dell’8,92 per cento. Bene anche i settori delle comunicazioni e dei beni di consumo discrezionali. A picco, invece, il comparto energia che ha rimediato un calo di ben il 10 per cento a causa della flessione del prezzo del petrolio. Di conseguenza anche il comparto dei materiali ha performato male con un ribasso del 6,87 per cento.

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