Legge di Bilancio, Draghi annuncia modifiche al Reddito di Cittadinanza. Ecco cosa cambia

Con l’approvazione del Documento programmatico di bilancio il governo guidato da Mario Draghi ha gettato le basi per la struttura della Legge di Bilancio 2022. In questi giorni il documento è al vaglio della Commissione Europea per l’approvazione e tra le misure in esso contenuto troviamo anche il rinnovo del Reddito di Cittadinanza con lo stanziamento di ulteriori 8,8 miliardi di euro.

Inizialmente per il rinnovo della misura erano stati stanziati per l’anno 2022 solo 7 miliardi di euro, ma successivamente l’esecutivo ha deciso di aggiungere ulteriori 1,8 miliardi portando così il totale a 8,8 miliardi.

Lo stanziamento iniziale prevedeva, rispetto agli anni precedenti, meno risorse per la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, ma con l’aggiunta di ulteriori fondi la somma è ora allineata con quella stanziata annualmente fino al 2021.

Ciò vuol dire che il Reddito di Cittadinanza resterà in piedi, contrariamente a quanto alcune forze politiche, Italia Viva di Matteo Renzi in primis, avrebbero auspicato. Ma se da una parte il governo di Mario Draghi ha già deciso di confermare anche per il prossimo anno il sussidio, dall’altra ha anche stabilito che la misura subirà diverse modifiche.

Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha infatti istituito una Commissione tecnica il cui lavoro sarà proprio quello di riformare il Reddito di Cittadinanza, con lo scopo di ottenere un potenziamento del meccanismo di reintroduzione nel mondo del lavoro, e ridurre al contempo i costi per le casse dello Stato.

Come cambierà il reddito di cittadinanza

A partire dal 2022 il Reddito di cittadinanza potrebbe non essere più come lo conosciamo, in quanto le modifiche che il governo Draghi prevede di attuare dovrebbero modificare la misura a livello strutturale.

Il primo intervento che andrà a modificare il reddito di Cittadinanza toccherà l’aspetto dei requisiti necessari per ottenere il rinnovo del sussidio per chi già lo percepisce.

In secondo luogo l’attuale esecutivo conta di modificare la scala di equivalenza, che è quel meccanismo sulla base del quale vengono stabiliti gli importi da riconoscere a ciascun nucleo familiare. L’attuale sistema infatti, a quanto pare, avvantaggia i nuclei familiari composti da una o due persone, mentre penalizza le famiglie numerose.

Inoltre dovrà essere profondamente modificato quel meccanismo sulla base del quale il Reddito di Cittadinanza dovrebbe essere non solo un sussidio in grado di contrastare situazioni di povertà, ma anche un trampolino di lancio per il mondo di lavoro.

In questi anni, per una serie di ragioni, il RdC è stato soprattutto un sussidio, e il sistema per mezzo del quale avrebbe dovuto favorire le assunzioni ha funzionato ben poco. Il governo Draghi quindi conta di modificare le strutture dei percorsi formativi al fine di potenziare i canali per il reinserimento nel mondo del lavoro di chi percepisce il sussidio.

In questo modo quindi la misura dovrebbe, almeno in linea teorica, agevolare i beneficiari nell’arduo compito di rientrare nel mondo del lavoro. Al tempo stesso dovrebbe essere possibile ridurre i costi che lo Stato si trova a sostenere, costi che secondo alcune stime dovrebbero incrementare progressivamente nei prossimi anni.

Maggiori risorse a finanziare il Reddito di Cittadinanza ma il Parlamento si spacca

Nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) troviamo conferma del rifinanziamento del Reddito di Cittadinanza, e della decisione di incrementare le risorse destinate a questa misura di contrasto alla povertà introdotta dal primo governo Conte.

Come abbiamo visto le risorse destinate al Reddito di Cittadinanza per il 2022 ammonteranno in tutto a 8,8 miliardi di euro. Non tutte le forze politiche che sostengono il governo di Mario Draghi però hanno condiviso la decisione di passare dai 7 miliardi inizialmente preventivati, ai quasi 9 miliardi di cui si legge nel Dpb.

Tra le forze politiche che si sono mostrate apertamente in disaccordo con la decisione del governo di aumentare le risorse per il reddito di cittadinanza di quasi 2 miliardi di euro per il 2022 troviamo la Lega di Matteo Salvini.

Il Carroccio infatti si è detto contrario soprattutto al modo in cui i fondi aggiuntivi sono stati trovati, cioè sottraendo risorse che invece sarebbero andate a finanziare il Reddito di Emergenza, i congedi parentali e le pensioni anticipate per i lavoratori precoci.

È stato anche Giancarlo Giorgetti a chiarire la posizione contraria della Lega, definendo quella del governo Draghi una manovra che sottrae risorse alle misure per i lavoratori indirizzandole ad una misura che invece non crea lavoro.

Sulla stessa linea troviamo poi Italia Viva, con Matteo Renzi che quest’estate ha tentato di raccogliere delle firme per indire un referendum per l’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Un tentativo che peraltro finora si è rivelato un totale fallimento, visto che le firme raccolte sono sì e no la metà di quelle che servono.

Estremamente critica circa la conferma da parte del governo Draghi del Reddito di Cittadinanza, e per quel che riguarda l’ulteriore finanziamento di quasi 2 miliardi di euro rispetto a quanto inizialmente previsto anche Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia ha persino definito il RdC una forma di “metadone di Stato”.

Decisamente diversa invece, come prevedibile che fosse, la posizione del Movimento 5 Stelle, con lo stesso Luigi Di Maio che ha espresso soddisfazione per il fatto che la misura potrà vivere in forma piena anche nel 2022. Di Maio ha anche ammesso che è effettivamente necessaria una riforma del Reddito di Cittadinanza per renderlo uno strumento in grado anche di reinserire il beneficiario nel mondo del lavoro.

Favorevole allo stanziamento di maggiori risorse per il Reddito di Cittadinanza anche l’ex premier, Giuseppe Conte, che ha persino dichiarato che per abolire il sussidio sarà necessario passare sul suo cadavere, ad indicare evidentemente che farà tutto il possibile per tenerlo in piedi.

Lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito l’importanza di conservare questa misura da lui definita di “lotta alla povertà”, senza negare comunque che siano necessarie delle modifiche che facciano finalmente funzionare il sistema delle politiche attive del lavoro.

Draghi, nell’esporre la sua posizione sul tema reddito di cittadinanza ha anche ricordato che i principi su cui questa misura si fonda sono quelli costituzionali di uguaglianza e solidarietà, ma ha al tempo stesso evidenziato i limiti sui quali sarà necessario intervenire attraverso le modifiche che sono attualmente al vaglio della Commissione Tecnica del ministero del Lavoro.

Sulla stessa posizione il titolare del dicastero, Alberto Orlando del Pd, che ha confermato che almeno per ora il reddito di cittadinanza non rischia di essere cancellato.

Quali saranno le nuove regole del Reddito di Cittadinanza nel 2022

La Commissione tecnica del ministero del Lavoro, guidata dalla professoressa Chiara Saraceno, sta valutando in che modo attuare le modifiche indicate dall’esecutivo.

Uno dei problemi strutturali che sono stati evidenziati dagli studi realizzati da INPS e Caritas riguarda un mancato collegamento tra il Reddito di Cittadinanza e il mondo del lavoro. In parole povere i beneficiari del sussidio non si trovano inseriti in alcun percorso che possa agevolare la ricerca di un impiego.

Una delle modifiche che verranno apportate al Reddito di Cittadinanza riguarda infatti la possibilità di rendere i requisiti per conservare il diritto al sussidio molto più selettivi.

Allo stato attuale delle cose, per perdere il sussidio è necessario rifiutare tre offerte di lavoro congrue. Invece all’indomani delle modifiche, cioè a partire dal 2022, l’assegno spettante ai beneficiari del RdC viene dapprima ridotto con il rifiuto della prima offerta di lavoro congrua, e in seguito viene revocato nel momento in cui viene rifiutata anche la seconda offerta.

Ora invece, quanto meno stando a quanto afferma l’Inps, nonostante sia prevista la revoca del Reddito di Cittadinanza alla terza offerta di lavoro congrua rifiutata dal beneficiario, questo di fatto non accade quasi mai. Uno dei problemi maggiori, secondo l’Istituto, è legato al fatto che le offerte non vengono notificate ai destinatari secondo la normativa.

Il Reddito di Cittadinanza a partire dal 2022 insomma verrà revocato non alla terza offerta ma alla seconda, e già dalla prima offerta rifiutata l’assegno verrà ridimensionato. Ma non è certo l’unica modifica che il governo Draghi ha pensato di introdurre.

Una seconda modifica riguarda la firma della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Attualmente si tratta di un passaggio che si compie in un secondo momento rispetto all’erogazione del sussidio, ma con le modifiche previste nel Documento Programmatico di Bilancio sarà anticipato alla fase di richiesta del sussidio.

Sarà quindi nella fase in cui la domanda per il RdC viene presentata che il beneficiario dovrà firmare la dichiarazione da allegare alla richiesta. Dovrà essere allegato poi anche il certificato di residenza, che dovrebbe permettere di ridurre il numero di soggetti che accedono alla misura senza averne i requisiti. 

Secondo alcune indiscrezioni poi cambieranno gli importi riconosciuti in particolare ai nuclei familiari composti da una o due persone, e potrebbero anche essere modificati i requisiti di reddito per accedere al sussidio.

Se tutte le misure previste dal Dpb dovesse essere effettivamente introdotte, allora si potrebbe avere un risparmio per le casse dello Stato di circa 700 milioni di euro.

Cos’è il progetto GOL

Parte delle modifiche che interesseranno il Reddito di Cittadinanza è volta ad ottenere un miglioramento di quel meccanismo che dovrebbe agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro del beneficiario del sussidio.

Ed è proprio qui che entra in gioco il progetto GOL, acronimo che sta per Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori. Per questo progetto sono stati stanziati poco meno di 5 miliardi di euro, e non riguarda solo i beneficiari del RdC, ma anche coloro che percepiscono la Naspi o la Dis-Coll, e persino semplici disoccupati che non ricevono alcun sussidio, o lavoratori in cassa integrazione.

Il GOL è un progetto che si compone di quattro percorsi formativi che vengono calibrati sulle condizioni e sulle competenze di quei soggetti che sono in cerca di un impiego, e che mirano alla riqualificazione professionale.

Ad essere inclusi nei percorsi previsti dal progetto GOL saranno quindi le seguenti categorie:

  • lavoratori in cassa integrazione
  • disoccupati che percepiscono Naspi, Dis-Coll o che non ricevono alcun trattamento della stessa natura
  • titolari di Reddito di Cittadinanza

E come dicevamo, il progetto GOL si compone di quattro percorsi che dovrebbero agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro del soggetto che vi accede.

  • Il primo percorso è destinato ai lavoratori maggiormente qualificati che in quanto tali hanno maggiori probabilità di trovare un impiego in tempi relativamente brevi
  • Il secondo percorso riguarda lavori coinvolti in crisi aziendali e in procedure di licenziamento collettivo
  • Il terzo percorso è per la riqualificazione professionale
  • Il quarto percorso è di aggiornamento professionale.

Beneficiari del RdC al lavoro per la manutenzione del verde pubblico

Non succede in tutta Italia, ma solo a Roma, dove l’amministrazione cittadina ha varato una misura sperimentale per mezzo della quale i titolari del Reddito di Cittadinanza sono tenuti a collaborare alla pulizia e al mantenimento del verde pubblico.

La normativa sul RdC stabilisce infatti che i titolari del sussidio non possono raccogliere direttamente i rifiuti, e tuttavia possono collaborare alla pulizia dei parchi pubblici e delle strade. A fare questa precisazione è stata Monica Lozzi quando era alla guida del VII Municipio, ora presieduto invece da Francesco Laddaga del Pd.

La sperimentazione verrà quindi avviata, e prevede che una volta identificati i soggetti in grado di svolgere attività lavorativa, questi siano impegnati per 8 ore settimanali. Più nel dettaglio si occuperanno della manutenzione delle aree verdi dell’Appio e del Tuscolano.

Quando arrivano i pagamenti del Reddito di Cittadinanza di ottobre 2021

Il Reddito di Cittadinanza, così com’è ora, vale a dire con le stesse condizioni per mantenere il diritto al sussidio, e con gli stessi importi, continuerà ad essere regolarmente erogato fino alla fine del 2021.

Per quanto riguarda la mensilità di ottobre del Reddito di Cittadinanza, le date per l’accredito non dovrebbero subire modifiche di sorta. Infatti i titolari del sussidio dovrebbero ricevere il pagamento entro il 27 del mese, quindi il 27 ottobre e poi il 27 novembre per la prossima mensilità.

Diversa sarà però la data dell’accredito dell’importo spettante per quei titolari del Reddito di Cittadinanza che ricevono la prima mensilità. In questo caso infatti la mensilità di ottobre 2021 sarà accreditata il 18 ottobre invece che il 27. Discorso che vale anche per coloro che avevano subito la sospensione di un mese del RdC e ricevono la prima mensilità dopo il rinnovo.

Non dimentichiamo che la data per l’accredito è sempre soggetta a piccole variazioni, e gli importi potrebbero arrivare al massimo con due o tre giorni di differenza rispetto alla data prevista.

Infine è bene ricordare che tutti coloro che ricevono il sussidio devono spendere l’intero importo accreditato sulla carta del Reddito di Cittadinanza entro la fine del mese successivo, non solo per non perdere parte della somma che sarà comunque azzerata con l’arrivo dell’accredito seguente, ma anche per non rischiare che l’importo spettante venga ricalcolato e quindi ridotto.

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