Il dollaro statunitense ha ritrovato slancio mercoledì, recuperando parte del terreno perso nei giorni precedenti, mentre gli investitori attendono con ansia la nuova decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse. Il biglietto verde resta comunque sotto pressione, segnale che i mercati continuano a scommettere su un progressivo allentamento della politica monetaria americana.
Alle prime ore della mattinata europea, l’indice del dollaro – che misura la valuta statunitense contro un paniere di sei principali rivali – è salito dello 0,2%, tornando sopra quota 96,4 punti. Questo movimento segue la forte discesa registrata martedì, quando l’indice aveva toccato i minimi degli ultimi due mesi.
Tutti gli occhi sulla riunione della Fed
Gli analisti si aspettano con largo consenso un taglio dei tassi di 25 punti base, che dovrebbe portare il costo del denaro nel range 4,00%-4,25%. Ma la vera attenzione dei mercati sarà rivolta alle parole del presidente Jerome Powell, chiamato a chiarire le prospettive sui prossimi mesi.
Fondamentale sarà anche il nuovo dot plot, il grafico che mostra le proiezioni dei membri del FOMC. Secondo ING, se il documento dovesse indicare tagli limitati a 50 punti base per quest’anno, invece dei 70 attualmente prezzati, il dollaro potrebbe ricevere nuova spinta nel breve termine.
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Euro e sterlina rallentano dopo i recenti rialzi
Sul fronte europeo, l’euro ha perso lo 0,2% portandosi a 1,1841 dollari, dopo aver raggiunto nella seduta precedente il massimo degli ultimi quattro anni. Gli operatori restano in attesa dei dati sull’inflazione dell’Eurozona, stimata al 2,1% ad agosto, poco sopra il target della Banca Centrale Europea.
La BCE ha mantenuto i tassi invariati nella riunione della scorsa settimana, ma ha sottolineato l’incertezza legata a energia, commercio e cambi, lasciando la porta aperta a possibili future mosse. ING ha osservato che eventuali cali verso l’area 1,1750/1,1780 potrebbero attrarre acquisti su EUR/USD, mentre la resistenza chiave resta a 1,1910 prima di puntare a quota 1,20.
La sterlina britannica si è mossa in leggero rialzo a 1,3636 dollari. L’inflazione nel Regno Unito è rimasta stabile al 3,8% annuo, quasi il doppio dell’obiettivo della Bank of England, che dovrebbe quindi confermare un approccio prudente nella prossima riunione.
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Lo yen frena, lo yuan si rafforza
Lo yen giapponese ha restituito parte dei guadagni della vigilia: USD/JPY è risalito dello 0,1% a 146,62. A pesare sono stati i dati sulla bilancia commerciale, che ha mostrato esportazioni in calo ma meno del previsto, anche grazie a un recente accordo con Washington. Tuttavia, le importazioni deboli hanno segnalato un’economia interna ancora fragile. La Bank of Japan, attesa nei prossimi giorni, dovrebbe lasciare invariata la sua politica ultra-accomodante.
In Cina, lo yuan si è rafforzato leggermente: USD/CNY è sceso dello 0,1% a 7,1095, sostenuto dalle nuove promesse di stimoli economici da parte di Pechino. La valuta cinese ha così toccato i livelli più forti dall’autunno 2024.
Infine, il dollaro australiano ha ceduto lo 0,2% a 0,6671 dopo una serie di sedute positive, segnale che i mercati stanno consolidando i guadagni in attesa di nuovi sviluppi dalle banche centrali globali.
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