Crollo azioni FCA: immatricolazioni a picco e ora si teme effetto coronavirus

Azioni Fiat Chrysler Automobiles ancora nel baratro su Borsa Italiana. Nonostante lo stop per tre allo short selling deciso da Consob per limitare le manovre speculative in un momento molto delicato per i mercati di tutto il mondo, il titolo FCA continua il suo calvario.

Alcuni numeri prima di analizzare le ragioni alla base del crollo di oggi. Il prezzo delle azioni Fiat Chrysler segna un calo del 4,11 per cento a quota 6,58 euro contro un Ftse Mib che invece è in ribasso dell’1,4 per cento a quota 15.085 punti. Nel corso della mattinata le quotazioni FCA sono scese fino ad un minimo di 6,35 euro per poi limare leggermente il passivo. Non è solo FCA l’unico titolo della galassia Agnelli a registrare cali molto forti. Nella lista delle peggiori azioni della giornata, infatti, ci sono anche le CNH Industrial che sono in ribasso del 5,73 per cento.

Ma perchè le quotazioni FCA crollano anche oggi? Fermo restando il sentiment fortemente negativo causato dall’emergenza coronavirus, uno dei motivi alla base del crollo può essere individuato nei dati sul mercato auto nel mese di febbraio. Dopo il -7 per cento che le immatricolazioni auto hanno segnato a gennaio, nel mese di febbraio le immatricolazioni totali, date dalla somma tra i dati UE quelli Efta e quelli UK) hanno registrato un nuovo calo del 7,2 per cento a quota 1.066.794 veicoli.

Sommando i dati di gennaio e quelli di febbraio, il primo bimestre 2020 ha chiuso a quota 2.202.010 con un ribasso del 7,3 per cento su base annua. A penalizzare le immatricolazioni è stata l’incertezza dei privati sulla tipologia di alimentazione da scegliere. Secondo gli analisti del Centro Studi Promotor, “ovunque si registra un forte interesse per le soluzioni a zero impatto che tuttavia si accompagnano a incrementi di immatricolazioni forti, in termini di percentuali, ma infimi, in valori assoluti“.

Tra i motivi alla base del profondo ribasso registrato dalle immatricolazioni auto nei primi due mesi del 2020 non c’è, ovviamente, l’emergenza coronavirus. La crisi causata dalla pandemia in atto farà vedere i suoi effetti sul mercato auto a partire dai dati di marzo che saranno disastrosi.

Il pratica l’inevitabile crollo delle immatricolazioni auto causato dai provvedimenti di contrasto al coronavirus andrà a manifestarsi in contesto di base già difficile.

Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ha affermato che i dati dei primi due mesi del 2020 passeranno alla storia “come lo spartiacque tra l’auto prima del coronavirus e l’auto dopo il coronavirus”. L’analista non ha nasconsto che l’impatto della pandemia sarà molto duro in marzo ma anche nei mesi successivi e quindi fino alla fine dello stato di allarme. L’allert non interesserà solo il mercato italiano ma tutti i mercati del mondo.

Immatricolazioni FCA a febbraio 2020

Venendo ai numeri di FCA, il Lingotto ha chiuso il mese di febbraio con un ribasso delle immatricolazioni auto del 6,9 per cento nell’Unione Europea (Efta+Uk). Il mese si è chiuso con vendite per 74.852 veicoli e una quta mercato che è rimasta stabile al 7 per cento. A livello di brand ribassi a doppia cifra hanno registrato Jeep che ha segnato un -32,6 per cento e per Alfa Romeo che ha perso il 21,5 per cento. In controtendenza il marchio Fiat che ha chiuso febbraio con un aumento delle vendite dell’1,6 per cento. Fiat strappa un +1,6 per cento.

Per l’intero mercato il mese di febbraio è stato mandato in archivio con le immatricolazioni totali (UE+Efta+UK) che hanno mostrato un calo del 7,2% a 1.066.794 veicoli. Il consuntivo del primo bimestre ha registrato 2.202.010 immatricolazioni, con un calo del 7,3%.

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