Arrivano le sanzioni americane all’industria petrolifera del Venezuela e il prezzo del petrolio registra subito una progressione così forte da salire ai massimi da inizio anno. In questa frase può essere racchiuso l’andamento della quotazione petrolio nelle ultime 24 ore. L’impennata dei compratori che ha portato il prezzo del petrolio al livello più alto da inizio anno sembra oggi essersi esaurita. Mentre è in corso la scrittura del post, infatti, il prezzo del greggio WTI regista un ribasso dello 0,11 per cento a 53,6 dollari al barile mentre il prezzo del greggio versione Brent registra una flessione dello 0,08 per cento a 61,83 dollari al barile. 0,11 e 0,08 sono variazioni così contenute da lasciare intendere che il trend rialzista del prezzo del petrolio possa non essersi esaurito ma possa invece essersi semplicemente assestato. 

Senza dubbio l’andamento della quotazione petrolio nei prossimi giorni (a proposito ricordo sempre l’articolo dedicato all’analisi tecnica settimanale sul prezzo del petrolio che è stato pubblicato su Borsainside lo scorso lunedì 4 febbraio) sarà fortemente influenzato da eventuali novità in arrivo dal Venezuela. Il paese sudamericano (ricchissimo di giacimenti di petrolio ma alle prese con una gravissima crisi economica) è sull’orlo della guerra civile dopo che gran parte del mondo occidentale ha sconfessato l’operato dittatoriale del presidente Maduro. Proprio la decisione americana di introdurre sanzioni contro il Venezuela ha permesso alla quotazione petrolio di salire, nella giornata di ieri, ai nuovi massimi da inizio anno con il barile WTI a 54,73 dollari e il barile Brent a 62,66 dollari. Si può quindi affermare che il recente rialzo del prezzo del petrolio sia avenuto sulla “pelle” del Venezuela e di conseguenza prospettare un ulteriore impatto sui prezzi del greggio dalle novità che potrebbero arrivare dal paese del Sud America. 

Non solo Venezuela, però, alla base del rally delle quotazioni del petrolio. Un secondo elemento catalizzatore è stato il sondaggio della Reuters sulle forniture OPEC. Questo indicatore ha registrato nel mese di gennaio il livello più grosso degli ultimi due anni. Tra l’altro non va dimenticato che anche le sanzioni che gli Stati Uniti impongono al Venezuela avranno un impatto non limitato alle relazioni tra i due paesi. Il modello delle sanzioni americane al Venezuela, infatti, è analogo a quello delle sanzioni Usa all’Iran. Ad affermarlo sono stati alcuni analisti dopo aver studiato i documenti ufficiali con cui il governo degli Stati Uniti ha annunciato il giro di vite sull’industria petrolifera di Caracas. 

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