Quali sono le conseguenze del rialzo dei tassi BCE sul Btp Valore 2023 e su tutti i Btp?

Conseguenze dell'aumento dei tassi Bce sui Btp - BorsaInside

La recente decisione della Banca centrale europea di aumentare i tassi di interesse di un ulteriore 0,25 ha aperto nuove prospettive per gli investitori interessati ai Btp (Buoni del Tesoro Poliennali) e al nuovo Btp Valore ottobre 2023. Questi strumenti finanziari, emessi dallo Stato Italiano, sono noti per la loro sicurezza. Il fatto che presentino una durata prefissata, li rende molto interessanti per gli investitori medi.

In questo articolo più che concentrare l’attenzione sulle caratteristiche dei due titoli, i Btp tradizionali e il Btp Valore, cercheremo di capire quali possono essere le ripercussioni dell’aumento dei tassi BCE (ora al 4,5 per cento) sui titoli di stato e, in modo particolare, sul Btp Valore di prossima emissione.

Cosa cambia per il Btp Valore ottobre 2023 dopo l’aumento dei tassi di interesse

Il Btp Valore ottobre 2023 è destinato principalmente agli investitori al dettaglio e sarà in collocamento dal 2 al 6 ottobre. Gli interessati possono accedere a questo strumento finanziario tramite servizi di home banking abilitati al trading online o recandosi presso la loro banca di riferimento. Il taglio minimo di acquisto è molto basso, solo 1.000 euro, e questo rende il nuovo strumento retail accessibile a tutti.

Il titolo può essere acquistato al prezzo nominale di 100 euro senza applicazione di commissioni da parte delle banche collocatrici. Inoltre, gli acquirenti beneficeranno di agevolazioni fiscali, tra cui una tassazione agevolata al 12,5% e l’esenzione dall’imposta di successione su cedole e premi fedeltà.

La cedola annua prevista per il nuovo Btp Valore dovrebbe oscillare intorno al 3,8%. Usiamo il condizionale perchè l’ammontare dei tassi cedolari minimi garantiti sarà reso noto dall’emittente, il Mef, solo il 29 settembre ossia il venerdì che precederà il collocamento. Ad oggi, però, è stato comunicato l’ammontare del premio fedeltà che sarà pari allo 0,5 per cento. Attenzione, però, perchè il premio fedeltà può essere incassato solo dagli investitori che comprano il titolo durante il collocamento e lo detengono fino alla naturale scadenza (ottobre 2028) senza venderlo prima.

Rispondendo alla domanda che abbiamo posto all’inizi, l’aumento dello 0,25 per cento dei tassi di interesse da parte della Bce potrebbe influire leggermente sul tasso minimo garantito che, non è da escludere, possa essere più basso del 3,8 per cento prospettato da molti analisti.

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Cosa fare con i Btp già emessi e futuri

Ma lasciamo perdere il Btp Valore che comunque rappresenta un caso particolare, e interroghiamoci sulle conseguenze del rialzo del costo del denaro sui Btp già emessi (e che quindi si possono comprare sul mercato secondario di Borsa Italiana) e su quelli che verranno emessi in futuro (ogni mese ci sono sempre due aste medio e lungo termine e un’asta che è invece riservata al Btp Short Term e al Btp€I.

L‘aumento dei tassi di interesse della Banca centrale europea comporta una possibile diminuzione dei prezzi dei Btp esistenti, poiché il loro valore si adatta ai nuovi tassi di riferimento più elevati. Questo può aumentare il rendimento per i detentori di titoli. Lo stesso ragionamento vale anche sulle nuove emissioni e quindi non è da escludere che il Tesoro possa emettere nuovi titoli di Stato che offrono rendimenti più elevati proprio per tenere alto l’interesse dei potenziali acquirenti visto che il costo del denaro è ancora più alto rispetto ad agosto.

Con l’attuale aumento dei tassi di interesse, l’inflazione crescente e la necessità per uno stato fortemente indebitato come quello italiano che ha la necessità di ridurre l’indebitamento estero, i Btp possono offrire rendimenti vantaggiosi. A titolo di esempio possiamo citare il Btp Italia che ha registrato rendimenti superiori all’8 per cento nell’ultima emissione, beneficiando proprio dell’aumento dell’inflazione. Difficile dire se il governo effettuerà una nuova emissione di Btp Italia nei prossimi mesi (ma lo scenario più plausibile è negativo), tuttavia proprio questo Btp Italia si può acquistare sempre sul mercato secondario.

Volendo arrivare a delle conclusioni, per chi ha in portafoglio Btp di ogni tipo la decisione di mantenerli o venderli dipende dalla loro scadenza. Si possono distinguere due casi. Se i titoli sono prossimi alla scadenza, allora forse è meglio tenerli fino al termine della durata mentre per quelli con scadenza più lontana, soprattutto se si ha la necessità di avere della liquidità, la vendita anticipata potrebbe essere un’opzione da prendere in considerazione per tornare in possesso del capitale investito.

Al tempo stesso, però, andrebbe tenuto presente che con la prospettiva di una futura diminuzione dei tassi di interesse da parte della Bce, continuare a tenere Btp in portafoglio potrebbe significare un graduale aumento del loro valore di mercato (ma solo se l’acquisto viene effettuato prima che la Banca Centrale Europa decida di cambiare passo sulla politica monetaria).

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