Sull’andamento del Nasdaq oggi spicca il dato delle azioni Facebook. La quotazione del colosso social registra infatti una performance negativa del 6,7%. In circa due ore e mezza di seduta, il prezzo delle azioni Facebook è crollato a 172,61 euro. La pesante flessione della società era facilmente ipotizzabile in considerazione delle notizie che dallo scorso fine settimana circolano in Usa. Probabilmente, però, a non essere ipotizzabili erano le dimensioni del ribasso. In tanti oggi si attendevano un calo della quotazione Facebook ma in pochi avevano previsto il crollo delle azioni Facebook. Un ribasso sui livelli attuali, tra l’altro, rende certamente conveniente comprare azioni in vista di un futuro recupero. A dire se il titolo potrà effettivamente rimbalzare nei prossimi dopo il crollo di oggi sarà il “peso” e il “profilo” dei fattori che oggi hanno determinato il sell-off su Facebook. Le previsioni sull’andamento del titolo, quindi, saranno sicuramente influenzate proprio da quegli elementi che oggi hanno un impatto così negativo sull’andamento dell’asset a Wall Street. 

In considerazione di questo rapporto, è logico che un’analisi sui motivi del crollo di Facebook oggi diventi indispensabile. La corsa a vendere le azioni del noto social network è l’effetto dello scandalo privacy che ha travolto la società Cambridge Analytica. Secondo le rilevazioni della stampa anglosassone, questa società di marketing online sarebbe entratata in possesso di informazioni sensibili su circa 50 milioni di utenti Facebook. Cambridge Analytica sarebbe riuscita a rastrellare informazioni mediante thisisyourdigitallife, un’app sviluppata da uno studente di Cambridge, Aleksandr Kogan, che richiedeva l’inserimento del proprio account Facebook per essere scaricata. Ebbene stando alle accuse dei giornali, attraverso questa app la società finita nello scandalo, avrebbe raccolto tantissime informazioni degli amici degli account che hanno scaricato l’app thisisyourdigitallife. Questi ultimi, ignari di tutto, si sarebbero visti recapitare messaggi pubblicitari perfettamente in linea con la loro personalità. Ad onor di cronaca è necessario ricordare che all’epoca in cui avvenne questo scandalo, Facebook aveva una privacy policy molto pià elastica rispetto a quella attuale e poteva anche rastrellare le informazioni degli amici. Il primo problema, che poi costituisce la base dello scandalo, sta nel fatto che tra i tanti messaggi pubblicitari inviati vi sarebbero anche quelli per la propadanda elettorale di Trump. Il secondo problema (per Facebook) sta nel fatto che sono dovute arrivare le inchieste giornalistiche per far scattare provvedimenti contro Cambridge Analytica (chiusura dell’account). 

Insomma per Facebook si tratta di una bella gatta da pelare ed è proprio per questo motivo che in tanti adesso si attendono una dichiarazione da parte di Mark Zuckerberg in persona. Approfittare del crollo di Facebook per entrare a un prezzo basso sul titolo è intuitivamente conveniente ma molto dipenderà da quello che accadrò nelle prossime ore. 

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