
Forse qualcuno si attendeva qualcosa in più se non dalle azioni Monte dei Paschi almeno da quelle di Mediobanca dopo che la quotata senese ha aggiunto anche una componente cash all’OPS in corso su Piazzetta Cuccia con l’obiettivo di rendere la proposta più persuasiva. E invece niente di tutto questo è avvenuto perchè sua le azioni MPS che quelle di Mediobanca hanno aperto la seduta di borsa in rosso e in rosso sono rimaste anche nelle fasi successive. La situazione a circa un’ora e mezza dall’apertura degli scambi, è quindi la seguente: Monte dei Paschi in calo del 2,7 per cento a quota 7,65 euro e Mediobanca il flessione del 2,37 per cento a 20,21 euro. In entrambi i casi non si tratta comunque di situazioni che devono destare allarme visto che Piazzetta Cuccia nell’ultimo anno mantiene una progressione del 32 per centre MPS vanta addirittura un verde del 45 per cento.
La netta tendenza ribassista in atto oggi va quindi letta unicamente alla luce delle novità sull’OPS. E’ su questo fronte che deve concentrarsi l’attenzione degli investitori interessati ad entrare sulle azioni delle due banche ora anche con il nuovo servizio di trading nazionale di recente lanciato dal broker eToro.
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Mps rilancia su Mediobanca: offerta rafforzata con cash e nuova soglia minima
La partita tra Monte dei Paschi e Mediobanca è entrata nel vivo con una mossa che, in teoria, potrebbe cambiare radicalmente lo scenario dell’offerta pubblica lanciata dalla banca senese. Monte dei Paschi di Siena ha infatti annunciato di rinunciare alla soglia del 66,67 per cento del capitale sociale di Piazzetta Cuccia, inizialmente prevista come condizione per il buon esito dell’operazione, lasciando però intatto l’obiettivo minimo del 35 per cento dei diritti di voto, soglia considerata imprescindibile per poter perfezionare l’OPS.
Contestualmente, il consiglio di amministrazione della banca toscana ha anche deciso di aumentare l’attrattiva economica della sua offerta introducendo una componente cash (prima del tutto assente) pari a 0,9 euro per azione. Il rilancio in contanti significherà per Monte dei Paschi un impegno finanziario complessivo pari a circa 750 milioni di euro, un investimento che, nelle intenzioni dell’istituto toscano, mira a massimizzare le adesioni e ad accelerare i tempi dell’operazione.
La scelta di Siena è arrivata all’indomani del via libera di Francesco Gaetano Caltagirone, azionista rilevante di Mediobanca, che ha manifestato il proprio sostegno all’operazione. Un segnale che ha probabilmente contribuito a sciogliere le ultime riserve all’interno del consiglio di amministrazione del Monte, che nelle prime ore del mattino ha dato l’annuncio ufficiale sul rilancio dell’OPS.
A questo punto il messaggio che arrivata dalla banca toscana è chiarissimo: l’offerta pubblica di scambio deve andare avanti, anche se non verrà raggiunta la quota di due terzi del capitale inizialmente ipotizzata. Nasce proprio da qui la decisione di rinunciare alla soglia del 66,67 per cento e di rendere l’offerta vincolante a partire da un più realistico 35 per cento. Si tratta di un livello, decisamente a portata di mano, che comunque garantirebbe a MPS una posizione di forte influenza in Piazzetta Cuccia.
Cosa cambia con la nuova soglia per la riuscita dell’OPS
Con la modifica, Monte dei Paschi si impegna ad acquistare tutte le azioni che verranno portate in adesione all’offerta, anche nel caso in cui il quantitativo finale non dovesse superare i due terzi dei diritti di voto. In altre parole, l’operazione potrà andare in porto con percentuali di partecipazione più basse rispetto ai target originari, purché venga centrata la soglia minima non rinunciabile del 35 per cento.
Qualora, invece, al termine del periodo di adesione MPS non dovesse raggiungere tale quota, l’offerta andrà automaticamente a decadere. È quindi questo il nuovo spartiacque che deciderà il destino dell’OPS.
Il cuore della strategia di MPS per massimizzare le adesioni è rappresentato dall’aumento del corrispettivo. Come abbiamo già accennato in precedenza, oltre alla componente in azioni già prevista, la banca senese riconoscerà 0,9 euro in contanti per ciascun titolo Mediobanca.
Non è necessario essere degli esperti di finanza, per capire che questo è un segnale forte di determinazione da parte di MPS. Sia pure implicitamente è come se la banca toscana intendesse dimostrare al mercato il valore industriale della sua operazione. E infatti nel comunicato stampa con cui il mercato è stato informato delle novità, si afferma che il “miglioramento del corrispettivo rappresenta una testimonianza concreta dell’attenzione verso gli azionisti e mira a massimizzare il successo dell’iniziativa“.
Solidità patrimoniale e dividendi MPS confermati
Un punto cruciale riguarda la sostenibilità finanziaria dell’operazione. Nonostante il rilancio, che avrà un costo stimato in circa 750 milioni di euro, la banca toscana ha ribadito che i suoi obiettivi patrimoniali rimangono invariati.
In questo contesto, il coefficiente Cet 1 pro-forma resterà quindi in area 16 per cento, un livello che garantisce una solida base di capitale in linea con gli standard europei. Non solo: MPS intende mantenere una politica di dividendi ai massimi livelli del settore, con un pay-out ratio che potrà arrivare fino al 100 per cento dell’utile.
Quindi anche con l’introduzione di una parte cash dell’offerta, l’OPS su Mediobanca non andrà ad intaccare la sua solidità patrimoniale né tantomeno la sua capacità di remunerare gli azionisti con i dividendi.
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Cosa succederà dopo il rilancio MPS sull’OPS?
Partiamo dall’assunto che l’acquisizione di una quota significativa in Mediobanca risponde a una logica di rafforzamento industriale e sinergico. Come noto fin dal lancio dell’operazione, obiettivo di Siena è consolidare il proprio posizionamento nel panorama finanziario italiano, creando un polo bancario più competitivo e capace di affrontare le sfide dei mercati internazionali.
Per MPS l’OPS è anche una buona occasione per diversificare ulteriormente il business, integrando le competenze di Mediobanca nella consulenza, nel wealth management e nell’investment banking.
Anche dopo il rilancio, però, le prospettive del percorso continuano a non essere prive di ostacoli. Se la soglia minima del 35 per cento dovesse essere superata, la banca toscana potrà finalmente mettere un piede solido dentro Piazzetta Cuccia e avviare il processo di integrazione. In caso contrario, l’operazione verrebbe meno, lasciando irrisolti alcuni interrogativi sulla strategia futura del Monte. Di certo la determinazione mostrata con il rilancio in contanti e con la rinuncia alla soglia del 66,67 per cento evidenzia la volontà di Siena di giocare fino in fondo questa partita.
Resta ora da vedere quale sarà la risposta degli azionisti di Mediobanca. Il fatto che entrambi i titoli coinvolti nell’operazione appaiano pesanti non è un buon segnale. Qualcuno dice che forse il mercato si attendeva un rilancio cash ancora maggiore…
Di certo la situazione è in evoluzione.
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