Dividendo Eni: quando sarà tagliato? Rating resta buy per analisti

Il taglio del dividendo Eni ci sarà e la sola questione aperta riguarda quelle che saranno le tempistiche. Tutti gli analisti sono concordi tra loro nell’afferma che la riduzione della remunerazione riservata agli azionisti è il solo sbocco possibile dinanzi alla forte contrazione che la quotazione petrolio ha registrato negli ultimi tempi.

Secondo gli analisti di Equita, il calo dei prezzi del greggio e del gas non permette a Eni di avere quella flessibilità necessaria per aumentare in modo significativo il budget da destinare ai progetti green. Poichè la decarbonizzazione resta uno dei punti centrali della strategia del Cane a Sei Zampe nel medio termine, ecco che la sola strada da seguire resta quella della revisione dell’attuale livello di dividendo. Diciamo che sono le stesse dinamiche in atto a portare Eni a tagliare, quasi in modo naturale, la cedola. 

Quando potrebbe avvenire l’annuncio? Secondo le previsioni di Equita è plausibile che una riduzione del dividendo compresa tra il 20 e il 30 per cento possa essere annunciata già durante la presentazione dei conti del secondo trimestre 2020. 

Questo evento è un classico market mover che può condizionare l’andamento in borsa di Eni. A riguardo ricordo che puoi investire sul titolo anche attraverso il CFD. Se vuoi imparare a comprare e vendere CFD Azioni Eni puoi usare il conto demo gratuito che broker autorizzati come ad esempio Plus500 (leggi qui la recensione completa) ti mettono a disposizione. 

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Nonostante la consapevolezza della inevitabilità del taglio della cedola, la sim milanese Equita non è pessimista sulle azioni Eni. La strategia degli analisti sul titolo del Cane a Sei Zampe resta bullish. Per Equita, quindi, le azioni Eni sono da comprare (rating buy). Gli esperti hanno anche fissato un prezzo obiettivo a 11 euro decisamente sopra quelle che sono le attuali quotazioni del colosso degli idrocarburi che si muovono in area 8,8 euro come si può vedere dal grafico in basso. 

Azioni Eni: driver sarà la decarbonizzazione?

A proposito di transizione green, la sim Equita ritiene che la decarbonizzazione possa essere un fattore positivo per il titolo. Secondo gli esperti, infatti, la spesa per gli investimenti green avrebbe un costo di capitale che sarebbe comunque più basso rispetto al business degli idrocarburi. 

Questo è un elemento che dovrebbe essere tenuto in debita considerazione nella definizione della strategia di investimento su Eni. A tal proposito ricordo che se non vuoi diventare azionista Eni ma punti comuque a speculare sull’andamento dei prezzi, lo strumento più adatto è il CFD Trading. Broker autorizzati come ad esempio eToro (clicca qui per leggere la recensione completa) ti offrono la demo gratuita per imparare a fare trading sulle azioni attraverso i CFD senza correre il rischio di perdere soldi reali. 

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A confermare il fatto che la decarbonizzazione sarà uno dei capisaldi della strategia di Eni nel prossimo futuro è stato lo stesso amministratore delegato Descalzi. Il manager, in una recente intervista rilasciata a Bloomberg ha affermato che la pandemia di coronavirus porterà ad una accelerazione della transizione energetica della società. 

Come indicato nel piano industriale, Eni punta ad investire 4,9 miliardi di euro tra il 2020 e il 2023 in progetti low carbon. Obiettivo di questa potenza di fuoco è quello di raggiungere 1 MTPA di capacitaÌ? di bioraffinazione e 3GW di rinnovabili. Inoltre il Cane a Sei Zampe punta anche a finanziare progetti che riguardano la chimica verde, l’idrogeno e CCS.

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