Stando a quanto comunicano gli ultimi dati forniti, in ordine cronologico, da Assogestioni, nel terzo trimestre 2019 l’industria del risparmio gestito ha incassato in tutto 9,5 miliardi di euro, con un buon balzo rispetto al trimestre precedente, che invece si era chiuso con un saldo negativo per 6,6 miliardi di euro. A proposito di saldi negativi, rimane il segno meno per i Pir, che da giugno a settembre 2019 hanno perso 354 milioni di euro, che aggiunti ai deflussi della prima metà dell’anno portano il saldo di tutto l’anno a – 717 milioni di euro.
Per quanto attiene i fondi comuni, gli investimenti si sono indirizzati prevalentemente sugli obbligazionari e sui monetari. Più limitato, ma pur sempre positivo, è stato il flusso degli azionari, mentre i flessibili hanno accusato una perdita di 3,5 miliardi di euro nel trimestre.
Passando poi all’analisi dei gruppi, è quello di Intesa ad aver raccolto di più in assoluto tra giugno e settembre, per 4,8 miliardi di euro, mentre Generali si è piazzato in seconda posizione con un flusso di 2,2 miliardi di euro. Nel terzo gradino del podio si colloca invece Poste Italiane, con 936 milioni di euro.
Sul fronte dei gestori di Pir, solo due hanno chiuso il periodo con un saldo positivo, con Banca Finnat Euroamerica con 4,9 milioni di euro e Acome con 0,5 milioni di euro. Saldi negativi per Intesa Sanpaolo (- 155 milioni di euro), Amundi (- 60,4 milioni di euro) e Mediolanum (- 25 milioni di euro).
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