Azioni delle banche osservate speciali su Borsa Italiana oggi. Con un Ftse Mib alla ricerca di nuovi segnali anche alla luce dell’impasse politica che l’Italia vive dopo le elelzioni politiche 2018, i titoli del settore bancario finiscono al centro di nuove indiscrezioni di stampa relative a possibili operazioni di M&A. I rumors non sono nuovi visto che oramai da tempo si parla di possibili nuove fusioni e aggragrazioni tra le banche italiane. In fin dei conti, quindi, le nuove voci su eventuali operazioni di M&A nel settore bancario italiano riprendono un filone già abbastanza radicato che vede il settore bancario come prossimo ad una nuova riorganizzazione. A parlare questa volta di possibili fusioni tra le banche italiane è stato il supplemento Affari & Finanza de La Repubblica. L’analisi riprende la tematiche già nota della inevitabilità delle fusioni alla luce dell’inadeguatezza del sistema bancario italiano alle nuove sfide transcontinentali. Le banche italiane, in altre parole, sono troppo piccole per reggere alle nuove sfide e l’unica strada percorribile per sanare questa situazione è quella delle fusioni. 

I nomi al centro del dossier fusioni sono sempre gli stessi. L’articolo, infatti, menziona Banco BPM (la banca nata poco più di un anno fa dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano), UBI Banca, BPER Banca, Banca Carige, Creval, Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Sondrio e Monte dei Paschi. Secondo Affari & Finanza, le banche aggreganti dovrebbero essere le prime due ossia UBI e Banca BPM vale a dire i due istituti a più alta capitalizzazione tra quelli citati. In pratica due banche di medio/alta dimensione aggregherebbero attorno a loro tutta una serie di istutiti di medio/bassa dimensione che da soli sarebbero troppo piccoli per reggere alle nuove sfide globali.

La strada per la nuova tornata di fusioni tra le banche italiane è ancora tutta da scrivere ma, insistenti rumors, affermano che il tempo a disposizione non è poi infinito. Riguardo alle tempistiche Affari & Finanza si spinge addirittura a parlare di pochi mesi per l’avvio di nuove operazioni di M&A. Le sfide che la modernità porta al troppo vecchio sistema bancario italiano (ad eccezione dei pilastri di questo sistema ossia Intesa Sanpaolo e Unicredit) sono enormi. Il forte aumento dei costi legati alla regolamentazione e alla tecnologia, da un lato, e i ricavi sempre più stretti a causa dei tassi vicini allo zero, dall’altro, rendono urgente una riorganizzazione di gran parte del sistema bancario italiano.

Il ritorno delle operazioni di M&A sembra inoltre essere lo sblocco inevitabile alla luce del recente completamente di importati operazioni di rafforzamento patrimoniali. La scorsa settimana, infatti, si è chiuso con un successo l’aumento di capitale del Credito Valtellinese e, ancora prima, era stata la volta dell’aumento di capitale di Banca Carige. Gli istituti italiani più fragili, quindi, si sono raddrizzati e adesso sono pronti a presentarsi all’appuntamento con il dossier fusioni. 

Se davvero nei prossimi mesi si dovesse iniziare a parlare di fusioni tra le banche che si sono citate in precedenza, allora si verrebbero a creare molte importanti occasioni di trading. Un dossier M&A significherebbe possibili grandi variazioni di prezzo per le azioni delle banche italiane su Borsa Italiana. 

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