Crollo Ftse Mib e azioni Intesa Sanpaolo e Unicredit: comprare ai prezzi attuali è un affare su Borsa Italiana?

Il Ftse Mib oggi è chiamato a resistere e non perdere (anche) quota 19000 punti base ma affinchè la tenuta di questo livello abbia qualche possibilità di concretizzasi è necessario che ci sia un ritorno degli acquisti sulle azioni delle banche. L’eredità lasciata dall’ultima seduta di negoziazioni a Piazza Affari è infatti pesantissima. A causa di una convergenza tra fattori negativi ieri Borsa Italiana è crollata. Il forte ribasso del Ftse Mib è stato il risultato della corsa a vendere le azioni delle banche (e questa non è una novità) e i titoli del settore oil. La quotazione Intesa Sanpaolo ha così registrato un calo del 2,47 per cento mentre il prezzo delle azioni Unicredit ha perso l’1,8 per cento. In considerazione del recente trend negativo che si è imposto sulle quotazioni delle banche, teoricamente comprare azioni Intesa Sanpaolo e Unicredit ai prezzi attuali è diventato conveniente. Il crollo del Ftse Mib nella seduta di ieri è stato causato anche dal sell-off sulle azioni petrolifere. Le prese di profitto hanno interessato sia le quotazioni di Tenaris che quelle di Saipem. Tenaris ha perso il 4 per cento mentre Saipem è calata del 3,25 per cento. Un vero e proprio bagno di sangue, quindi, che non ha lasciato scampo a nessuno visto che la quotazione andata meno peggio è stata quella di Enel che ha rimediato un calo dello 0,6 per cento. Mentre il crollo delle azioni Unicredit e Intesa Sanpaolo (ma a cascata ci sono tutte le altre banche) è stato provocato dall’allargamento dello spread BTP BUND (oramai costantemente sopra i 300 punti base a dimostrazione della profonda spaccatura tra Italia e Commissione UE), la corsa a vendere azioni del settore petroliferp è stata provocata dal crollo della borsa di Tokyo e dell’andamento negativo di Wall Street.

Fare previsioni sul possibile andamento di Borsa Italiana oggi non è facile. I dati macro in agenda oggi 12 ottobre non sembrano avere l’appeal per condizionare in modo incisivo gli indici. E’quindi probabile che la situazione di tensione possa restare alta. In particolare il forte ribasso della borsa Usa rappresenta un fattore con cui inevitabilmente fare i conti. Il Dow Jones ha perso il 2,13 per cento a 25.053 punti mentre l’indice S&P 500 è calato del 2,06 per cento a 2.728 punti e il Nasdaq ha ceduto l’1,25 per cento a 7.329 punti. Anche Wall Street ha fatto i conti con l’andamento negativo della quotazione petrolio. Il ribasso del prezzo del greggio sotto quota 71 dollari al barile ha avuto come affetto forti vendite su Chevron ed Exxon. 

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