Fondi di Investimento: cosa sono, come funzionano e come investire

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Che cosa sono i fondi d’investimento? Come funzionano questi strumenti finanziari? Sono queste le due domande classiche che chi è intenzionato ad investire in fondi di investimento si pone prima di mettere sul piatto i proprio soldi.

Questa mini guida è dedicata ai fondi di investimento. L’obiettivo è quello di descrivere la caratteristiche principali comuni ai vari fondi e il loro meccanismo di funzionamento.

Prima di tutto dobbiamo spiegare che cosa sono gli OICR, ossia gli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio. Con questo acronimo si indicano gli strumenti finanziari, quali fondi comuni o Sicav, che si prefiggono di investire nei mercati dei capitali frazionando il rischio.

Fondi di investimento cosa sono

E veniano adesso alla prima domanda della guida: cosa sono i fondi di investimento ossia cosa signifano queste parole? I fondi comuni sono dei prodotti finanziari rivolti ai risparmiatori, che consentono attraverso la sottoscrizione di quote di partecipazione al patrimonio collettivo di fruire di quei vantaggi che un investimento individuale non potrebbe ottenere, come la diversificazione del proprio investimento tra i vari mercati, settori economici ed aree geografiche. Gli investitori in fondi, godono inoltre di una riduzione dei costi di transazione, grazie agli elevati volumi di titoli scambiati.

Fondi di investimento come funzionano 

Capire il meccanismo di funzionamento dei fondi di investimento è importante per definire poi la strategia di investimento. La domanda che ci poniamo in questo paragrafo è quindi come funzionano i fondi di investimento

La gestione di questo patrimonio spetta alla SGR, Società di Gestione del Risparmio, mentre la custodia deve essere affidata per legge ad un’unica banca depositaria, che vigila sull’effettiva esistenza dei valori ed accerta la legittimità e la correttezza delle operazioni inerenti al fondo. I titoli acquistati sono di proprietà di tutti i sottoscrittori, che partecipano ai profitti ed alle perdite realizzate in proporzione alle quote acquistate.

La Sicav, invece, è una società d’investimento a capitale variabile, che a differenza del fondo consente agli investitori di acquisire la qualifica di socio della sicav stessa. Le differenze tra le due forme di risparmio riguardano dunque l’aspetto giuridico: il sottoscrittore di una sicav non compra quote ma azioni, acquisendo anche i diritti tipici di un azionista.
Tornando ai fondi, le quote di partecipazione possono essere collocate dalla SGR, dagli sportelli delle banche e dai promotori finanziari. In Italia i fondi comuni sono stati istituiti con la Legge n° 77 del 1983 anche se, a quella data, esistevano già una decina di fondi di diritto lussemburghese.

Tipi di fondi di investimento

Quanti tipi di fondi di investimento ci sono? In cosa differiscono tra loro? Lo vediamo subito. 

I fondi comuni si differenziano in fondi aperti e fondi chiusi. I primi sono a capitale variabile, in quanto si caratterizzano per la libertà di entrata e di uscita in qualsiasi momento dei partecipanti. Il valore di ogni quota viene calcolato giornalmente in relazione ai prezzi di mercato dell’intero portafoglio ed al numero di quote esistenti in quel preciso giorno. I fondi di investimento chiusi, invece, si caratterizzano per il loro capitale fisso. La sottoscrizione delle quote avviene in unica soluzione al momento dell’istituzione ed il riscatto di esse non può avvenire se non alla data di scadenza del fondo.

Nell’ambito della categoria dei fondi aperti, possiamo individuare i fondi armonizzati , cioè quelli conformi alle direttive comunitarie n. 611/85 e 220/88 recepite nel nostro ordinamento con il Decreto Legislativo n. 83/92. La legge comunitaria prescrive una serie di vincoli sugli investimenti al fine di salvaguardare i sottoscrittori. Ad esempio non possono investire più del 10% del patrimonio in strumenti finanziari di un singolo emittente, in altri fondi, prodotti derivati o titoli non quotati nei mercati regolamentati e non possono investire in strumenti derivati per la copertura dei rischi, per un ammontare totale che ecceda il valore netto del fondo.

I fondi che non rispettano uno o più di tali vincoli si dicono invece non armonizzati e presentano una maggiore libertà di investimento del patrimonio raccolto. Tra questi citiamo i fondi speculativi, i fondi riservati, i fondi di fondi e gli Hedge Funds, generalmente dedicati ad un pubblico di investitori sofisticati e/o con disponibilità patrimoniali ampie.

I fondi vengono definiti mobiliari quando il patrimonio raccolto è impiegato solamente in prodotti finanziari ed immobiliari quando il proprio patrimonio è costituito esclusivamente o prevalentemente da beni immobili, diritti reali immobiliari e da partecipazioni in società immobiliari. A questi ultimi è stata attribuita esclusivamente la forma chiusa, sin dalla loro istituzione.

I fondi vengono catalogati anche in base alla loro specializzazione. Assogestioni, l’associazione di categoria delle Società di Gestione, ha elaborato una specifica classificazione con l’obiettivo di rendere trasparenti le caratteristiche principali del fondo e i principali fattori che impattano sulla rischiosità. La classificazione dei fondi comuni si articola innanzitutto in cinque macro categorie: Azionari, Bilanciati, Obbligazionari, Liquidità, Flessibili.

Ogni macro categoria si contraddistingue per la percentuale minima e massima di investimento azionario, ossia identifica i parametri per l’asset allocation di base (azionaria-obbligazionaria). In particolare, le macro categorie possono essere poste in ordine crescente rispetto alla proporzione di azioni detenibili in portafoglio: i fondi di liquidità non possono investire in azioni; i fondi obbligazionari, che si concentrano appunto sulle obbligazioni, non possono investire in azioni (con l’eccezione dei fondi obbligazionari misti che possono investire dallo 0% al 20% del portafoglio in azioni); i fondi bilanciati investono in azioni per importi che vanno dal 10% al 90% del portafoglio; i fondi azionari investono almeno il 70% del proprio portafoglio in azioni; i fondi flessibili non hanno vincoli di asset allocation azionaria (0%-100%).

Per quanto riguarda le sottocategorie, parleremo di fondi diversificati riferendoci a quelli che investono in titoli di società che appartengono a settori economici diversi e/o a Paesi diversi e di fondi specializzati per indicare quelli che invece investono in titoli di società appartenenti ad un solo settore (specializzazione economica) o ad un solo Paese o a area geografica (specializzazione geografica).

Ci sono poi i fondi pensione, i fondi etici, i fondi indicizzati, i fondi a capitale protetto e quelli a capitale garantito. I fondi pensione sono strumenti che consentono di costruire una rendita pensionistica integrativa a quella fornita dai sistemi di previdenza obbligatoria. I fondi etici, tipici di mercati molto evoluti come quelli anglosassoni, hanno la caratteristica di scegliere investimenti che possano in qualche modo sostenere organizzazioni che lavorano nel campo dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura e della cooperazione internazionale.

Esistono fondi detti un po’ impropriamente etici che pur non facendo selezione sui titoli devolvono in beneficenza parte degli utili. Il fondo indicizzato, invece, ha come obiettivo la riproduzione del profilo di rischio/ rendimento di un indice di mercato calcolato da terzi. Tra questi vanno segnalati gli ETF (Exchange Trade Funds), ossia dei fondi indicizzati quotati sui mercati regolamentari, a Piazza Affari sul Mercato Telematico dei Fondi (MTF) e negli Stati Uniti sull’Amex. I fondi a capitale protetto hanno come obiettivo principale la protezione del valore dell’investimento mentre quelli a capitale garantito, a prescindere dai risultati della gestione, garantiscono ad ogni sottoscrittore la restituzione a certe scadenze di una determinata percentuale delle somme versate.

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Fondo di investimento vigilanza 

Visto il complesso meccanismo di funzionamento, chi deve vigiliare sui fondi di investimento? Tra gli organi di vigilanza sui fondi ci sono la Consob e la Banca d’Italia. La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa vigila sulla correttezza dell’operato della SGR e dei soggetti incaricati del collocamento. La Consob, inoltre, da il via libera alla pubblicazione dei prospetti informativi che devono essere consegnati ai risparmiatori interessati a sottoscrivere un fondo. La Banca d’Italia, invece, autorizza, sentita la Consob, l’attività alle SGR, approva il Regolamento di Gestione dei fondi comuni e vigila sull’operato delle Banche depositarie.

Benchmark fondi di investimento cosa è

Terminiamo questa panoramica sui fondi comuni d’investimento spiegando che cosa sognifica benchmark. Si tratta di un parametro oggettivo di riferimento utilizzato per confrontare l’andamento del fondo comune e valutarne il profilo di rischio. È costituito da uno o più indici di mercato, elaborati da soggetti terzi, che sintetizzano l’andamento dei mercati in cui investe il fondo. I fondi comuni di diritto italiano hanno l’obbligo di indicare il benchmark su tutta la documentazione rivolta al pubblico e di metterlo a confronto con l’andamento del fondo.

Fondi di investimento rischi

I fondi di investimento, come tutti gli strumenti e i prodotti finanziari, presentano dei rischi. Trovare un fondo comune che non comporti dei rischi è impossibile poichè è la stessa assunzione di un rischio che porta alla maturazione di un profitto. Ovviamente i fondi comuni di investimento hanno un livello di rischio variabile ossia più o meno alto. Il livello di rischio viene indicato con chiarezza al momento della sottoscrizione. Questo diritto significa però tutto e nulla perchè il vero segreto è riuscire a pesare il rischio nel modo giusto. Solitamente è meglio investire in fondi di investimento dal basso profilo di rischio se si è degli investitori principianti. 

Fatta questa breve premessa scendiamo più nel dettaglio. I rischi dei fondi comuni di investimento si dividono per tipologia. In pratica ci sono vari tipi di rischio quando si ha a che fare con i fondi comuni di investimento. 

  1. Rischio paese: questo rischio è legato al Paese emittente ed è tipico dei fondi di investimento obbligazionari. Aderire ad un fondo di investimento di un Paese i cui orizzonti economici non sono dei migliori (come ad esempio l’Argentina) permette si di avere una elevata remunerazione ma ad un costo in termini di rischio molto alto. 
  2. Rischio di tasso di interesse: anche in questo caso si tratta di un rischio tipico dei fondi di investimento obbligazionari. Se i tassi di interesse registrano un aumento nel momento in cui si è in possesso di un bond a tasso fisso, il valore dell’obbligazione scende. Il rischio tasso di interesse è strettamente connesso con la duration. Più alta è la duration maggiore sarà la volatilità del fondo sottoscritto. 
  3. Rischio di cambio: se la valuta di riferimento dell’investitore è diversa da quella del fondo di investimento che si è sottoscritto, allora sarà necessario anche tenere conto del Forex. Il cambio Euro Dollaro è il primo rischio con cui si misura chi investe in fondi di investimento (azionari e/o obbligazionari )Usa dall’Europa.

Ovviamente, oltre a questi rischi standard, il fondo presenta tutta una serie di altri rischi che sono collocati alla tipologia di strumenti finanziari in cui il fondo stesso investe. 

Come investire in fondi di investimento 

Adesso che abbiamo chiarito quali sono i rischi connessi ai fondi di investimento, possiamo passare alla parte dinamica della guida. Insomma abbiamo capito cosa sono e come funzionano i fondi di investimento e abbiamo messo anche in risalto vantaggi e rischio ma a conti fatti…come investire in fondi di investimento? Le strade che abbiamo a disposizione sono tante ma la vera sfida è capire quali sono i fondi migliori ossia adottare un metodo per scegliere i fondi di investimento migliori. E’ quindi necessario raccogliere documenti e foglio informativi da banche e collocatori per poter fare poi un confronto tra le varie caratteristiche previste. In particolare prima di investire in fondi di investimento è consigliabile analizzare il capitolo dei costi. Sono infatti questi ultimi che determinano il rendimento finale del fondo stesso.

I costi del fondo di investimento sono legati alle commissioni di ingresso a carico dei sottoscrittori e alle commissioni di gestione che invece sono prelevate dal fondo. Ricordiamo che il valore della quota viene sempre calcolato al netto delle tasse.

Fondi di investimento tassazione 

Visto che nel precedente paragrafo di questa guida abbiamo fatto riferimento alla circostanza secondo cui il valore delle quota è sempre al netto delle tasse, crediamo sia ora giusto dedicare un paragrafo all’argomento tassazione dei fondi di investimento. Le tasse non sono mai un bel discorso soprattutto nel caso in cui esse siano legate ai rischi di natura finanziaria. Senza tanti giri di parole, quindi, possiamo dire che ovviamente sui fondi comuni di investimento si pagano le tasse. La tassazione, secondo la normativa in vigore che risale al 2014, prevede un’aliquota dal 26 per cento sui profitti. L’aspetto positivo è che per la legge italiana le tasse sui fondi di investimento si pagano nel momento in cui i fondi sono liquidati ossia quando arriva la remunerazione. Fin a quando i fondi non sono liquidati, invece, non si devono pagare tasse. 

Le regole sulla tassazione dei fondi di investimento italiani non valgono per i fondi all’estero. Se il fondo di investimento è estero l’aliquita da pagare non è più il 26 per cento ma il 20 per cento. Resta valido il principio secondo cui la tassazione scatta nel momento della liquidazione. 

Dal punto di vista della tassazione c’è comunque una differenza tra i fondi armonizzati UE e quelli invece non armonizzati UE. Nel caso di fondi armonizzati UE le tasse si pagano nel momento in cui vengono distribuiti i proventi e per questo essi non devono poi essere inseriti nella dichiarazione dei redditi. Nei fondi di investimento non armonizzati UE, invece i proventi devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi. 

La tassazione dei fondi di investimento non è un argomento piacevole ma è sempre consigliabile conoscere anche questo aspetto. 

Fondi di investimento conclusioni 

Secondo le ultime statistiche gli italiani o per meglio dire gli investitori italiani guardano con molto favore ai fondi di investimento. La presenza di rischi anche significativi non scoraggia dall’investire in questo strumento finanziario che presenta molti vantaggi. Nella nostra guida abbiamo esaminato i fondi di investimento da più punti di vista con l’obiettivo finale di fornire gli strumenti per poter meglio valutare le proprie strategie. Il consiglio finale che diamo è quello di procedere sempre con prudenza e confrontare le varie offerte primna di individuare i migliori fondi di investimento. 

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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