palazzi con insegne MPS e Mediobanca
Lista MPS per CdA Mediobanca - BorsaInside.com

Figuravano anche le azioni Monte dei Paschi nella lista di titoli da tenere d’occhio in vista dell’apertura della settimana di borsa. La quotata senese, infatti, godeva di due diverse potenziali occasioni di visibilità: da un lato il deposito della lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca e dall’altro le tante variazioni sull’azionariato rese note da Consob. Ebbene stando a quello che si può vedere sul listino di riferimento di Piazza Affari, almeno per adesso le potenzialità sembrano essere rimaste sulla carta.

Le azioni MPS, infatti, non solo non registrano un apprezzamento ma addirittura sono in ribasso dello 0,44 per cento a 7,51 euro. Tutto questo in un contesto generale che vede il Ftse Mib avanzare delle 0,12 per cento. Come si può vedere dal grafico in basso, la flessione in atto oggi sulla banca toscana non impatta più di tanto sulla prestazione a un mese della banca toscana che resta positiva per il 2,7 per cento. L’impressione che si può avere è che, in realtà, tanto la notizia sulla presentazione della lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca quanto le novità avvenute nel capitale delle due banche fossero completamente attese e quindi scontate dal mercato.

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consistono questi catalizzatori mancati.

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MPS si prede Mediobanca e nominerà il CdA

Banca Monte dei Paschi di Siena ha ufficializzato la presentazione della propria lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Mediobanca, in vista dell’assemblea ordinaria degli azionisti. In qualità di principale azionista, con una partecipazione pari all’86,3 per cento del capitale, l’istituto senese ha depositato una lista composta da 12 candidati, segnalando una precisa visione strategica incentrata su equilibrio e continuità gestionale.

Tra i nomi proposti spiccano Vittorio Umberto Grilli, indicato per la carica di presidente, e Alessandro Melzi d’Eril, designato amministratore delegato. Quest’ultimo, recentemente dimessosi da Anima Holding, è considerato una figura di spicco nel panorama finanziario italiano, con un profilo manageriale orientato all’innovazione e al consolidamento dei rapporti tra banche e asset manager. La scelta di MPS sembra puntare a una governance più integrata e a un rafforzamento delle sinergie tra Mediobanca e il gruppo senese, in un momento cruciale per il settore creditizio italiano.

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Pioggia di novità sull’azionariato del MPS

Parallelamente, la Consob ha diffuso il 3 ottobre 2025 una serie di aggiornamenti relativi alla composizione dell’azionariato di Banca MPS. Le novità mettono in evidenza un riassetto significativo tra i principali soci e riguardano variazioni intervenute in seguito al pagamento del corrispettivo dovuto all’esito della riapertura dei termini dell’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria totalitaria promossa da MPS su Mediobanca, e al successivo deposito, presso il registro delle imprese, dell’attestazione del nuovo capitale sociale.

Nel dettaglio, Giorgio Girondi ha ridotto la propria partecipazione al 2,85 per cento, in calo rispetto al 3,001 per cento registrato a luglio. Anche Banco BPM ha limato la propria quota, ora al 3,741 per cento (dal precedente 4,471 per cento), distribuita tra Banco BPM Vita (0,012 per cento) e Anima Holding (6,55 per cento). Delfin, la holding riconducibile a Leonardo Del Vecchio, ha diminuito la propria partecipazione al 17,533 per cento, contro il 20,949 per cento precedente. Allo stesso modo, Francesco Gaetano Caltagirone ha ridotto la propria presenza nel capitale della banca toscana passando al 10,262 per cento dal 12,259 per cento precedentemente detenuto.

Ancora una ulteriore riduzione è stata registrata anche per la quota detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ora al 4,863 per cento, in netto calo rispetto all’11,731 per cento dell’anno precedente. Questa discesa è la dimostrazione pratica del progressivo disimpegno dello Stato, coerente con il percorso di privatizzazione delineato dal piano industriale di Monte dei Paschi.

Tirando le somme, la presentazione della lista e i recenti movimenti nell’azionariato delineano un quadro di transizione ordinata per Monte dei Paschi: da un lato, la banca si muove verso una gestione più autonoma e orientata al mercato; dall’altro, consolida la propria posizione in Mediobanca, rafforzando il suo ruolo strategico nel sistema finanziario nazionale.

Dal punto di vista degli investitori, questi sviluppi possono essere intesi come un segnale di stabilizzazione della governance e di rinnovata fiducia nella capacità del gruppo di proseguire il proprio percorso di rilancio nel medio termine.

Tuttavia di tratta di passaggi che erano ampiamente scontati dal mercato e da qui il fatto che il titolo non abbia reagito in borsa. Del resto bisogna sempre tenere conto che stiamo parlando di una quotata che rispetto a un anno fa è apprezzata del 52 per cento. Come dire il rally già c’è stato e ora è il momento della riflessione.

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