Crollo Bitcoin di questa settimana: di chi è stata la colpa?

Le variazioni nei mercati finanziari sono abbastanza frequenti; per le criptovalute, rappresentano la normalità. Eppure, qualche volta lasciano ancora stupiti. Lo scorso 7 settembre Bitcoin, la moneta digitale più nota e a più alta capitalizzazione, in pochi minuti ha perso 8mila dollari di valore.

Il crollo del Bitcoin ha causato l'”evaporazione” di 1 miliardo di dollari di capitalizzazione nel giro di poco tempo (in linguaggio giornalistico si userebbero espressioni del tipo “è stato bruciato 1 miliardo di dollari”.

Dopo il grande crollo il Bitcoin ha poi ripreso fiato riscendo a  rimbalzare (ma non in modo sufficiente per colmare il valore perso con il sell-off).

A distanza di alcuni giorni da questi eventi, proviamo con questo post a descrivere cosa è avvenuto e a provare a capire come comportarsi in questi situazioni. Effettuiamo la nostra analisi sul crollo del Bitcoin del 7 settembre nel fine settimana proprio per avere la mente più lucida e più razionale.

Prima di andare avanti con la trattazione dell’argomento ci preme mettere le mani avanti esprimendo un concetto che vorremo fosse molto chiaro: nel momento in cui il Bitcoin crolla (come è avvenuto questa settimana) la cosa peggiore da fare è lasciarsi andare andare alla paura irrazionale. I crolli sono sempre occasioni di profitto. Quando il valore di un asset crolla si può investire in due diverse direzioni:

  • comprare Bitcoin approfittando dei prezzi a sconto: questa strada è da seguire se si pensa che il sell-off si sia esaurito
  • investire al ribasso attraverso lo short trading se invece si ritiene che il crollo sia destinato a proseguire. 

Domanda (più che giustificata): non è difficoltoso investire in queste situazioni visto che sono possibili entrambi gli scenari? La risposta è no perchè oggi è possibile investire sul Bitcoin sia al rialzo che al ribasso da una sola piattaforma grazie a broker CFD come ad esempio eToro. Proprio questo fornitore offre anche la demo gratuita da 100 mila euro virtuali per imparare a fare pratica senza rischi. L’account dimostrativo può essere attivato dal link in basso. 

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Lo scenario delle ultime settimane

L’estate 2021 ha segnato una Bitcoin season, ovvero un periodo in cui la moneta “madre” delle criptovalute fa registrare risultati migliori delle sue colleghe. Questo meccanismo differisce dalla Altcoin Sesaon, che accade quando le prime 50 criptovalute migliorano il loro rendimento rispetto al trimestre precedente.

Il forte e continuo rialzo del solo Bitcoin, invece, sottolineava ancora una volta il suo predominio indiscusso nel settore. Superata la soglia di 32.200 dollari, BTC è riuscito ad arrivare a 35mila, quota che non riusciva a sfondare da giugno. Ha quindi proseguito la sua corsa fino a superare i 40mila, un livello di “prezzo psicologico”; ovvero una di quelle quotazione che hanno anche un impatto emozionale,m e fanno alzare le vendite.

La scommessa rilevante è stata quando Bitcoin ha oscillato fra i 42 e 47 mila dollari finché, in agosto, ha rotto la barriera dei 50mila; all’inizio di settembre è arrivato a 52.600.

Eppure è bastato un giorno, anzi pochi minuti in un giorno; il 7 settembre, come detto, Bitcoin è sceso in picchiata fino a tornare a essere scambiato a 46mila dollari a pezzo.

Crollo Bitcoin 7 settembre 2021: i colpevoli

Non è sempre facile leggere i movimenti dei mercati, tanto meno individuare una sola causa per un dato fenomeno. Ma certo i può fare una analisi di quanto è accaduto.

Cosa è successo quindi? Una liquidazione di massa da parte dei trader, che ha prodotto una leva finanziaria eccessiva.

E’ ormai risaputo che sempre pù “curiosi” si stanno avvicinando a questo tipo di asset, attratti dalla possibile speculazione attraverso vari prodotti derivati quali i Futures ( contratti che impegnano ad acquistare o vendere in futuro moltiplicando i profitti, oppure con grandi perdite) e Perpetual (contgratti che non hanno scadenza ma hanno i maggiori volumi di scambio).

Secondo alcuni analisti negli ultimi mesi, a causa delle prospettive rialziste, si erano tenute ben poche liquidazioni da parte dei grandi investitori. Giorno 7 settembre, le whale hanno praticamente recuperato in poche ore il tempo perso nelle settimane precedenti, liquidando molte loro posizioni e determinando così il crollo di Bitcoin. 

Un altro elemento da prendere in considerazione per spiegare il crollo di Bitcoin del 7 settembre è il lancio del programma chiamato “Lend” attraverso il quale il noto exchange Coinbase con un rendimento annuo del 4 per cento sul dollaro americano.

Crollo Bitcoin 7 settembre 2021: le coincidenze

Il sell-off che ha portato Bitcoin a bruciare 1 miliardo di market cap non è avvenuto in giorno qualsiasi ma proprio quando il minuscolo El Salvador annunciava l’attribuzione a Bitcoin del corso legale (ne abbiamo parlato in questo articolo). 

L’introduzione di Bitcoin come moneta ufficiale, veniva salutata a muso duro dall’agenzia internazionale Moody’s che non perdeva tempo per declassare l’affidabilità creditizia del disastrato
del Paese (protocollo ufficiale ALGO).

I guai, però, non vengono mai soli e infatti, dopo pochi minuti dal lancio dell’esperiemento Chivo, il portafoglio che i cittadini salvadoregni dovevano scaricare per poter scambiare Bitcoin, spariva delle principali App Store. E’ stato proprio in questo istante che il prezzo del Bitcoin è affondato (ma non avrebbe potuto crollare senza la longa manus del colpevoli che abbiano indicato nel precedente paragrafo). 

Per la cronaca, nel momento in cui tutto sembrava perduto, il governo di El Salvador reagiva comprando altri 150 Bitcoin a un prezzo superscontato (e portando a 550 i Bitcoin nelle proprie casse. 

Strategicamente il governo di El Salvador giorno 7 settembre ha semplicemente fatto quello che farebbero tutti i traders che sono soliti investire su Bitcoin ossia comprare quando i prezzi sono bassi (si può agire in questo modo anche da casa grazie al broker eToro (qui il sito ufficiale).

Crollo Bitcoin 7 settembre 2021: conclusioni

Quale è la lezione che si può trarre dal crollo del Bitcoin di questa settimana? Senza drammatizzare più di tanto quanto è avvenuto è la conferma della volatilità del Bitcoin. E’ fuori discussione che ci sia la compotente speculativa delle whale che si nutre di notizie. El Salvador è solo il primo paese ad aver dato corso legale a Bitcoin. Altri ce ne saranno e ogni qualvolta uno stato comprarà Bitcoin, ci saranno movimenti sui prezzi che possono essere sfruttati per fare trading (qui la demo eToro). 

Per la cronaca, in Italia non c’è nessuna apertura in tal senso, ma è vero che gli italiani sono sempre più interessati alle criptovalute. Secondo un recente sondaggio, infatti, ben il 21 per cento della popolazione possiede monete digitali.

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