Come è nata la borsa di Milano? Perchè si chiama anche piazza affari? A queste domande, molto spesso date per scontate, proveramo a dare una risposta nella guida su Borsa Italiana. Prima di parlare direttamente di piazza affari, però, apriamo una finestra sull’origine delle borse. Insomma come e perchè ad un certo punto gli uomini sentono il bisogno di aprire una borsa?
Prime borse in Italia
Le borse hanno origine nelle piazze e nelle vie delle città medievali. In Italia, già agli inizi del 1100, nella città di Lucca, i cambiavalute si riunivano insieme ai mercanti ed ai notai nei pressi della chiesa di San Martino, duomo della città. Nel secolo XII Venezia divenne il principale punto d’incontro per le attività mercantili e le connesse attività finanziarie. Nella città del Leone di San Marco vennero introdotte due importanti innovazioni: la girata delle cambiali e la negoziazione del debito pubblico. In seguito, l’esempio di Venezia venne imitato da altre città italiane.
Se i primi corposi scambi di titoli ebbero origine in Italia, l’istituzionalizzazione di un luogo fisico di scambio e l’affinamento delle regole borsistiche avvenne per la prima volta nelle Fiandre, più precisamente nella città di Bruges. In quest’ottica, la più antica borsa moderna in Italia fu quella di Trieste (1775), seguita da: Roma (1802), Milano e Firenze (1808), Napoli (1810), Torino (1850), Genova (1855), Bologna (1861), Palermo (1862) e Venezia (1875). Il diffondersi delle Borse in Italia, deve essere messo in relazione con la rivoluzione industriale ed alle crescenti necessità di finanziamento delle imprese.
Borsa di Milano: perchè si chiama Piazza Affari
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Il Monte di Pietà fu la prima sede della Borsa di Milano. Nel corso del tempo si rese necessario spostare più volte la Borsa milanese fino a quando nel 1928 venne realizzata – facendo ricorso ad un architetto di grande fama, Paolo Mezzanotte – una più capiente struttura pronta ad accogliere gli operatori di borsa. Il nuovo palazzo prese il nome dal suo architetto, Palazzo Mezzanotte, locato in Piazza degli Affari n. 6, e fu per questo motivo che la Borsa milanese venne denominata Piazza Affari.
Fino a poco tempo fa, su tutte le dieci piazze italiane, le compravendite di azioni avvenivano alle grida. Dall’introduzione il 14 aprile 1994 della Borsa telematica tutte le azioni italiane quotate in Borsa vengono scambiate tramite un sistema di computer il quale consente agli operatori di negoziare strumenti finanziari in tempo reale. Così nell’edificio che una volta nel centro di Milano raccoglieva fisicamente gli operatori delle banche e gli agenti di cambio ora troviamo computer per la gestione delle negoziazioni.
Borsa Italiana spa di cosa si occupa
Da Piazza Affari a Borsa Italiana spa il passo è breve. Un’ulteriore importante innovazione è avvenuta nel mercato mobiliare italiano con il Testo Unico, entrato in vigore nel 1998, il quale ha sancito la dismissione della Borsa valori gestita da organismi pubblici verso la costituzione di una apposita società privata, la Borsa Italiana S.p.A., la quale ha assunto il compito dal 1° gennaio 1998 della gestione del mercato italiano. Gli azionisti di Borsa Italiana sono: le società emittenti, gli intermediari nazionali ed internazionali, tra cui i principali istituti bancari italiani. Tale società privata svolge soprattutto i seguenti compiti:
definizione dell’organizzazione, funzionamento dei mercati e delle modalità di accesso degli intermediari, funzioni di vigilanza e di gestione delle situazioni di crisi;
disciplina i requisiti per l’ammissione alla quotazione delle società, sospensione e revoca della stessa;
redige il codice di comportamento degli attori di mercato.
Oltre alla gestione dei mercati Borsa Italiana controlla, in qualità di capogruppo, quattro società, che svolgono attività organizzative, commerciali e promozionali: BIt Systems, Piazza Affari Gestione & Servizi, Cassa di Compensazione e Garanzia e la Monte Titoli.
Borsa Italiana mercati gestiti e regolamentati
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Quali sono i mercati gestiti e regolamentati da Piazza Affari?
Borsa Italiana S.p.A. regolamenta, sviluppa e gestisce i seguenti mercati italiani:
il mercato telematico azionario (MTA/ MTAX e Mercato Expandi), il quale è suddiviso in: Blue Chip (large caps, dedicato alle società con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro); Star (medium caps, segmento per i titoli delle medie imprese con capitalizzazione compresa tra 40 milioni di euro e 1 miliardo che hanno alti requisiti. Tali imprese devono rispettare particolari impegni in termini di liquidità, trasparenza e corporate governance), Standard (medium caps, per le altre società che non rientrano nel segmento Star, con capitalizzazione tra 40 milioni e 1 miliardo di euro). A questi titoli si aggiungono le azioni appartenenti a società di dimensioni più piccole quotate sul Mercato Expandi (small caps). Quest’ultimo presenta requisiti di ammissione più semplici ed un processo di quotazione più agile. Tale mercato è disegnato per le società di piccole dimensioni che vogliono reperire nuovi capitali minimizzando il costo ed i tempi della quotazione;
il mercato degli strumenti derivati (IDEM, Italian Derivatives Market), dove vengono negoziati contratti che per loro natura derivano il proprio valore da attività o strumenti sottostanti. L’IDEM è nato nel Novembre 1994, con l’inizio della negoziazione per via telematica del contratto future sull’indice Mib30 (Fib30). Oggi sono quotati su tale mercato: i Futures, i miniFutures e le opzioni sull’indice S&P/MIB ed i Futures e le opzioni sui singoli titoli. Le negoziazioni sul mercato IDEM avvengono per via telematica attraverso un sistema elettronico che garantisce la rapida esecuzione degli ordini. La liquidità, inoltre, è garantita dalla presenza di operatori denominati market makers, che si impegnano ad esporre proposte in acquisto e in vendita per determinati quantitativi di contratti. Per assicurare il buon fine dei contratti negoziati sul mercato IDEM la Cassa di Compensazione e Garanzia (CC&G) si pone come garante ed assume il ruolo di controparte di tutte le contrattazioni eseguite;
il mercato dei Covered Warrants & Certificates (SeDeX), dedicato alla negoziazione dei derivati cartolarizzati. Si tratta di strumenti finanziari divisibili in due principali categorie: strumenti caratterizzati dalla presenza del cosiddetto effetto leva (covered warrant e leverage certificates) e strumenti finanziari senza effetto leva che rispondono a logiche d’investimento di medio-lungo termine (certificates della categoria investment);
il mercato delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT), nel quale vengono trattati: Titoli di Stato (BOT, BTP, BTPi, CCT, CTZ), Obbligazioni di Enti locali, Obbligazioni bancarie e corporate plain vanilla, Euro-obbligazioni, obbligazioni di emittenti esteri ed asset backed securities;
il mercato telematico dedicato ai fondi (MTF), è diviso in due classi con diverse regole di negoziazione: Exchange-Traded Fund (ETF) fondi aperti indicizzati e SICAV indicizzate, Fondi chiusi mobiliari e immobiliari;
infine, il Mercato After Hours (aperto dalle 18 alle 20,30) in cui è possibile negoziare azioni e securitised derivatives.
Dal 24 luglio 2006 sono entrate in vigore le modifiche al Regolamento ed alle Istruzioni di Borsa Italiana relative all‘MTA International, il nuovo segmento di Borsa Italiana, dedicato ad azioni di emittenti di diritto estero già negoziate in altri mercati regolamentati comunitari.
Piazza Affari è inglese
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Borsa Italiana è inglese. Il 1° giugno 2009 c’è stata una grande rivoluzione a Piazza Affari. Sono sbarcati, infatti, i nuovi indici FTSE Italia, nati a seguito dell’integrazione fra Borsa Italiana ed il London Stock Exchange. In particolare, l’indice S&P/MIB, paniere di riferimento delle blue-chips italiane, è stato sostituito dal FTSE MIB. Nulla è cambiato a livello di paniere, dato che sono rimasti gli stessi 40 titoli partecipanti, la metodologia di calcolo ed i relativi pesi. Al posto dell’indice Mibtel, invece, è entrato il FTSE Italia All-Share, composto da 250 titoli rispetto ai 275 precedenti.
Il nuovo indice è sostanzialmente la somma di FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap e possiede una rappresentatività del 95% della capitalizzazione di borsa, rispetto al 98% del vecchio Mibtel. L’indice Midex è stato sostituito dall’indice FTSE Italia Mid Cap, con un numero di titoli raddoppiato rispetto al vecchio Midex. Infatti, saranno ben 60 le società componenti il paniere. L’indice All Stars è diventato FTSE Italia Star, e non ha subìto variazioni rilevanti rispetto al vecchio paniere. Ci sono poi delle new entry: l’indice FTSE Italia Small Cap, benchmark rappresentativo delle società a minore capitalizzazione, composto da 150 società che prima confluivano nel più vasto calderone del Mibtel; indice FTSE Italia Micro Cap che mette in luce le venticinque società a più bassa capitalizzazione; mentre successivamente verrà introdotto il FTSE Italia AIM.
Infine, gli indici settoriali Mib sono stati sostituiti dai nuovi indici settoriali FTSE Italia basati sugli standard internazionali ICB, che oltre alle altre diversità rispetto ai vecchi indici, hanno il vantaggio della trattazione in continua. Gli indici after hours non verranno più calcolati e neppure il Mib30, Mex, Mib R, Mib rnc.
Investire a Piazza Affari
La strada maestra per investire a Piazza Affari passa dalla compravendita di azioni. Comprare un titolo significa diventare azionisti di quella società. E nel caso in cui non si voglia entrare nell’azionariato ma semplicemente provare a guadagnare sul rialzo o il ribasso del prezzo del titolo? In tal caso è preferibile fare trading sulle azioni di Piazza Affari attraverso i CFD (Contratti per Differenza) ossia uno strumento di tipo derivato.
I CFD riflettono l’andamento dell’azione sottostante e possono essere negoziati sulle piattaforme dei broker. Poichè investire a Piazza Affari attraverso il CFD Trading significa speculare, allora è possibile farlo sia al rialzo che al ribasso. In altre parole scegliendo di investire a Piazza Affari con il CFD Trading è possibile guadagnare anche in caso di calo dei prezzi.
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Borsa Italiana: organismi di controllo
Quali sono gli organismo di controllo a Piazza Affari? Il mercato mobiliare italiano viene controllato da diversi organismi :
la CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), è l’organo a cui compete la vigilanza sui mercati regolamentati, al fine di assicurare la trasparenza del mercato, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori;
la Banca d’Italia, svolge funzioni di controllo in relazione alla stabilità economica e patrimoniale degli intermediari, nonché, compiti di supervisione sui mercati all’ingrosso dei titoli di stato e sulle strutture di supporto delle negoziazioni finanziarie;
ed infine, il Ministero del Tesoro, il quale può attuare provvedimenti sul mercato mobiliare per ragioni di politica economica, inoltre, è destinatario dell’informazione proveniente dalla CONSOB sugli atti ed eventi di maggior rilievo.
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