Ripresa economica a U o a V dopo la crisi coronavirus? Facciamo chiarezza

Prosegue il dibattito tra gli analisti su quelle che saranno le caratteristiche della ripresa dell’economia al termine dell’emergenza covid-19. Inizialmente in molti ritenevano che la ripresa economica sarebbe stata a V ossia ad repentino crollo dei mercati e dell’economia globale avrebbe poi fatto seguito un’altrettanto veloce risalita del quadro macroeconomico. 

A causa della progressiva estensione della pandemia in tutto il mondo, molti esperti hanno corretto le loro previsioni passando da un’ipotesi di ripresa a V a una che prevede una ripresa a U. 

Ultimo, in ordine temporale (23 giugno 2020), a prevedere una ripresa a U dell’economia è stato Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders.

Schroders cambia idea: ripresa non più a V a ma U

Alla fine di giugno, Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders, ha rivisto le sue previsioni sulla ripresa economica passando da uno scenario a V a uno a U. L’esperto, alla luce degli ultimi dati macro disponibili, ritiene che l’attività globale sia destinata a calare nel corso dell’anno corrente a -5,4%, in netto peggioramento rispetto al -2,9% previsto in precedenza. A determinare la revisione al ribasso delle stime è stato il deterioramento del quadro di riferimento in Usa e Cina.

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Secondo Keith Wade a causa dell’aggravarsi della situazione, la ripresa sarà graduale. Per vedere un vero rialzo dell’economia si dovrà attendere il 2021 quando la crescita globale dovrebbe segnare un miglioramento al 5,3% grazie alle politiche monetarie e fiscali accomodanti (e questa non è una novità) ma grazie anche all’arrivo del vaccino (e questa invece sarebbe la novità decisiva). 

Per quello che riguarda i prossimi trimestri, l’esperto ritiene che a partire dal terzo trimestre ci possa essere un leggero rimbalzo ma a livelli comunque inferiori rispetto a quanto previsto in precedenza. L’economia non sarà capace di recuperare tutto quello che è stato perso nella prima parte dell’anno. 

In sintesi le ragioni per cui l’esperto non ritiene più possibile una ripresa a V ma propende ora per una ripresa a U sono le seguenti: 

  • difficile rimozione delle misure di lockdown aggravata dal rischio che ci possa essere una seconda ondata di pandemia.
  • cambio delle abitudini dei consumatori. Soprattutto nei settori come viaggi, ospitalità e intrattenimento nulla sarà più come prima
  • progressivo ritiro delle misure di supporto varate dai governi nelle fasi più acute della crisi
  • riduzione degli investimenti delle imprese. 

Per tutte queste ragioni, Schroders non ritiene più possibile una ripresa a V ma punta su un rilanzio a U. 

Ripresa economica a U: opinioni di CANDRIAM

In precedenza a sostenere lo scenario della ripresa a U stato Florence Pisani, Global Head of Economic Research di CANDRIAM. 

L’analista è partito dall’analisi di quella che è la situazione attuale con tutti i governi del mondo che si sono trovati costretti ad incrementare le misure di isolamento. Favorendo il distanziamento sociale, l’impatto sull’economia è stato tanto rapido quanto violento. Gli stessi dati macro che sono stati diffusi a metà marzo lasciano intravedere pesanti ripercussioni dall’emergenza Covid-19 sulle economie dell’Eurozona e su quella americana. Tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che ci sarà presto una fortissima recessione in tutto il mondo. 

Sulla base di questa consapevolezza, Candriam ha elaborato delle previsioni: se le misure di confinamento dovesserod durare poche settimane allora si spegnerebbe il 40 per cento dell’economia. Se le misure dovessero durare un mese allora ci sarebbe un calo del 4 per cento del Pil 2020 dell’area Euro. Ancora, se le misure dovessero durare due mesi, allora la flessione del Pil raddoppierebbe. Sono sufficienti questi dati per ritenere del tutto improbabile che le misure di confinamento possano durare oltre i tre mesi. 

Per quello che invece riguarda gli Usa, considerando che l’emergenza negli States è da poco iniziata e che ad oggi gli stati in quarantena sono pochi (California e New York), è ipotizzabile un calo del 10 per cento del Pil. Ma e le misure di confinamento dovessero essere estete agli altri stati, allora il calo del PIL potrebbe facilmente peggiorare fino al -30 per cento se la quarantena dovesse durare un mese. Dando per assodata la fine dell’emergenza nella seconda metà del 2020, la flessione dell’economia Usa sull’intero anno sarebbe del 2 per cento. 

Dopo la crisi, ripresa economica a U? 

A causa dell’intensificarsi della crisi, le banche centrali hanno varato un maxi piano di acquisti di titoli di stato. A scendere in campo sono state anche la FED e la BCE con il Quantitative Easing Pandemico. A prescindere dalle latitudini l’imperativo catagorico è fare “tutto il necessario” per dare sostegno alle economie. 

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Proprio in considerazione della vastità delle misure che sono state annunciate, gli esperti ritengono che possa essere una ripresa a U dell’economia mondiale. In pratica, proprio come una lettera U, nel momento in cui il confinamento sarà revocato, le attività potrebbero riprendersi in modo graduale. 

C’è una condizione essenziale affinchè la ripresa a U post covid-19 possa verificarsi: è necessario che le capacità produttive e i canali finanziari non siano compromessi e che le misure di quarantena non durino oltre un trimestre. 

2 picchi Covid-19 sono possibili?

Quello citato nel paragrafo precedente lo scenario principale di Candriam. Tuttavia, poichè ad oggi non esiste un farmaco o un vaccino contro il coronavirus, non è da escludere che la fase di tensioni duri più a lungo. In tal caso si potrebbe realizzare lo scenario dei “2 picchi Covid-19” che avrebbe effetti ancora più devastanti sulle economie. 

Questo secondo scenario è quello meno probabile alla luce dei progressi tecnologici che la medicina è stata capace di fare. Si pensi ad esempio alle ricerche in corso sui farmaci già in pipeline o utilizzati per il trattamento di altre malattie che potrebbero essere usati anche contro Covid-19. 

Alla luce di tali considerazioni, l’ipotesi prevalente di Candriam è quella della ripresa a U dell’economia

Ripresa economica a U dopo il coronavirus: lo pensa anche Western Asset

Anche secondo Western Asset (affiliata Legg Mason) ci sarà una ripresa economica a U dopo il coronavirus. In un report che è stato pubblicato a fine aprile, poco prima dell’avvio dell’allentamento del lockdown in molti paesi alle prese con l’emergenza coronavirus, gli analisti hanno prospettato ripresa globale con forma a “U” con significative differenze geografiche.

Il rilancio, ovunque dilatato nel tempo (da qui, appunto, la forma a U), vede gli Stati Uniti pronti a ripartire più in  fretta, grazie ad uno strutturale miglior stato di salute per aziende e famiglie. A differenza degli Usa, invece, l’Europa potrebbe andare incontro ad una pesante e profonda recessione dalla quale si potrebbero vedere i primi segnali di ripresa non prima del 2021. 

Per quello che riguarda invece la ripresa a U dell’Asia, essa non sarà omogena. Nel senso che in alcuni paesi la ripresa sarà più rapida mentre in altri sarà più lenta. Per gli analisti è evidente che già oggi Cina, Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong siano sulla via del recupero.

Strategicamente, proseguono gli esperti, ammettere la possibilità che ci possa essere una ripresa a U e non a V significa posizionare i portafogli in modo tale da riuscire a sopportare una possibile forte volatilità dei mercati, cercando al tempo stesso di non farsi scappare eventuali opportunità.

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C’è un elemento che induce ad essere ottimisti rispetto al passato. A differenza di tutte le altre recessioni, in questo caso la crisi attivata dalla pandemia ha affondato tutti quei servizi che sono legati al tempo libero, mentre, solo in una successiva fase le conseguenza hanno anche interessato il comparto industriale. 

Ripresa economica Europa a U ma lenta

L’affiliata Legg Mason lo dice chiaramente: la ripresa economica a U dell’Europa sarà lenta e non priva di ostacoli. Gli analisti si attendono un calo della crescita compreso tra il 6 per cento e l’8 per cento. La contrazione del Pil tenderà ad essere sempre più forte per ogni settimana in più in cui saranno mantenute le misure di lockdown. A soffrire, hanno poi aggiunto gli analisti, saranno soprattutto alcuni paesi che si troveranno ad affrontare la peggiore crisi dal dopoguerra.

Per vedere una moderata ripresa in Europa si dovrà attendere il 2021 anche se, entità del rilancio e distribuzione geografica, saranno legate alle politiche di supporto di lungo periodo. 

BlueBay parla di ripresa simil a spunta allungata ‘â??’

Leggermente più sfumata la posizione degli analisti di BlueBay secondo i quali più che di ripresa a U si può parlare di ripresa a forma di spunta allungata ‘â??’.

Secondo gli esperti è possibile che dopo il brusco rimbalzo che ci sarà a causa dell’allenatamento delle misure, la ripresa possa mantenersi moderata con l’outlook che non tornerà ai livelli pre-crisi almeno fino alla fine del 2021. I tempi sono lunghi ma comunque si tratterebbe sempre di un recuperò più rapido rispetto a quello successivo alla crisi del 2008.

Secondo BlueBay molti indicatori sembrerebbero suggeriore che i mercati azionari stiano già prezzando una ripresa a V. Viceversa i titoli sovrani danno l’impressione di essere più pessimisti e presentano rendimenti reali negativi e curve piatte che lasciano intravedere una ripresa a U talmente più prolungata da sembrare a L.

A metà strada tra mercato azionario e obbligazionario c’è quello del credito con gli spread che riflettono la paura di bilanci aziendali disastrosi e di una serie di declassamenti del rating. Questo dato è in linea con la previsione di BlueBay su una recessione brusca e profonda che sarà poi seguita da una ripresa moderata. Questo trend ipotizzato da BlueBay somiglia non a una U ma a un segno di spunta allungato a ‘â??’.

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