Dei container con la bandiera degli Stati Uniti sullo sfondo
Dazi USA - BorsaInside.com

L’ipotesi di nuovi dazi statunitensi al 30% sui prodotti europei, con particolare riferimento a quelli italiani, potrebbe avere conseguenze devastanti sull’economia del nostro Paese. È quanto emerge dalla nuova analisi del Centro Studi di Confindustria (CSC), pubblicata nella consueta Congiuntura flash di luglio. Le stime parlano chiaro: le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti potrebbero crollare di oltre il 50%, con impatti diretti e indiretti sul sistema produttivo nazionale.

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L’export verso gli Stati Uniti rischia un crollo del 58%

Secondo i calcoli del CSC, l’introduzione di tariffe al 30% e la contestuale svalutazione del dollaro determinerebbero una perdita pari a 38 miliardi di euro nell’export verso gli USA, cifra che corrisponde al 58% del totale delle vendite italiane nel mercato americano. In termini complessivi, ciò rappresenterebbe:

  • il 6% dell’export totale italiano,
  • un impatto sul 4% della produzione manifatturiera del Paese,
  • una contrazione del Pil dello 0,8% entro il 2027, anche tenendo conto dell’adattabilità degli esportatori a cercare nuovi mercati o a puntare su fattori competitivi diversi dal prezzo.

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Le stime EY confermano: danni per decine di miliardi e crescita azzerata

Anche EY Parthenon, in un’analisi distinta, lancia un forte segnale d’allarme: con dazi del 30% a partire dal 1° agosto 2025, il Prodotto Interno Lordo italiano potrebbe subire una riduzione cumulata dell’1,4% tra il 2025 e il 2026, equivalenti a quasi 30 miliardi di euro di perdita. In questo scenario, la crescita economica verrebbe completamente annullata. Anche nel caso di dazi più “morbidi”, al 20%, il danno stimato rimarrebbe comunque rilevante: oltre 20 miliardi, pari a una contrazione del 65% rispetto alle previsioni iniziali.

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Incertezza e fiducia in calo: investimenti e consumi rallentano

Il clima di incertezza generato dagli annunci americani ha già cominciato a farsi sentire. Il CSC rileva un netto indebolimento degli investimenti nel secondo trimestre del 2025, con export in frenata soprattutto nei mercati extra-Ue. I consumi interni, già rallentati nel primo trimestre a causa dell’aumento della propensione al risparmio e della scarsa fiducia delle famiglie, non mostrano segnali di ripresa nel periodo successivo.

Le aziende italiane reagiscono: boom di acquisizioni all’estero

Nonostante lo scenario difficile, le imprese italiane non si arrendono. Il bollettino EY evidenzia una forte dinamicità nel mercato internazionale: nei primi sei mesi del 2025, le acquisizioni italiane all’estero sono cresciute del 17% su base annua, con un valore complessivo di 13,5 miliardi di euro, in forte aumento rispetto ai 7,1 miliardi dello stesso periodo del 2024. Questo dimostra che, pur in un contesto ostile, il sistema imprenditoriale italiano conserva resilienza e spirito d’iniziativa.

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