Barclays ha rivisto al ribasso la propria valutazione su Tate & Lyle (LON:TATE), portando il rating da overweight a equal weight e abbassando il target price a 430 pence dai precedenti 650. La decisione arriva dopo una serie di segnali negativi legati alle prospettive di crescita del gruppo, che opera nel settore degli ingredienti alimentari e delle bevande.
Secondo gli analisti della banca, le previsioni presentate da Tate & Lyle per l’esercizio fiscale 2026 appaiono troppo ottimistiche e rischiano di subire ulteriori pressioni. In particolare, il ciclo contrattuale debole potrebbe tradursi in un impatto significativo anche sugli utili del 2027.
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Le difficoltà della divisione Food & Beverage Solutions
Il downgrade è stato motivato soprattutto dalla performance del core business Food & Beverage Solutions, in difficoltà da mesi. A incidere sono la concorrenza sui prezzi in Europa e Asia e la domanda debole in Nord America.
Nonostante il comparto sucralosio abbia mantenuto una buona tenuta e l’attività CP Kelco mostri un miglioramento dei margini, questi progressi non bastano a compensare la flessione più ampia negli ingredienti a base di amido, che restano il cuore del portafoglio aziendale.
La situazione è stata aggravata dal recente profit warning, pubblicato all’inizio della settimana, che ha alimentato ulteriore pressione sul titolo in Borsa.
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I rischi normativi legati agli ingredienti raffinati
Oltre ai problemi di mercato, Barclays ha richiamato l’attenzione anche su possibili rischi regolatori. In particolare, la petizione presentata ad agosto dall’ex commissario della FDA, David Kessler, chiede di revocare lo status di generalmente riconosciuto come sicuro per alcuni ingredienti a base di carboidrati raffinati, tra cui sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e amidi modificati.
Secondo la banca, la probabilità che questa richiesta venga accolta è bassa, ma l’iniziativa crea comunque incertezza per Tate & Lyle e per l’intero settore statunitense. Se venissero introdotte nuove regole più restrittive, fino al 15% delle vendite pro-forma 2026 del gruppo potrebbe essere messo a rischio.
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Previsioni riviste e debito in crescita
Barclays ha aggiornato le proprie stime, prevedendo ora per l’anno fiscale 2026 un calo dell’EBITDA del 5% a valuta costante, rispetto alla guidance aziendale che indicava una contrazione limitata a una cifra singola bassa. Per il 2027 e 2028, le proiezioni sono state ulteriormente ridotte, con un taglio dell’11-12% sull’EBITDA, a causa della crescente pressione sui margini della divisione amidi.
La banca ha inoltre segnalato un previsto aumento della leva finanziaria, con il rapporto debito netto/EBITDA destinato a superare l’obiettivo di medio termine già dal 2026 e con la possibilità di peggiorare in scenari più sfavorevoli.
Addio alle speranze di supporto dal private equity
Un ulteriore elemento di incertezza arriva dall’ambito finanziario. Barclays ritiene infatti che le speculazioni su un possibile interesse del private equity, che avevano sostenuto le azioni nel 2024, abbiano ora meno possibilità di concretizzarsi. Il motivo è legato sia alla riduzione del potenziale di guadagno sia ai nuovi rischi connessi a tariffe e normative.
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Prospettive sul titolo Tate & Lyle
Nonostante le azioni abbiano già registrato un forte calo a partire da aprile, Barclays ritiene che una valutazione più bassa non sia sufficiente a giustificare una futura sovraperformance. Per assistere a un rimbalzo significativo sarà necessario un recupero più chiaro e tangibile degli utili, elemento che al momento appare ancora lontano.
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