In periodo di coronavirus l’attenzione dei risparmiatori è indirizzata (anche) a capire se il denaro collocato in alcuni prodotti “tradizionali” possa o meno essere messo a rischio dall’esplosione della crisi globale in atto.
In particolare, negli ultimi giorni diversi siti internet hanno affrontato il tema legato ai pericoli, presunti o assenti, che i prodotti e gli strumenti finanziari generalmente considerati a basso rischio, come i Buoni fruttiferi postali, o altri strumenti emessi da Poste Italiane, potrebbero dover attraversare.
Effettivamente, le agenzie postali e le redazioni di molti siti internet che si occupano quotidianamente di cronaca economica e finanziaria, come il nostro, hanno ricevuto diverse richieste di chiarimento da parte di risparmiatori ora timorosi che l’epidemia di coronavirus possa mettere a rischio i propri capitali, investiti con ottimismo nei Buoni fruttiferi.
Ebbene, è il caso di fare qualche chiarimento e fornire qualche rassicurazione.
Per quanto concerne nello specifico i Buoni fruttiferi postali, si tratta di prodotti di risparmio che sono distribuiti da Poste Italiane, ma emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Pertanto, questi prodotti godono sempre (anche con il coronavirus, ovviamente) della tutela e della garanzia dello Stato italiano per quel che riguarda il pagamento degli interessi e la restituzione del capitale investito.
In questo contesto, pertanto, il rischio è quasi assente. Quasi, appunto: c’è pur sempre il pericolo di un default dello Stato italiano e, pertanto, dell’impossibilità che lo stesso possa effettivamente essere in grado di rimborsare il capitale. Si tratta però di un’eventualità piuttosto remota, anche considerando le preannunciate azioni della Bce a sostegno dei propri membri.
Per quanto attiene gli altri strumenti sottoscritti presso gli uffici postali, bisognerà evidentemente fare dei distinguo. Per esempio, le polizze vita a capitale garantito ampiamente distribuite, sono considerabili prodotti di investimento discretamente sicuri, anche in questi contesti. Per quanto concerne invece le polizze più finanziarie, ovvero quelle vita di Ramo III, i cui rendimenti sono più soggetti alle oscillazioni di mercato, occorrerà evidentemente fare i conti con l’attuale scenario di grande volatilità.
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