Truffa diamanti risarcimenti: cosa fare per i rimborsi in vista della scadenza dell’8 marzo 2019

I recenti aggiornamenti sulla truffa dei diamanti da investimento hanno riportato in primo piano un argomento sul quale, negli ultimi tempi, era calato un leggero sipario. A causa (o per merito) dei vip coinvolti nella truffa dei diamanti, si è tornati quindi a parlare di un raggiro che ha coinvolto alcune tra le più importanti banche italiane. Il ritorno dei riflettori ha riaccesso la ricerca di informazioni sull’argomento. Quali sono le ultime notizie sulla truffa dei diamenti? Ci sono novità su rimborsi e cause di risarcimento? Sono queste due delle domande che circolano da alcuni giorni. La truffa dei diamanti, vip a parte, ha coinvolto oltre 22mila risparmiatori. Sono appunto proprio questi truffati (e danneggiati) a voler capire cosa fare e come difendersi dal raggiro subito per recuperare almeno una parte del rispettivo investimento. 

La trattazione dell’argomento risarcimenti e rimborsi truffa dei diamanti è così complessa che sarà necessario articolare il discorso per punti. Questo perchè non è possibile inquadrare i 22mila truffati nella stessa fattispecie. Ci sono, altre parole, sostaziali differenze delle quali è necessario tenere conto. 

Di cosa fare se si è vittime della truffa dei diamanti, ha parlato l’avvocato Antonino La Lumia, esperto di diritto bancario, in una intervista apparsa su Il Sole 24 Ore. Il legale ha affermato che è assolutamente necessario che tutti i soggetti truffati che detengono diamanti della società soggetta a fallimento (la Intermarket Diamond Business) si attivino in vista dell’8 marzo prossimo, data di scadenza entro la quale è possibile “insinuarsi al passivo fallimentare per ottenere in rivendica le pietre già custodite da Idb”. Questa finestra vale solo per le vittime della truffa dei diamanti che hanno avuto a che fare con la Idb. Quella dell’8 marzo è la data limite di una “insinuazione particolare“. L’avvocato ha infatti evidenziato che i ricorrenti non stanno vantando crediti in senso tecnico ma “beni che già sono di proprietà dei clienti ma che sono stati lasciati in deposito presso la Idb”. E’ questo l’oggetto della rivendicazione che ha come fine qiello di “rientrare in possesso dei diamanti”.

Per quello che invece riguarda la questione dei risarcimenti, La Lumia ha affermato che il suo obiettivo è quello di tentare di aprire con le banche coinvolte nello scandalo “tavolo di confronto e conciliazione“. L’obiettivo è quello di puntare su “rimborsi che siano parametrati all’esborso versato“. Se la banca dovesse accettare l’accordo tanto di guadagnato ma, nel caso in cui la banca non dovesse accettare questo confronto, allora si aprirebbe la strada del ricorso al giudice. 

Capitolo banche coinvolte nello scandalo dei diamanti da investimento con valore pompato. Anche in questo caso gli istituti starebbero adottando un approccio diverso e non univoco. Mentre Intesa Sanpaolo, Banca MPS e Unicredit si sono già attivate con i rimborsi, il gruppo Banco BPM con Banca Aletti sarebbe, secondo Il Sole 24 Ore, “più riottoso” forse a causa dei “volumi più robusti” con i quali è coinvolto nell’affaire dei diamenti da investimento. 

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