Truffa sui dividendi e frode sui dividendi sono questi i due titoli che oggi vanno per la maggiore sui siti di informazione finanziaria di tutta europa. Artefici di quella che è a tutti gli effetti considerata come la più grande frode fiscale mai realizzata in tutta Europa sono alcune tra le banche più prestigiose dell’area Euro ma non solo. Secondo le indicazioni arrivate da una serie di indagini in parallelo che molte procure d’Europa hanno avviato, la frode del valore di 55 miliardi di euro sarebbe avvenuta sulla pelle di ignari investitori ma soprattutto degli Stati. Mentre inizialmente si era parlato di una truffa circoscritta solo ad alcume borse europee oggi è stato accertato che neppure Borsa Italiana è rimasta immune da questo raggioro milionario. 

Mentre le indagini sono ancora in corso, a fare luce su quanto accaduto, rompendo il muro di silenzio, è stata la newsroom Correctivm un gruppo che riunisce report e giornali di tutta Europa da temppo impegnati in indagini e investigazioni su temi caldi come è appunto quello della maxi frode. Il gruppo ha pubblicato un fascicolo titolato CumEx-Files e nel quale viene posto l’accento su una serie di comportamenti illegali che molte banche avrebbero avuto nel corso del tempo. Ma maxi truffa sui dividendi sarebbe avvenuta attraverso meccanismi di elusione fiscale che hanno fatto la loro comparsa già a partire dagli anni Novanta. I fatti contestati alle banche e per i quasi parla appunto di maxi frode sarebbero avvenuti attorno al 2006 e sarebbero poi proseguiti per alcuni anni. 

Dal punto di vista giudiziario le prime indagini sono partite le 2013 e hanno riguardato le procure di Monaco, Francoforte e Colonia. A queste procure si sono pii aggiunti anche tribunali di altri paesi come la Danimarca. Questo dal punto di vista giudiziario. Dal punto di vista dell’indagine giornalistica, invece, lo studio della newsroom ha accerato che le banche coinvolte nella scandalo avrebbero accreditato dividendi nella giornata di stacco ad alcuni soggetti risultanti titolari dell’azione. Questi ultimi avrebbero quindi maturato un credito fiscale dalla cedola. La maxi truffa sui dividendi avrebbe avuto come perno il trasferimento rapido di titoli tra differenti proprietari esteri in modo tale da evitare le pretese del fisco. La truffa averebbe permesso di incassare più volte i rimborsi statali sulle tasse sui dividendi. Tutto questo è avvenuto, spiega il rapporto, perchè le stesse autorità non sono state in grado di individuare i detentori ultimi dei titoli a causa proprio della rapidità dei trasferimenti. 

Quali sono le banche europee che sono state coivolte nella truffa? Secondo la Reuters tra gli istituti ci sarebbero la tedesca Deutsche Bank, la spagnola Santander, la controllata di Unicredit HBV e, uscendo fuori dai confini dell’Europa, anche l’australiana Macquarie Bank. Secondo una fonte molto vicina a quanto avvenuto le proporzioni della truffa sui dividendi sarebbero enormi. “Non abbiano transato solo azioni tedesche, ma anche di altre nazioni quali Francia, Spagna, Italia, Austria, Belgio, Danimarca” ha affermato questa fonte al notiziario tedesco Tagesschau.

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