palazzi con insegne MPS e Mediobanca
OPAS di MPS su Mediobanca - BorsaInside.com

Dopo essersi imposti tra i titoli più dinamici della seduta di borsa per tantissimi giorni, Monte dei Paschi e Mediobanca oggi sembrano muoversi piuttosto in sordina. Quando siamo arrivati a metà mattinata, il titolo della banca senese segna una flessione dello 0,12 per cento a 8,16 euro mentre Piazzetta Cuccia è praticamente piatta a quota 21,49 euro. Tutto questo mentre il Ftse Mib, dal canto suo, si muove in ribasso dello 0,4 per cento.

Nonostante sia le azioni MPS che quelle di Mediobanca si stiano muovendo in sordina l’attenzione degli investitori su entrambe le quotate resta molto alta. Del resto è in corso la riapertura dei termini per le adesioni all’offerta pubblica di acquisto e di scambio (OPAS) lanciata da Siena su Piazzetta Cuccia e all’interno dello stesso management del vecchio salotto buono della finanza italiana sono in corso tutta una serie di operazioni che, come vedremo tra poco, la dicono lunga su quello che, alla fine, potrebbe essere l’esito dell’offerta di Rocca Salimbeni.

Prima di procedere con l’analisi, si preme ricordare che, nonostante da più parti si affermi che i giochi siano fatti e che alla fine ci sarà fusione tra le due banche, su entrambe si può tranquillamente operare sia con la compravendita classica di azioni che attraverso strumenti derivati come i CFD.

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Come sta andando la riapertura dell’OPAS di MPS su Mediobanca

Dopo il successo registrato nella prima fase dell’OPAS di Monte dei Paschi su Mediobanca, le prime indicazioni che arrivano dal periodo di riapertura confermano l’ottimismo che oramai da settimane la fa da padrone in quel di Siena.

Avviata appena ieri 16 settembre 2025, la riapertura si presenta già con dati già rilevanti. Nel primo giorno, infatti, sono state presentate 1.949.003 richieste di adesione, portando la percentuale delle azioni apportate al 62,53 per cento del capitale interessato dall’offerta (61,31 per cento sul totale massimo delle 829,5 milioni di azioni oggetto di scambio).

Ricordiamo che la finestra straordinaria resterà aperta fino al 22 settembre e di fatto rappresenta l’ultima occasione per gli azionisti di Piazzetta Cuccia di aderire alle condizioni dell’offerta. Da notare che le azioni Mediobanca acquistate sul mercato nelle giornate del 19 e 22 settembre non potranno essere conferite, una limitazione tecnica che potrebbe influenzare la liquidità nei prossimi giorni.

Nonostante manchino ancora alcuni giorni al termine dell’operazione, è già tempo di prospettive. Secondo le stime del direttore generale di Piazzetta Cuccia Francesco Saverio Vinci, la partecipazione complessiva di MPS potrebbe arrivare fino all’80 per cento, anche grazie a eventuali riacquisti di azioni sul mercato. Inutile dire che se si dovesse realizzare questa previsione, allora si aprirebbe la porta ad una possibile integrazione tra le due banche, con conseguenze importanti sulla governance e sul futuro flottante di Mediobanca.

Il mercato sembra proprio speculare su questa ipotesi e sta già incorporando l’ottimismo per il successo dell’operazione.

Ricordiamo che un flottante ridotto metterebbe infatti in discussione la stessa sostenibilità della quotazione autonoma di Mediobanca a Piazza Affari, aprendo a ipotesi di delisting o comunque a un ruolo sempre più marginale per gli azionisti di minoranza. Del resto dalle stessa agenzie di rating è arrivato un segnale molto chiaro su questo punto: S&P Global ha infatti posto il rating di Mediobanca sotto credit watch negativo mettendo in evidenza proprio i rischi legati alle incertezze strategiche e finanziarie che potrebbero emergere dall’assetto post OPAS.

Le vendite del management e il segnale al mercato

In parallelo alla riapertura dell’offerta, i vertici di Mediobanca hanno effettuato tutta una serie di cessioni significative di azioni. Secondo quanto riportato da La Repubblica, il presidente Renato Pagliaro ha venduto 100 mila titoli a un prezzo medio di 21,81 euro, incassando circa 2,18 milioni ma anche l’amministratore delegato Alberto Nagel non è stato da meno cedendo 34.778 azioni a 21,87 euro, per un controvalore di 760 mila euro e infine il direttore generale Francesco Saverio Vinci ha venduto 37.312 azioni per circa 816 mila euro. A queste operazioni si vanno poi a sommare quelle che sono state condotte da altri manager, tra cui Giampiero Farina e Antonio Domenico Santese, per importi più contenuti.

Tutte queste vendite lasciano trasparire una certa cautela da parte del management rispetto al valore attuale del titolo e alle prospettive successive al termine di riapertura dell’OPAS.

Per gli investitori, il segnale non è da sottovalutare: da un lato, le adesioni all’offerta confermano la fiducia del mercato nella possibilità di creare un polo bancario più solido; dall’altro, le cessioni dei vertici potrebbero essere interpretate come una presa di profitto e quasi di smobilitazione per un destino già scritto. Interessante a tal proposito notare che, tra i manager che hanno ceduto di più c’è proprio l’Ad Nagel che, fino a poche settimane fa, aveva provato in ogni modo ad ostacolare la proposta di Monte dei Paschi.

Ma tutto questo agli investitori interessa poco. Ciò che conta, lato loro, è che la volatilità sul titolo Mediobanca possa restare elevata, con i prossimi giorni che dovrebbero essere cruciali per definire l’esito finale dell’operazione e le prospettive di governance del gruppo risultante.

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