Le azioni Puma SE (ETR: PUMG) hanno registrato un deciso rialzo superiore al 5% nella seduta di mercoledì, dopo che Bank of America Securities ha rivisto al rialzo la valutazione sul titolo, portandola da “underperform” a “neutral”, e alzando il prezzo obiettivo da 14 a 23 euro. Il miglioramento del giudizio riflette una maggiore fiducia degli analisti nella solidità del gruppo tedesco dell’abbigliamento sportivo, grazie a minori rischi sulle stime e a parametri di valutazione più favorevoli.
Prima dell’upgrade, il titolo Puma scambiava a circa 20,80 euro, il che implica un potenziale margine di crescita di circa il 10% rispetto alle nuove proiezioni. Gli esperti di BofA hanno sottolineato che, pur restando limitata la visibilità sull’evoluzione dei conti, il rischio finanziario appare oggi più contenuto.
In particolare, la banca ha ridotto il WACC (costo medio ponderato del capitale) dal 13% al 10% nel proprio modello di flusso di cassa scontato, e ha abbassato lo sconto di valutazione rispetto ai competitor europei dal 50% al 25%. Nonostante ciò, Puma continua a essere sottovalutata, con un rapporto price-to-sales di 0,8 volte, a fronte di valori compresi tra 1 e 3 volte per Adidas e Nike.
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Prospettive finanziarie e stime aggiornate
BofA prevede per il trimestre in corso un calo dei ricavi a valuta costante di circa il 7%, che si amplia al 12% includendo un impatto negativo del 5% dai tassi di cambio. La contrazione è attribuita principalmente ai riacquisti di inventario dai rivenditori, già annunciati a luglio.
Per l’intero 2025, la banca si aspetta una riduzione delle vendite del 10% a valuta costante, in linea con le indicazioni del management, che parlano di un calo a bassa doppia cifra percentuale. Il secondo semestre dovrebbe essere particolarmente complesso, con un -18% previsto, e un crollo del 30% nel quarto trimestre.
Il margine lordo dovrebbe scendere di 3 punti percentuali, arrivando al 45%, il livello più basso registrato nel terzo trimestre da oltre dieci anni. Tra le cause figurano tariffe imposte dagli Stati Uniti, svalutazioni di magazzino e costi legati ai piani di ristrutturazione.
Sul fronte reddituale, BofA stima una perdita operativa di 10 milioni di euro per il trimestre, contro una previsione media di utile da 9 milioni secondo i dati Visible Alpha. Gli analisti indicano anche una perdita netta trimestrale di 89 milioni, in miglioramento rispetto ai 248 milioni del trimestre precedente, e una perdita annuale complessiva di 650 milioni, inferiore alle attese di consenso di 476 milioni.
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Struttura finanziaria e valutazione del titolo
Dal punto di vista della liquidità, Puma mostra un profilo solido, con 663,8 milioni di euro di linee di credito non utilizzate al 30 giugno e un debito lordo complessivo superiore a 1,3 miliardi, metà dei quali finanziati tramite una linea di credito revolving con scadenza nel 2030. Tuttavia, il debito netto è destinato a crescere, passando da 1,05 miliardi nel secondo trimestre a 1,2 miliardi entro fine anno.
I modelli di valutazione di BofA stimano un valore azionario medio di circa 5 miliardi di euro, considerando diversi approcci:
- multipli di ricavi → 5,3 miliardi di euro
- redditi da licenze → 4,4 miliardi di euro
- capitalizzazione pubblicitaria → 6,9 miliardi di euro
- analisi del rapporto prezzo/utili a lungo termine → 3,2 miliardi di euro.
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Le priorità del nuovo management
Gli analisti hanno infine sottolineato che il nuovo amministratore delegato di Puma dovrà concentrarsi sulla stabilizzazione del marchio e sul rafforzamento della rete retail, piuttosto che su un ambizioso riposizionamento nel segmento premium. L’obiettivo, nel prossimo piano strategico, sarà quindi quello di consolidare la redditività e migliorare l’efficienza commerciale, gettando le basi per una crescita più sostenibile nel medio periodo.
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