Prezzo petrolio crolla ancora: guerra dei prezzi scatena sell-off

Il prezzo del petrolio non riesce ad invertire la tendenza ribassista che è in atto dallo scorso lunedì. Dopo il leggero rialzo di ieri, a dominare la scena nella giornata di oggi sono nuovamente i venditori. Mentre è in corso la redazione del post, il prezzo del petrolio WTI segna un ribasso del 3,14 per cento a quota 33,28 dollari al barile mentre le quotazioni del greggio Brent registrano registrano un ribasso del 3 per cento a quota 36 dollari al barile. 

Il sell-off sulla quotazione petrolio è un effetto della guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita a sua volta causata, sia pur indirettamente, dall’emergenza coronavirus. La forte tensione scaturita dello scontro in atto ha determinato un forte incremento dello short trading sull’oil. In altre parole, dinanzi ad uno scenario decisamente grave, molti traders preferiscono puntare sulla speculazione mordi e fuggi per trarre profitto dalla situazione. 

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Per capire quali possano essere le evoluzioni del prezzo del petrolio nei prossimi giorni diventa quindi centrale seguire le evoluzioni della guerra dei prezzi. Solo dopo aver esaminato questo aspetto è possibile capire come posizionarsi sul greggio ossia se conviene vendere o comprare.

A tal riguardo ricordo che il modo più semplice per investire sul prezzo del petrolio è il CFD Trading. Molto importante è scegliere solo i migliori broker Forex e CFD. Ad esempio puoi usare il broker eToro che ti mette a disposizione la demo gratuita. Inoltre, grazie al social trading, eToro ti permette di usare anche il Copy Trading per copiare le strategie dei migliori traders sul prezzo dell’oil.

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Petrolio guerra dei prezzi aggiornamenti

Le ultime news a riguardo risalgono a ieri pomeriggio quando l’Arabia Saudita, attarverso la sua compagnia petrolifera statale, ha fatto sapere di essere pronta a produrre 12,3 milioni di barili di greggio al giorno a partire dal mese di aprile.

Dinanzi a questo atto, la Russia non è stata a guardare. Il ministro dell’Energia Alexander Novak ha fatto sapere che Mosca potrebbe scegliere in qualsiasi momento di incrementare la sua produzione di 500.000 di barili al giorno portando l’output complessivo a 11,8 milioni bpd, un livello record. 

Ora è ovvio che un simile braccio di ferro, con i due paesi produttori che sono pronti ad immettere più greggio sul mercato, non possa non avere degli immediati effetti sui prezzi. Con un’offerta più alta, in un contesto in cu la domanda, a causa del coronavirus, è contenuta, le quotazioni petrolifere non possono che segnare un ribasso. 

Jaafar Altaie, managing director di Manaar Group in relazione all’Arabia Saudita e alla Russia, ha affermato che sia la Russia che i sauditi si stanno preparando a combattere una guerra molto aggressiva sui prezzi del greggio che di loro sono già decisamente bassi a causa dell’emergenza coronavirus. 

Chi vincerà la guerra dei prezzi del petrolio? Per ora non si possono fare previsioni ma, in linea di tendenza, a vincere questo conflitto sarà il paese che sarà capace di arrecare maggior danno altro. In realtà, nelle guerre dei prezzi, raramente c’è solo un vinto e un vincitore. Gli scontri commerciali di questo tipo, infatti, non fanno bene a nessuno ed è proprio per questo motivo che gli investitori sperano in un calo della tensione che farebbe bene a tutti. 

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