Seduta pre-ferragosto in leggero rialzo per la borsa di Milano. Il Ftse Mib già pochi minuti dopo l’apertura delle contrattazioni si è portato su un leggero segno verde che è rimasto poi stabile per tutta la mattinata. Il ritmo degli scambi non è troppo accentuato ma questo è tipico delle sessioni pre-festive (e domani 15 agosto Borsa Italiana resta chiusa per festività).
Volendo allargare l’orizzonte temporale oltre il periodo festivo (quindi oltre l’Ottava iniziata oggi) cosa attendersi dal Ftse Mib? Il principale indice azionario di Borsa Italiana continuerà con il rally già avviato da inizio anno, oppure è più plausibile che ci possa essere una frenata rispetto ad un ritmo troppo accentuato? Dalla risposta a queste domande dipende la strategia operativa da adottare e quindi se è preferibile andare long oppure short.
Analisi Ftse Mib: le prospettive dopo le ferie di Ferragosto
Per tracciare delle previsioni sul possibile andamento del paniere di riferimento di Piazza Affari dopo la settimana di Ferragosto, è necessario partire dal contesto che attende i mercati dopo questo periodo.
Nell’ultimo periodo si è verificato un significativo spostamento di attenzione dalle paure legate all’inflazione e ai rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali a quelle per un possibile rallentamento dell’economia. Questo passaggio ben rappresenta la fase di transizione in cui si trovano le principali economie globali.
In questo contesto, uno dei principali rischi che viene preso in considerazione riguarda l’ipotesi di recessione. Molti analisti sono convinti che essa si possa verificare verso la fine dell’anno in corso o a inizio 2024. Tra gli esperti c’è però chi pensa che la recessione possa evolvere in un “atterraggio duro”. Questa ipotesi pessimistica è sostenuta da una serie di segnali preoccupanti, tra cui l’andamento delle serie di dati PMI (Purchasing Managers’ Index) nell’industria e nel settore dei servizi europei. Entrambi questi market mover hanno recentemente attraversato il livello critico di 50 punti, che rappresenta il confine tra le fasi di espansione economica e di contrazione.
A luglio, l’indice composito dell’eurozona è sceso a 48,6, riflettendo un crollo degli ordini che ha colpito numerosi produttori. Questo scenario è particolarmente rilevante considerando l’andamento positivo del PIL (Prodotto Interno Lordo) nel secondo trimestre, che ha registrato un modesto incremento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Questo incremento ha permesso all’area di superare la recessione tecnica che aveva caratterizzato i periodi precedenti. Tuttavia, è da notare che l’Italia ha subito una contrazione dello 0,3% rispetto al primo trimestre del 2023. Tale contrazione è attribuita principalmente ai settori agricoli e industriali, mentre si è osservato un aumento del valore aggiunto nei servizi. Complessivamente, la previsione per la variazione del PIL sull’intero anno si attesta all’0,8%.
L’attenzione ora si concentra sulle manovre di politica monetaria attuate dalla Banca Centrale Europea (BCE) nell’ultimo anno e mezzo al fine di contrastare l’inflazione. Queste manovre avranno probabilmente un impatto significativo sull’economia nei prossimi mesi. Anche se potrebbe essere presa in considerazione una pausa nel rialzo dei tassi di interesse a settembre, è probabile che questo non modificherà sostanzialmente la traiettoria economica nel breve termine. Tuttavia, potrebbe offrire ai mercati azionari l’opportunità di reagire positivamente all’indicazione di un possibile termine delle misure restrittive, a condizione che i dati sull’inflazione continuino a diminuire.
Nel contesto dell’inflazione, va notato che il dato preliminare di luglio per l’intera eurozona ha registrato un aumento del 5,3 per cento, in calo rispetto al 5,5 per cento di giugno. Inoltre, su base mensile, i prezzi al consumo dell’area euro hanno subito una contrazione dello 0,1 per cento, suggerendo una certa stabilità. Questi dati saranno fondamentali per orientare le decisioni future della BCE e per capire se le misure adottate stanno raggiungendo gli obiettivi di stabilità economica.
Tirando quindi le somme si può affermare che il pendolo dei mercati finanziari sta manifestando un trasferimento di attenzione da una fase di preoccupazione legata all’inflazione e ai tassi di interesse a una nuova fase caratterizzata dal timore di un possibile rallentamento dell’economia, con il rischio concreto di una recessione. Gli andamenti dell’indice PMI e dei dati sull’inflazione rivestono un ruolo cruciale nel delineare lo scenario economico futuro e nell’orientare le strategie delle istituzioni finanziarie e degli investitori.
Analisi Ftse Mib dal punto di vista tecnico
A questo punto passiamo all’analisi tecnica. A fare da catalizzatore la scorsa settimana è stato il decreto del governo sulla tassazione degli extra-profitti delle banche. Come è andata lo sanno tutti. La prima versione della normativa ha fatto crollare le azioni bancarie; poi è arrivata la correzione e c’è stato il rimbalzo.
Il sell-off sulle banche, dal punto di vista tecnico, ha provocato un evento molto significativo: il Ftse Mib ha testato la media mobile a 55 giorni, risalente a 28.000 punti. A questo punto mantenere questo supporto diventa fondamentale anche in prospettiva futura.
Nel caso in cui il paniere di riferimento di Piazza Affari dovesse invece scendere sotto ai 28.00 punti, allora si potrebbero verificare un calo ben più ampio che potrebbe portare l’indice fino a 27350 punti e, in caso di prosecuzione del trend al ribasso, fino a 26650 punti. Questo che abbiamo descritto è lo scenario ribassista che, dal nostro punto di vista, è quello più probabile. C’è poi lo scenario opposto che è quello rialzista. Esso è da ritenersi meno probabile semplicemente perchè più complesso. Infatti, per la sua concretizzazione, sarebbe necessario che il paniere di riferimento si porti prima fino a 28690 punti per poi provare a riprendere quota 29000 punti.
A mettersi di traverso verso un possibile rialzo post-ferie è anche la questione delle stagionalità. Analizzando i precedenti si può notare come il Ftse Mib nei mesi di agosto e di settembre abbia tenuto un andamento debole. Ora è vero che le performance passate non sono garanzia di quelle future come si suol dire in questi casi, ma questo è un dato di cui non si può non tenere conto.
Tornando quindi alla domanda iniziale, dopo le ferie di Ferragosto c’è da attendersi un Ftse Mib in ribasso.
Long o short trading sul Ftse Mib dopo Ferragosto: come operare
Il fatto che la stima più plausibile sia quella di un calo, non significa che non si possa investire in borsa. In realtà c’è anche un modo per speculare quando un asset si deprezza e quindi per guadagnare da questa flessione. Lo strumento grazie al quale si può operare in questo modo sono i CFD.
I contratti per differenza sul Ftse Mib sono strumenti finanziari derivati che consentono agli investitori di trarre profitto dai movimenti dei prezzi dell’indice principale di Borsa Italiana senza dover possedere fisicamente le azioni delle società quotate nell’indice medesimo. L’investitore può speculare sia sui movimenti al rialzo che al ribasso dell’indice. Se l’investitore prevede un aumento del Ftse Mib aprirà una posizione long (comprando il CFD), mentre se prevede un calo, aprirà una posizione short (vendendo il CFD). Il profitto o la perdita derivante dal CFD dipenderà dalla differenza tra il prezzo di apertura e di chiusura della posizione.
Tra i migliori broker CFD per fare long/short trading sul Ftse Mib ci sono:
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