Azioni Atlantia senza autostrade? Ipotesi shock farebbe crollare dividendo e fatturato

Il rialzo registrato ieri, ha permesso alle azioni Atlantia di riagganciare quota 18 euro allontanandosi dai minimi dell’anno toccati il 16 giugno scorso a 17,265 euro come conseguenza della crisi avviata con il crollo del Ponte sull’Autostrada A10. Il disastro di Ponte Morandi e l’avvio da parte del governo dell’iter per la decadenza della concessione ad Autostrade per l’Italia hanno aperto la pagina più buia della storia di Atlantia. La revoca della concessione potrebbe avere un impatto devastante sulla società. Gli investitori sono perfettamente consapevoli di questo rischio e lo dimostra il pesante ribasso subito della quotazione Atlantia su Borsa Italiana in poche sedute. 

Ieri si è riunito il consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia che ha confermato l’adozione di una serie di misure di ermergenza e ribadito l’impegno a costruire un nuovo ponte in acciaio in otto mesi dalla ricezione di tutte le autorizzazioni con abbattimento di quel che resta di Ponte Morandi. Oggi sarà la volta del consiglio di amministrazione di Atlantia ed è da questo appuntamento che potrebbero arrivare delle risposte (magari le prime) alle contestazioni formulate dal Ministero dei Trasporti MIT nella lettera che annuncia l’avvio della procedura per la decadenza. 

Ritiro della concessione o meno, c’è una consapevolezza crescente del fatto che i rischi per Atlantia nel medio termine sono tantissimi. Accanto alle news vere e proprie anche le indiscrezioni potrebbero condizionare l’andamento del titolo. Secondo Il Sole 24 Ore, alcune banche d’affari di un certo livello starebbero studiando la possibilità che Atlantia possa proseguire la sua attività in assenza di tutte (o comunque di buona parte) delle concessioni autostradali atttualmente in corso. In poche parole si starebbe ipotizzando una Atlantia senza autostrade in concessione. Il quotidiano economico non nasconde che una ipotesi di questo tipo andrebbe a determinare una drastica riduzione del fatturato che scenderebbe dagli attuali 6 miliardi di euro a 2,5 miliardi. Anche il dividendo, ovviamente, subirebbe un drastico calo rispetto a quelle che sono le cedole attuali. Ci sarebbe però un punto positivo: “la perdita sarebbe compensata dallo sgravio del pesante fardello del debito: oggi Atlantia ha un’esposizione netta di 10,5 miliardi, ma il grosso, 8 miliardi, è caricato proprio su Autostrade”. 

Può bastare questo aspetto ad alleggerire la pressione dei mercati sulle azioni Atlantia? Difficile a dirsi. Intanto prosegue il dibattito nelle fila del governo per capire cosa fare nel futuro. Secondo Il Sole 24 Ore alcuni esponenti del governo vorrebbero un maggiore coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti ma non tutti sarbebero convinti di questa strada. Anzi il Tesoro avrebbe già bloccato tutto e quindi l’ipotesi sarebbe nata e morta nel giro di poche ore. 

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