Fusione Unicredit MPS è solo fanta-finanza? Perchè i rischi sono più dei vantaggi

Archiviata la fusione tra Intesa Sanpaolo e UBI Banca, il mercato ha iniziato ad interrogarsi su quella che sarà la prossima tappa del risiko bancario. C’è convergenza tra gli analisti sulla banca che potrebbe essere al centro di una nuova operazione di M&A. Diciamo che, a causa di ovvi motivi, l’istituto che potrebbe recitare un ruolo di primo piano nelle fusioni tra banche italiane è Monte dei Paschi di Siena. 

Una delle ipotesi che maggiormente circolano tra gli addetti ai lavori è quella che vede Monte dei Paschi destinata a finire, in qualche modo, nel perimetro di Unicredit. Visto che in questi scenari includono una delle più importanti banche quotate sul Ftse Mib, come è il caso di Unicredit, è logico chiedersi quali fondamenta abbiano questi rumors. In altre parole, la fusione MPS Unicredit ci sarà davvero oppure le voci di queste settimane sono del tutto compate in aria?

Rispondere a questa domanda non significa solo soddisfare una giusta curiosità ma anche capire se tale ipotesi possa o no condizionare l’andamento in borsa dei titoli coinvolti ossia MPS e Unicredit (grafico in basso). 

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Fusione MPS Unicredit: ci sarà davvero?

Negli ultimi giorni si è parlato diffusamente di uno scenario di questo tipo: attività italiane di Unicredit destinate alle fusione con  Monte dei Paschi e in cambio via libera all’integrazione di quelle estere con colossi del calibro di Commerzbank o Societe Generale. Fondamentalmente, comunque, un’ipotesi di questo tipo non rappresenta una novità visto che già in passato Unicredit era stata data vicina a SocGen e a Commerzbank anche se poi, concretamente, ai rumors non era mai seguito un solo fatto. Adesso nello scenario di riferimento entra in gioco anche Monte dei Paschi, la grande pretendente costretta a cercare casa. 

Ma anche in questo caso l’ipotesi di un’operazione così complessa regge poco. 

Ecco allora che ritornano oggi indiscrezioni più tradizionali che fanno riferimento solo all’aggragazione tra Unicredit e MPS (senza riferimenti ad attività estere e lasciapassare condizionati). 

Fusione Unicredit MPS: la prima ha tutto da perdere

Secondo Il Sole 24 Ore, il Ministrero dell’Economia e delle Finanze vorrebbe spingere Unicredit a comprare Monte dei Paschi. Per il quotidiano di Confindustria, il governo potrebbe puntare su una ricapitalizzazione di Monte dei Paschi per con una cifra compresa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro. La ricapilizzazione servirebbe a coprire le spese per le cause legali in corso e gli esuberi che inevitabilemente scatterebbero nel caso di vendita (si parla di circa 6000 unità).

Equita ritiene che lo scenario di fusione teorizzato da Il Sole 24 Ore presenti più rischi che vantaggi per Unicredit. E’ questo un parere che dovrebbe essere tenuto in debita considerazione prima di impostare qualsiasi strategia trading sulle azioni Unicredit (qui la demo eToro per operare con i CFD)

In particolare i rischi legali per la banca guidata da Mustier salirebbero da 10,7 miliardi a 21 miliardi, di cui 6 miliardi, coperti al 24 per cento, riferiti a Monte dei Paschi. Secondo la sim milanese questo livello di copertura potrebbe essere insufficiente. Una prospettiva simile 

Va inoltre anche considerato che Unicredit, a seguito della fusione con MPS, potrebbe non essere in grado di soddisfarre la condizione di neutralità relativa al requisito del Cet1  visto e considerato che l’intesa con Amco porterebbe la banca toscana a presentare un indice di solidità patrimoniale inferiore al 10 per cento rispetto al 13,2 per cento della banca guidata da Mustier. 

C’è poi un terzo rischio connesso alla fusione MPS Unicredit che riguarda l’impossibilità di usare a pieno le attività fiscali differite di MPS che non sono computate nel capitale e questo a causa delle attese di una redditività ridotta pari a 3,6 miliardi di euro. 

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Per finire, è vero che con la fusione Unicredit Banca Monte dei Paschi di Siena, il posizionamento competitivo sul mercato italiano dell’istituto guidato da Mustier migliorerebbe a seguito dell’aumento della quota di mercato dal precente 11 per cento al 16,5 per cento, tuttavia la nuova Unicredit resterebbe sempre alle spalle di Intesa Sanpaolo ma soprattutto non incrementerebbe la sua posizione nelle regioni più importanti d’Italia come Lombardia e Piemonte. 

Per finire, Equita ritiene che la fusione Unicredit Banca MPS, nei termini in cui è stata teorizzata dal Sole 24 Ore, possa anche rendere più difficile l’attuazione dell’ipotizzato spin-off delle attività italiane da quelle estere di Unicredit.

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