Tassi BoJ aumentati per la prima volta dal 2007: quale sarà l’impatto sui mercati?

La Banca del Giappone abbandona l'approccio ultra-dovish ma non ci saranno altri rialzi - BorsaInside

Giornata storica per la Banca del Giappone. Dopo 8 anni di tassi negativi, la BoJ ha deciso di chiudere la lunga fase dovish procedendo con un rialzo dei tassi di riferimento. La decisione non ha stupito più di tanto gli investitori visto che il cambio di passo era dato per scontato da molti analisti. Pur senza effetto sorpresa il rialzo dei tassi BoJ è la notizia del giorno anche perchè la mossa di Tokyo ha subito impattato sia sulla prestazione della borsa di Tokyo (il Nikkei ha chiuso in rialzo la seduta di martedì) che sul forex con lo Yen che nel cambio con il Dollaro è scivolato a quota 150.

Rialzo dei tassi BoJ per la prima volta dal 2007

Con la decisione di ieri il costo del denaro in Giappone torna a salire per la prima volta da oltre 16 anni e dopo 8 anni consecutivi in cui era sempre stato negativo. Grazie alla mossa della BoJ, quindi, l’era dei tassi negativi per il Giappone è ora archiviata e con essa la fase ultradovish.

Il rialzo non è di quelli memorabili (in pratica il costo del denaro è passato dal precedente -0,1 per cento allo 0 per cento con il tasso di interesse overnight che è ora compreso tra lo zero e lo 0,1% per cento) ma è sufficiente per segnare uno spartiacque.

La BoJ non si è però fermata all’aumento del costo del denaro ma ha anche adottato altre decisioni destinate sicuramente a fare rumore.

Tanto per iniziare è stato abbandonato il controllo della curva dei rendimenti sui titoli di Stato a 10 anni. Bloccati anche gli acquisti di ETF e REIT giapponesi. La BoJ ha inoltre fatto sapere che ridurrà gli acquisti di obbligazioni societarie mentre è stata confermata la politica di acquisto di circa 6 trilioni di yen al mese di bond sovrani nipponici.

Insomma, a parte quest’ultimo punto, con il board di ieri è come se la Bank of Japan avesse tirato una linea.

Resta alla banca centrale del Sol Levante il primato di ultima banca al mondo a porre fine all’uso dei tassi negativi come strumento di politica monetaria.

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Ci saranno altri rialzi dei tassi BoJ?

Visto che sia la notizia dell’aumento dei tassi BoJ che quella della fine dell’era dovish erano scontate, la domanda che gli investitori si pongono è se questa decisione sia la prima di altri passi nella stessa direzione oppure sia destinata a non essere seguita da altri rialzi del costo del denaro. Insomma i tassi BoJ aumenteranno ancora oppure resteranno al livello deciso?

Sebbene il recente passaggio a tassi di interesse positivi sia interpretato da molti analisti come come un’iniziale apertura verso una completa normalizzazione della politica monetaria, i funzionari della BoJ mantengono una visione molto prudente.

Essi, infatti, hanno detto chiaramente che questo primo passo non significa necessariamente l’avvio di una una sequenza rapida di ulteriori aumenti. Tale cautela si spiega alla luce dell’attuale dinamica dell’inflazione in Giappone condizionata dall’incremento dei prezzi dell’energia importata e da quello dei beni alimentari. Sebbene l’inflazione sia un fenomeno sotto osservazione, il picco sembra essere alle spalle, con l’inflazione core, che esclude le fluttuazioni dei prezzi dei prodotti alimentari freschi, che ha registrato un rallentamento per il terzo mese consecutivo a gennaio.

La BoJ ha detto chiaramente che è sua intenzione proseguire con una politica accomodante. Questo atteggiamento si allinea alla necessità di sostenere l’economia nazionale, ancora in cerca di solidità e stabilità dopo le turbolenze recenti. “Date le attuali prospettive per l’attività economica e i prezzi, la banca prevede che per il momento le condizioni finanziarie accomodanti verranno mantenute“, ha affermato un portavoce della BoJ, confermando l’approccio cauto dell’istituto.

L’analisi di Chris Scicluna, responsabile della ricerca per conto di Daiwa Capital Markets Europe, offre una prospettiva esterna sulle recenti mosse della BoJ.

Scicluna interpreta la decisione di abbandonare i tassi negativi, il controllo del rendimento e gli acquisti di ETF come un passo moderato verso la normalizzazione della politica monetaria. Nonostante ciò, sottolinea come sia altamente improbabile assistere a una sequenza di aumenti dei tassi aggressivi. “La Banca del Giappone ha finalmente compiuto un timido passo verso la normalizzazione della politica monetaria… è altamente improbabile che assistiamo ad una serie di rialzi aggressivi dei tassi“, afferma Scicluna, ricordando a tutti che, comunque, i tassi giapponesi continuano ad essere decisamente sotto il livello degli altri principali mercati globali e resteranno in questa situazione molto a lungo.

In questo contesto, la strategia della Banca del Giappone sembra essere quella di navigare con prudenza nelle acque incerte dell’economia globale, mantenendo un occhio vigile sull’evoluzione dell’inflazione e dell’attività economica. La decisione di mantenere un approccio accomodante riflette la consapevolezza delle sfide che il Giappone e l’economia globale continuano ad affrontare.

La fine dell’era dei tassi negativi in Giappone, di certo è un evento che non mancherà di condizionare mercati specifici come la borsa di Tokyo (abbiamo già segnalato il rialzo del Nikkei a seguito proprio della decisione della BoJ. Luce anche sul cambio Dollaro Yen e sugli ETF che investono sul Giappone. Asset-class del tutto differenti tra loro su cui si può fare trading da una stessa piattaforma scegliendo questi broker:

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